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I chatbot e la disinformazione: come la propaganda russa influisce sulle AI

Un'analisi approfondita sull'influenza della disinformazione nei chatbot AI

Un chatbot che diffonde disinformazione russa
Scopri come i chatbot possono diffondere propaganda russa.

Il fenomeno della disinformazione nei chatbot

Negli ultimi anni, l’uso dei chatbot è cresciuto esponenzialmente, diventando strumenti fondamentali per l’interazione online. Tuttavia, recenti studi condotti da esperti di NewsGuard hanno rivelato un aspetto preoccupante: i dieci chatbot più popolari, tra cui ChatGPT di OpenAI e Claude di Anthropic, sono stati influenzati dalla propaganda russa. Questo fenomeno non è solo un caso isolato, ma rappresenta una rete complessa di disinformazione che si estende attraverso milioni di articoli falsi pubblicati su vari siti web.

La rete di disinformazione e le fake news

Nel 2024, sono stati pubblicati oltre 3,6 milioni di articoli contenenti notizie false, con l’obiettivo di manipolare le risposte dei modelli di intelligenza artificiale. NewsGuard ha condotto test su un campione di 15 fake news, analizzando le risposte di diversi chatbot a queste notizie.

I risultati sono allarmanti: i chatbot hanno riportato notizie false nel 33,55% dei casi. Questo significa che una parte significativa delle informazioni fornite da questi strumenti potrebbe essere influenzata da contenuti fuorvianti.

Le conseguenze della disinformazione

Tra le notizie false identificate, spicca quella riguardante presunti laboratori ucraini in cui gli Stati Uniti avrebbero creato armi biologiche. Tali affermazioni, prive di fondamento, sono state diffuse in quasi 50 lingue diverse, aumentando la loro portata e popolarità in vari paesi. Inoltre, i chatbot hanno citato 92 articoli fasulli, con alcuni di essi che hanno riportato fino a 27 articoli in un singolo test. Questo solleva interrogativi sulla responsabilità di queste tecnologie e sulla necessità di una maggiore vigilanza da parte degli utenti.

La sfida della verifica delle informazioni

La tecnica utilizzata per influenzare i chatbot è nota come LLM grooming, un processo attraverso il quale le fonti di disinformazione vengono continuamente aggiornate e ampliate. Bloccare queste fonti è praticamente impossibile, poiché nuovi domini e siti web vengono costantemente aggiunti alla rete. Pertanto, è fondamentale che gli utenti non si fidino ciecamente delle informazioni fornite dai chatbot, ma piuttosto verifichino le notizie attraverso fonti affidabili. La responsabilità di contrastare la disinformazione ricade non solo sui fornitori di tecnologia, ma anche sugli utenti stessi.

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