#OpenRicostruzione ; Dieci corti per l’Emilia, oltre le solite storie

scienze

“Siamo in emergenza” e “mancano gli aiuti dello stato”, nell’epoca del racconto collettivo sui social media, rischiano di diventare mantra ripetuti all’infinito. Questi erano alcuni tra i presupposti che hanno fatto nascere questa rubrica dedicata alla ricostruzione post sisma emiliano ma per fortuna non siamo soli. Esiste un collettivo di professionisti del cinema che ha un sogno: Dieci corti per l’Emilia, su storie post sisma, da fare entro il 20 maggio 2014.

Ma, come ci racconta Barbara Gozzi che per il gruppo gestisce la comunicazione, essendo un work in progress indipendente, il numero in sé non deve nascondere un processo tutto da seguire perché fatto di persone che si attivano per andare oltre mettendo a disposizione la propria professionalità. È l’Emilia più volte raccontata, e un po’ l’Italia che ci piace, quella che non aspetta e che si attiva.

La loro idea è di andare oltre il racconto collettivo post terremoto per dare voce ad alcune storie, ma “dall’inizio e da dentro”: ogni storia selezionata viene trasformata in un cortometraggio, realizzabile mettendo assieme registi, sceneggiatori, attori, direttori di fotografia, tecnici, produttori indipendenti legati all’Emilia. La casa, il camper, il rifugio, l’auto sono alcuni dei riferimenti che hanno ispirato il collettivo, che vede i partecipanti mettere a disposizione competenze, idee, attrezzature, locations, ruoli e tempo.

Già mettere assieme diversi tasselli di un settore così particolare, dandosi un’identità, può apparire un successo per questa terra che certo non brilla per produzioni cinematografiche ma è accaduto qualcosa di diverso e di speciale. Si è deciso che le storie delle persone, andando oltre l’emergenza, meritano di essere raccontate attraverso l’arte del cinema: i corti realizzati dai singoli gruppi di lavoro, indipendenti, diventeranno parte di un unico film, senza un unico plot, ma con tanti tasselli a comporlo, frammenti delle tante narrazioni possibili.

Senza contributi pubblici ma solo con la voglia di dire qualcosa di diverso.

«Siamo 20-30 – racconta Barbara – ma è difficile dare un numero preciso perché il collettivo è stato pensato come un ambiente di condivisione, in movimento. Non siamo un gruppo di creativi chiusi, anzi. Abbiamo poche risorse ma con quelle, stiamo facendo ciò che volevamo. Raccontare con la macchina da presa andando oltre i clichè».

La scintilla è scoccata a giugno 2012 grazie all’impegno di Matteo Merli, tra i fondatori del collettivo e responsabile di Arkadin Pictures, e un primo gruppo di creativi. Ad un anno dai primi scambi, è attualmente in corso la fase di realizzazione con un primo corto, le cui riprese si sono concluse da poco. Il progetto ha il patrocinio dei Comuni di Mirandola e di Carpi, dove ci sarà la prima proiezione.

Il collettivo ha un blog, che merita di essere scoperto, dove troverete informazioni sui partecipanti, sulle storie con contenuti inediti dei corti come l’estratto di un soggetto che inizia così: “Interno notte. Seguiamo i piedi in corsa di un ragazzo mentre spalanca la porta della camera da letto di un amico. Gli grida di alzarsi: c’è stata un’altra scossa. Il ragazzo – Marco – si alza di scatto, ma ancora assonnato. Sullo schermo compare la didascalia: Finale Emilia. 4.03 del mattino”. Ma, come in ogni storia che si rispetti, non è come pensate: andate su http://sismaemilia.tumblr.com e scoprirete che “ci dovevi essere dentro per capire”.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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