Il contesto della minaccia di Trump
Recentemente, il presidente Donald Trump ha lanciato un avvertimento a Tim Cook, CEO di Apple, minacciando di imporre un dazio del 25% sugli iPhone importati da paesi esteri. Questa mossa si inserisce in un contesto di crescente tensione commerciale e di tentativi di riportare la produzione negli Stati Uniti. Tuttavia, esperti del settore avvertono che il desiderio di Trump di vedere gli iPhone prodotti interamente negli USA è, in realtà, un obiettivo irrealizzabile.
Le implicazioni economiche
La questione dei dazi è diventata particolarmente rilevante dopo l’introduzione di un dazio del 145% sui beni importati dalla Cina, successivamente ridotto al 30% per un periodo di 90 giorni. In risposta a queste misure, Apple ha già iniziato a spostare parte della sua produzione in India, dove si prevede che entro la fine del 2026 tutti gli iPhone venduti negli Stati Uniti possano provenire da lì.
Questo cambiamento non solo riflette le pressioni politiche, ma anche le dinamiche del mercato globale e le strategie aziendali.
Le reazioni di Apple e le prospettive future
Durante una recente visita in Qatar, Trump ha rivelato di avere avuto un “piccolo problema” con Tim Cook, sottolineando la sua opposizione alla produzione di iPhone in India. La tensione è aumentata quando Trump ha dichiarato su Truth Social che Apple dovrà affrontare un dazio significativo per gli iPhone non prodotti negli Stati Uniti. Attualmente, l’applicazione di dazi su alcuni dispositivi elettronici, inclusi gli smartphone, è sospesa, ma Apple non può ignorare le richieste di Trump. Secondo il Financial Times, Foxconn, uno dei principali partner di Apple, sta investendo 1,5 miliardi di dollari per espandere la produzione di display per iPhone in India, evidenziando la difficoltà di un ritorno completo della produzione negli Stati Uniti.
Le conseguenze per i consumatori
Se le minacce di Trump dovessero concretizzarsi, i consumatori potrebbero affrontare un aumento dei prezzi degli iPhone, con modelli come l’iPhone 16 Pro Max che potrebbero arrivare a costare fino a 3.500 dollari. Inoltre, Trump ha comunicato che le trattative con l’Unione Europea non hanno avuto esito positivo, suggerendo l’imposizione di un dazio del 50% su tutti i beni importati negli Stati Uniti a partire dal 1 giugno. La Commissione Europea ha già preparato contromisure per un valore di 95 miliardi di euro, dimostrando che le ripercussioni di queste politiche commerciali potrebbero estendersi ben oltre i confini americani.