Così possiamo controllare come si spendono i fondi strutturali europei

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L’idea venne al primo raduno di Spaghetti Open Data: perché non facciamo un hackathon all’aperto, che usi gli open data in un modo accessibile a tutti, anche a chi non sa programmare una sola linea di codice? Cioè usare i dati del sito OpenCoesione per informarsi sui progetti finanziati dai fondi strutturali UE e andare fisicamente a visitarli. Una vera e propria maratona di monitoraggio civico, cioè un Moni-thon.

Come sono spesi i nostri soldi? Come procedono i progetti? I risultati mantengono le promesse? Quali suggerimenti potremmo dare ai soggetti che li gestiscono?

Dopo quel raduno, un gruppo misto di wannabe civic hackers ha ritentato più volte l’esperimento.

Abbiamo testato il collegamento Bari-aeroporto e siamo saliti sulla “linea fantasma” della metropolitana leggera di Sassari.

Abbiamo scoperto cose curiose: anche il Museo Enzo Ferrari riceve fondi strutturali europei, così come ne riceve il Bar Giuseppe, elegante locale in pieno centro a Bologna. Ma anche cose soprendenti. L’impianto di compostaggio di Salerno, ad esempio, funziona benissimo.

Abbiamo poi avviato collaborazioni con importanti realtà associative, in primis con Libera sul monitoraggio dei beni confiscati alle mafie. Così è nato il monithon al “Bene Prisco” di Ottaviano (Napoli) e alla masseria didattica Canali in provincia di Brindisi.

Ci siamo accorti ben presto che il monitoraggio civico non è solo accessibile, ad alto tasso di civismo e utile al nostro paese per rendere più efficaci le politiche pubbliche, ma è soprattutto divertente!

Divertente forse perché è un’attività di gruppo (anche se volendo si può fare anche da soli) o forse perché ci si sente un po’ come Milena Gabanelli: denuncia, sì, ma anche verifica e approfondimento.

Di certo è una maratona. Non solo perché a volte prende la forma di una “passeggiata di monitoraggio”, lungo un percorso fatto di progetti da visitare, ma soprattutto perché i progetti finanziati sono oggi oltre 720mila e ogni 2 mesi aumentano di alcune decine di migliaia. E sono tutti consultabili, uno per uno, su OpenCoesione per sapere dove sono, quanto costano, se sono in corso o conclusi, quando dovrebbero finire, chi li ha programmati e chi li realizza.

Sono 6.190 a Palermo per 3,2 miliardi di euro. 6.391 a Napoli, 5.408 a Bari, 4.577 a Roma. Addirittura 15mila a Firenze e 50mila a Milano, anche se mediamente più piccoli. Progetti grandissimi, grandi, piccoli e piccolissimi sui temi più disparati: dall’agenda digitale alla mobilità, dalla ricerca all’ambiente, dall’energia ai beni culturali, dalle politiche urbane all’istruzione all’occupazione ai finanziamenti alle imprese.

Come funziona in pratica? Prima si scelgono i progetti, si va a vedere dove sono e si fissano le eventuali interviste. Poi si parte per la visita, armati di smartphone, macchina fotografica, carta e penna e dei buoni propositi del “cittadino monitorante”. Tornati alla base, si scrive il “report di monitoraggio civico” e si invia su monithon.it. Si possono fare più report sullo stesso progetto, ovviamente (da parte di persone/gruppi diversi o in tempi diversi, per seguirne l’evoluzione). Il report poi può costituire anche una base per un post sul web, un articolo o una storia più ampia, oppure può essere portato alle amministrazioni responsabili per risolvere eventuali problemi o ritardi che sono stati documentati.

Sì, ma come si fa a partire? Nulla vieta di uscire in questo preciso istante, andare a una sede di un qualsiasi progetto e inviare un report col proprio tablet.

Forse conviene però approfittare dell’Open Data Day che si terrà il 22 febbraio in molte città italiane. Quel giorno faremo un monithon tutti assieme in varie città e con diversi gruppi di cittadini. In questo post ci sono tutte le istruzioni.

Ci si vede lì!

Ps. Il signore del logo di Monithon non è un maniaco, è un umarell.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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