Il digitale in Toscana decolla con SPID

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Realismo e passione, concretezza e visione. Parlando di SPID e digitalizzazione, Vittorio Bugli, assessore alla presidenza ai sistemi informativi della Toscana, dosa con paziente equilibrio tutti gli ingredienti della strategia per l’innovazione della PA che vede la sua regione all’avanguardia, nonostante il delicato rapporto coi comuni, e le differenti velocità nell’adottare strumenti e best practice uniformi, che facilitino la vita ai cittadini.

Il Sistema Unico di identità Digitale in Toscana è una realtà acquisita e consolidata, per ora all’interno di una piattaforma online aperta e innovativa come Open Toscana, un spazio virtuale per accedere ai servizi regionali, ma non solo: un collettore di Open Data, discussioni e partecipazione, App, ma anche un luogo dove trovare informazioni sulle opportunità, sui bandi per sostenere le startup.

E soprattutto la piattaforma Cloud Toscana per ospitare enti pubblici e privati che vogliano offrire servizi a cittadini e imprese; il primo Data Center Pubblico in logica Cloud Computing.

Spid utile quando si alza la complessità

“Con Open Toscana abbiamo creato un luogo aperto per tutti i cittadini che vogliano utilizzare i servizi regionali, contribuire con suggerimenti e critiche – spiega l’assessore -. SPID faciliterà l’utilizzo di quello che metaforicamente definisco un bel salotto accogliente, che grazie a SPID può diventare ancora più ordinato. Far entrare le persone spontaneamente non è mai facile, bisogna incentivarle e sicuramente il Sistema Unico di Identità digitale può aiutare, sapendo che è uno strumento molto utile proprio quando il livello di complessità si alza”. La mossa SPID in questa regione è stata giocata in anticipo rispetto a tutte le altre.

I servizi regionali collegati sono già tanti: tra i più importanti troviamo “Comunico”, il sistema che privati, imprese e associazioni possono usare per inviare e ricevere documenti con la Pubblica Amministrazione. “IRIS”, un’infrastruttura di pagamento integrata in PagoPA operante a livello regionale che consente a cittadini, imprese e altri soggetti di eseguire pagamenti nei confronti della PA attraverso molteplici strumenti di pagamento. Sempre con SPID è possibile trasmettere dei progetti al Genio Civile. STAR, ovvero il servizio di accettazione telematiche di istanze Suap. E tanti altri saranno aggiungi nelle prossime settimane.

Comuni al rallenty. Serve un piano B

Discorso diverso, invece, va fatto per i comuni: su questo fronte, infatti, le cose procedono più lentamente. “Con Open Toscana vorremmo supportare i Comuni nell’adeguamento a SPID ma anche a digitalizzare tutti i loro servizi – commenta Bugli -.

L’innovazione vera, quella realmente percepita dai cittadini come utile e concreta, passa attraverso questo salto di qualità che i comuni devo assolutamente fare in tempi rapidi. Non possiamo obbligarli, al massimo possiamo stimolarli, ma qui in Toscana in troppi hanno il difetto di volere fare tutto da soli, non sfruttando le sinergie e le risorse che abbiamo messo a disposizione. Software, competenze, piattaforma: noi stiamo facendo la nostra parte al meglio delle nostre possibilità”.

Banda ultra larga entro il 2020 e tanta collaborazione

SPID e Open Toscana fanno parte di una strategia digitale complessiva che fa viaggiare i suoi dati sulle autostrade della banda larga (velocità di connessione fino a 30 Mbps, mille km di cablaggio per raggiungere il 99,7% della popolazione) che in Toscana entro quest’anno raggiungerà 1.250 località e 190 comuni. Inoltre già 11 di questi sono raggiunti dalla banda ultra larga (fino a 100 Mbps): un’infrastruttura che entro il 2.020 abbraccerà tutta la regione, prioritaria per la competitività delle aziende.Pensando però alla digitalizzazione dei servizi comunali e alla loro effettivo utilizzo, Bugli sottolinea un concetto, che dovrebbe essere condiviso da tutti: collaborazione. Facciamo succedere insieme le cose. Per questo suggerisce un piano B: “Inutile negarlo, coi comuni siamo indietro su alcuni aspetti, per questo vorrei stabilire assieme, una lista ristretta di dieci punti, servizi che devono essere digitalizzati e facilmente accessibili con SPID entro una data concordata e definitiva. Tuttavia chi non riuscirà a mantenere l’impegno potrà beneficiare di un’alternativa, utilizzando la piattaforma regionale che noi mettiamo a disposizione, dove rendere fruibili i loro servizi. Lavoriamo quindi allo switch off obbligatorio per tutti, dotandolo però di una via parallela per coloro che, per varie ragioni, avranno più difficoltà”. Insomma, una soluzione efficace contro la frammentazione, ma al tempo stesso morbida e graduale per accelerare l’innovazione e facilitare la vita ai cittadini.

La difficoltà principale riguarda la PA e il suo effettivo livello di preparazione a questo passaggio

A volte commettiamo l’errore di guardare il dito che indica la luna, anziché quest’ultima, perdendo di vista l’obiettivo del nostro sguardo: “In questa fase il problema vero non è quello spingere le persone ad adottare gli strumenti e i servizi digitali – spiega l’assessore – Semmai la difficoltà principale riguarda la PA e il suo effettivo livello di preparazione a questo passaggio, così importante per l’intero paese”. Sulla gratuità di SPID, Vittorio Bugli, non vede ostacoli particolari: “Mi piacerebbe mantenere SPID gratuito, anche se non lo reputo un fattore decisivo. Nel senso che se i cittadini e le imprese dovessero beneficiare di un autentico valore aggiunto, in termini di quantità, qualità e semplificazione dei servizi, sono convinto che sarebbero ben disposti a pagare un piccolo canone di utilizzo. Così come oggi avviene per le spese di segreteria o per la PEC. Molto dipenderà da quanto saremo bravi a fornire opportunità realmente vantaggiose”.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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