Abbiamo già vinto: il FOIA diventerà legge. Ma Renzi mantenga la promessa

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La notizia arriva via twitter e non è esagerato definirla storica: ad un anno dal lancio di Foia4Italy – la campagna per l’adozione anche in Italia di una legge che garantisca a tutti i cittadini l’accesso agli atti e ai documenti della pubblica amministrazione – ieri, la Commissione Affari Costituzionali della ha approvato (all’unanimità) la delega al Governo ad adottare un Freedom of information act,

Nei prossimi mesi, quindi, il Governo dovrà approvare un decreto che superi la vecchia disciplina in materia di accesso agli atti (che risale al 1990) e doti finalmente l’Italia di uno strumento efficace per la lotta alla corruzione e per ristabilire la fiducia tra cittadini e amministratori. Si tratta di un risultato importante, perché frutto di un processo aperto di collaborazione in cui ognuno ha fatto la sua parte.

Da anni, infatti, ripetevamo che il nostro Paese viveva un’emergenza in termini di trasparenza (e i risultati sono sotto gli occhi di tutti). Eppure il tema ha faticato ad uscire da una ristretta cerchia di addetti ai lavori e ad imporsi all’attenzione del dibattito pubblico.

Credits: joincube.com

Il progetto di Foia4Italy è stato importante perché ha provato ad andare oltre la semplice denuncia: oltre 30 associazioni– con un metodo inclusivo – hanno scritto insieme una proposta di legge (sottoponendola a Governo e Parlamento) e hanno avviato una campagna (raccogliendo oltre ventimila firme).

E questo lavoro ha pagato: grazie alla dedizione dell’Intergruppo parlamentare innovazione e all’impegno del Ministro Madia, con l’approvazione dell’emendamento Ascani-Coppola è stato compiuto il primo passo formale verso un FOIA italiano.

Si dice espressamente che l’accesso dovrà essere consentito a chiunque (indipendentemente dall’interesse fatto valere) e che dovranno essere previste sanzioni per le amministrazioni che non rispetteranno tale obbligo.

C’è di che essere contenti, ma non ancora soddisfatti: la strada, infatti, è ancora lunga.

Innanzitutto, si apre adesso la fase di scrittura del testo vero e proprio del decreto (che sarà curata dal Governo) e l’obiettivo è di scrivere il testo migliore possibile, nel minor tempo possibile.

Dopo la menzione del FOIA nel Documento di economia e finanza approvato due mesi fa, il Presidente del Consiglio ha l’occasione per mantenere la promessa fatta nel suo primo discorso alle Camere, quello per la fiducia, in cui si impegnò ad adottare un freedom of information act.

È auspicabile che il punto di partenza sia il testo predisposto da Foia4Italy all’esito di una consultazione pubblica: si tratta di una proposta a miglioramenti che, però, non devono comportare rinuncia a nessuno dei 10 principi fondamentali che – secondo noi – contraddistinguono un vero FOIA. Trattandosi di trasparenza, inoltre, sarebbe opportuno che la scrittura di questo decreto avvenisse in modo aperto, coinvolgendo tutti gli attori interessati (amministrazioni, società civile, giornalisti, imprese).

Ma, a dire il vero, non potremo essere soddisfatti neanche quando una norma così costruita sarà approvata: infatti, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di una legge, anche la migliore possibile, non serve se poi quella legge rimane sulla carta. La sfida che ci attende, quindi, non è solo è quella di scrivere un FOIA evoluto ed utile, ma di metterlo nelle mani dei cittadini, facendo loro capire che si tratta dello strumento democratico più importante dopo il diritto di voto.

Presidente Renzi, si tratta di una sfida molto difficile … possiamo contare sul suo impegno, vero?

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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