Of many, one: giovani artisti a New York

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La mostra, in corso a New York presso la Scaramouche Gallery fino al 2 gennaio, trae la sua ispirazione dal romanzo di Italo Calvino “Se una notte d’inverno un viaggiatore”. Il romanzo ebbe grande successo negli Stati Uniti dove si affermò immediatamente come uno dei maggiori esempi di letteratura postmoderna. Ora un gruppo di otto artisti di diversi paesi, ma tutti con base a Londra, prendono spunto proprio da questo romanzo per la mostra “Of many, one”.

Il romanzo di Calvino inizia fin da subito in maniera anomala, con un invito al lettore: «Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero.

Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto…».

Dopo questa istanza iniziale, il secondo capitolo inizia con una storia ambientata in una stazione ferroviaria, in una notte buia, in cui un uomo indugia tra un bar e una cabina telefonica. Con l’approssimarsi del punto saliente della vicenda, il racconto finisce; il narratore del primo capitolo si inserisce nuovamente per informarci che questo romanzo, è vittima di un errore di stampa. Il libro che lo contiene ha solo una parte del testo, che si ripete all’infinito. Come la trama va avanti, ogni storia successiva arriva a un binario morto, mentre le interruzioni e la ricerca di una narrativa completa, diventano il dinamismo principale del romanzo.

Sorretta da una struttura similare, “Of many, one“, porta avanti una serie di narrazioni interrotte.

Storte, a volte saturnine e spesso con un umorismo diretto. Questi lavori insomma funzionano come versioni abbreviate di una pratica più ampia. Messa insieme da una serie di relazioni incomplete, la mostra agisce come un gesto cumulativo; una serie di estratti isolati che si svelano in una storia più ampia.

Galleria fotografica

Spingendo ritmi inaspettati nella mise en scène tradizionale, i video di Johann Arens sono tracciati secondo le tecniche dei pionieri del video strutturalista degli anni ’60 e ’70, Stan Brakhage e Kenneth Anger, e i registi fantasy della fine degli anni ’90 come Michel Gondry e Charlie Kaufman.

Ugualmente attenta ai meccanismi strutturali, Rehana Zamsn crea performance, video e lavori su carta che individuano le posizioni degli agenti politici all’interno di strutture narrative.

Influenzato da un background nella progettazione dei set di Hollywood, Chas Higginbottom sottolinea l’artificio nella pratica concettuale del pre-confezionato, ammassando elementi incongruenti che esulano dalle opere d’arte tradizionali.

Sviluppando un linguaggio basato sullo sviluppo di un personaggio, i dipinti di Chad Burt rappresentano differenti iterazioni dello stesso super-archetipo: la figura di uomo solitario alla deriva in una terra settentrionale deserta. Allargandosi dal particolare all’universale, questi quattro artisti isolano un elemento essenziale della narrazione (personaggio, trama, ambientazione, genere e tema) e lo rendono disponibile a un campo più ampio di indegine e analisi.

Piuttosto che muoversi dal particolare all’universale invece, altri lavori in mostra funzionano più attraverso l’evocazione che la definizione. Per la serie di collage “Kampfbereit”, Hans Diernberger dipinge navi da guerra sospese all’orizzonte, le loro intenzioni non chiare.

Egualmente ambigua, l’installazione di Daniel Lichtman assume la stessa fascinazione nei confronti della tecnologia futura che ha sollecitato la metameccanica dei Jean Tinguely o le visioni utopistiche di Oskar Schlemmer. Piuttosto che a complicati concetti sul futuro, le sculture d’argilla di Laura Morrison guardano indietro per essere coinvolte in narrazioni primordiali.

Connettendo il corpo e la terra, come hanno fatto molte artiste prima di lei, va ad abitare la linea sottile tra complicità e criticismo. Isaac Muñoz infine, prolifico creatore di situazioni, avvenimenti ed eventi, lega lo spazio dell’esibizione tutto insieme rendendolo il suo soggetto, creando dunque una meta-narrazione che mette in relazione tutti gli altri lavori.

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Scritto da luxu

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