Storia di Marie Curie, la mamma del nucleare (che ha ispirato Einstein)

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No, l’età non può invecchiarli. E oggi ne avrebbero 115, di anni, o 130, è uguale, non è importante. La loro fisica, è fisica viva, non fa ancora parte della storia, nessun manuale da museo han scritto.

Ogni volta che si prendono in mano i libri scritti dai fisici del XX secolo, Einstein, Schrodinger, Pauli, Heinsenberg, Marie Curie, Dirac e gli altri, ci trovi dentro qualcosa, uno spunto, un aneddoto, una trovata che prima non avevi mai immaginato di pensare, e poi esiste, c’è, dilaga nella tua mente, prende forma e diventa qualcosa d’altra, qualcosa di utile per te.

Marie, la vera mamma del nucleare

Prendiamo Marie Curie, l’unica donna in quella famosa foto in bianco e nero datata 1927 che non smetto mai di guardare (da questa foto ho fatto nascere uno spettacolo che porto in giro nelle scuole nei festival, e nei teatri, si chiama Monologo Quantistico, tutte le info sul mio sito www.greisonanatomy.com, poi un libro già pubblicato, e ora ne sto scrivendo un altro).

Insegnamenti che non sono certo solo di grammatica scientifica, ma vere e proprie regole di vita. Sta in questo la definizione di fuoriclasse assoluti della storia del mondo. Parentesi: e in quella foto ce n’erano 29, ventinove fuoriclasse, tutti in un solo posto.

Perché piaceva tantissimo ad Einstein

Dicevo, Marie Curie. Madame Curie non era molto convinta del matrimonio, in generale: per lei l’indipendenza era una cosa seria. Era una donna emancipata per i suoi tempi. Altre donne sono costrette, compiacenti o rassegnate, o perché la società lo impone, a cercare nel matrimonio e nella maternità la propria realizzazione – madame Curie no, lei cerca la sua realizzazione solo in quello che fa. Per questo Einstein la definisce la più grande scienziata di tutti i tempi.

Marie Curie dedica la sua vita all’isolamento e alla concentrazione del radio e del polonio. Negli ultimi anni della sua vita fu colpita da una malattia quasi certamente contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni di cui, all’epoca, si ignorava la pericolosità.Ancora oggi tutti i suoi appunti di laboratorio, persino i suoi ricettari di cucina, sono considerati pericolosi a causa del loro contatto con sostanze radioattive. Sono conservati in scatole piombate e chiunque voglia consultarli deve indossare abiti di protezione. Chi va a Parigi nei suoi laboratori, si imbatte proprio in questo.

L’importanza di Marie Curie nella storia è dovuta alla sua totale, seria, costante dedizione al lavoro.

I 3 motivi per cui ogni innovatore deve ispirarsi a lei

Dalla vita di Marie Curie possiamo trarre moltissimi insegnamenti.

Ma i più importanti, quelli che possono e devono ispirarci tutti (non solo le donne) sono 3:

  1. La professionalità in quello che si sta facendo, ce l’ha insegnata lei. Da lei, dalla sua storia, dobbiamo attingere ogni volta che le situazioni contingenti di negatività stanno per prendere il sopravvendo, la sciatteria intellettuale del vicino ci sta per investire. Da Marie Curie, la grande scienziata.
  2. Ha vinto pure 2 Nobel, che per una donna sono veramente una formidabile conquista.
  3. Marie Curie è un simbolo di riscatto per le donne di tutto il mondo, lei che riuscì, in un’epoca nella quale il sesso femminile non aveva ancora accesso a molti settori della società né tanto meno poteva ambire a ricoprire ruoli di potere, a diventare una scienziata di fama mondiale, un’insegnante universitaria e addirittura vincitrice di due Nobel.

Il giorno dopo il funerale del marito lei va a insegnare al posto suo

Una delle cose grandi che è importante ricordare di Marie Curie è questo aneddoto: il marito, Pierre Curie, morì tragicamente travolto da una carrozza nel 1906, e a quei tempi insegnava fisica alla Sorbona di Parigi.

Offrirono quella cattedra a Marie Curie, lei la prese subito, al volo, senza neanche far perdere un giorno ai ragazzi che seguivano il corso universitario, neanche un giorno con un supplente. Marie Curie prese la cattedra del marito già dalla lezione successiva, il giorno dopo, e la continuò – senza averlo chiesto a nessuno – esattamente dal punto esatto, dall’ultima frase, dall’ultima parola dove l’aveva interrotta il marito.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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