Serve la partita IVA per fare dropshipping?

Come gestire la fatturazione del negozio in dropshipping e testare l'attività prima di aprire partita IVA.

shopping online

Il dropshipping è un business in costante aumento. Si tratta di vendere un prodotto online senza averlo fisicamente in magazzino: un’attività che presenta con costi contenuti rispetto al classico e-commerce.
A fronte dei costi minori, la prima domanda che ci si pone quando si vuole avviare la vendita in dropshipping, è se sia necessario aprire una partita IVA.
La risposta è si: serve per un e-commerce, per vendere su Amazon e per il dropshipping.

Facciamo un po’ di chiarezza.

Dropshipping ed e-commerce

Innanzittutto capiamo cos’è il dropshipping. Diverso dal classico e-commerce, consiste nell’intermediazione tra cliente e venditore attraverso una piattaforma online: il cliente insomma, acquista da un venditore attraverso il sito.
Non è il sito a vendere direttamente, come avviene invece nel caso di un e-commerce: è infatti il fornitore a gestire il prodotto scelto dall’utente in rete, occupandosi della spedizione al cliente.

Di fatto, si trasmette un ordine online al fornitore.

Non avendo i costi della gestione magazzino, chi vende in dropshipping dovrà occuparsi soltanto della realizzazione della piattaforma, della sua promozione e dei rapporti con i fornitori.

Dropshipping e partita IVA: come fare

La partita IVA serve per ogni attività di tipo professionale e continuativa: aprire un dropshipping si configura come tale, motivo per cui è necessaria partita IVA per questo genere di attività.
Non esiste alcun profitto a fare da spartiacque: con la Legge Biagi (DLgs n 276/2003) si considerevano i 5000 euro, ma questo limite è stato abrogato dal Jobs Act nel 2015 (DLgs n 82/2015).

Dropshipping per partire: il temporary shop

Come accade sempre quando si sta per aprire un’attività, ci si domanda se con il ricavato, si potranno sostenere le tasse di una partita IVA.

Ma se un freelance può iniziare rilasciando ritenuta d’acconto, altrettanto potrà fare chi parte con un’attività di dropshipping.
Nello specifico, per testare il successo dell’iniziativa, si può aprire un temporary shop.

Il temporary shop può avere una durata massima di 30 giorni l’anno: essendo un’apertura occasionale, non necessita perciò di partita IVA.
Attenzione però al margine di guadagno: se questo supera i 5000 euro, bisognerà iscriversi comunque alla gestione separata dell’INPS per versare i relativi contributi. Indipendentemente dal fatto che non sia stata ancora aperta, o che si aprirà in seguito, la partita IVA.
Inoltre bisogna verificare se il proprio Comune preveda il temporary shop.

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Scritto da Irene Natali

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