Ecco i pionieri del nuovo made in Italy. Live dal CNA NeXT di Firenze

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Venerdì 8 novembre e sabato 9 si terrà a Firenze il quarto capitolo di CNA NeXT #manifatture, il Festival dell’intelligenza collettiva che CNA Giovani imprenditori porta in giro per l’Italia da 4 anni.

Visto il dibattito mediatico quotidiano sui temi del Made in Italy che se ne va, dei makers e degli artigiani digitali, quest’anno l’evento punterà proprio nel riunire tutti questi temi: come restare e come competere, volendo dare al Paese e ai giovani un futuro. Chi sono i Pionieri del nuovo Made in Italy?

Partiamo dal quadro generale, perché non sembri che nell’enfasi giovanile si nasconda una inconsapevolezza di ciò che è ed è stato.

La manifattura è quel processo produttivo di trasformazione di materie prime in prodotti finiti o lavorati, che rappresenta in Italia il 9,9% del totale del tessuto imprenditoriale.

Ma, a titolo esemplificativo, i settori principali del manifatturiero, quali la metalmeccanica e l’elettronica rappresentano il 48% dell’export italiano; il made in Italy “puro” (alimentare e moda) fa circa il 17% di export. Insomma il manifatturiero in Italia conta oltre 389 miliardi di export.

E questa cifra è molto meno del suo reale potenziale, sono quindi cifre su cui bisogna cominciare a ragionare, soprattutto in termini di visione economica. Se poi nel mondo la grande industria è stata il motore del settore manifatturiero, in Italia questo primato è detenuto dalle piccole imprese, e anche sulla natura del nostro tessuto produttivo bisogna imparare a ragionare.

L’affermazione della piccola impresa si è fondata spesso sulla valorizzazione di condizioni imprenditoriali locali capaci però di attivare relazioni con ambiti più vasti, nazionali e internazionali.

Alcune delle caratteristiche peculiari della situazione italiana sono state: la tradizione commerciale e artigianale storicamente radicata; una forza lavoro dispersa in una miriade di unità di piccole dimensioni; la struttura familiare “allargata”; una forte coesione sociale e culturale.

Da qui, dai distretti, dalla produzione diffusa, dalle specializzazioni territoriali, dal saper fare è nata ed è ancora la storia del sistema produttivo del nostro Paese. In questo quadro l’artigianato, che oggi in Italia conta oltre 600.000 imprese, il 12, 5 del pil, e il 18% dell’export totale, ha un’accezione ancora più definita.Piccole dimensioni aziendali, conduzioni prevalentemente familiari, il lavoro dell’imprenditore nell’azienda e l’estrema flessibilità della produzione che consente di fare pezzi unici e customizzati sulle esigenze del cliente.

E contrariamente a quanto si immagina anche molti dei settori più innovativi (informatica, elettronica, automazione, le biotecnologie e i nuovi materiali) sono profondamente artigianali.

Sono infatti legati fortemente al saper fare e alla capacità di interpretare le esigenze dell’utilizzatore finale, intrisi contemporaneamente di creatività ed esperienza sedimentata.

E’ a questo punto che si innesta la storia di CNA NeXT.

da questo enorme portato di storia, cultura e società bisogna partire oggi per rilanciare l’economia dei distretti, spalmando su questa ricchissima realtà le enormi potenzialità oggi offerte dalla tecnologia, dal web e dai mercati globali.

Così i legami fisici dei distretti devono diventare legami virtuali, collaborativi, veloci, che viaggiano sui canali della rete, si espandono nel territorio mondiale andando ad occupare nicchie di mercato, che essendo mondiali, sono comunque enormi opportunità economiche”.

Internet, oltre ad essere uno strumento che abbatte le barriere di accesso ai nuovi mercati e che modifica le filiere produttive, ha creato una cultura della rete, ovvero della condivisione, collaborazione, interscambio, open source e copy left.

In questo nuovo contesto gli artigiani hanno un approccio diverso all’impresa che li porta a valorizzare molto di più le relazioni e a connettersi ad altri artigiani e a potenziali clienti.

Sono meno gelosi del proprio know how perchè sanno che quello che ottengono dalla condivisione è molto più importante di quello che perdono.

Questo aspetto definisce una profonda differenza antropologica con il modo in cui lavoravano i loro genitori, oggi si è sviluppata una tendenza maggiore alla collaborazione. Stanno nascendo aziende artigiane molto specializzate in quel che sanno fare meglio, che si perfezionano in un particolare ambito o all’interno di una particolare comunità (che è anche filiera) in grado di fornire un prodotto che si evolve in base alle esigenze, alle mode, ai trend che si generano nelle comunità stesse.

Oggi la filosofia dell’open source, nata nell’informatica, è stato applicata all’arredo, al tessile, all’elettronica e il risultato sono le produzioni distribuite e un’interazione completamente capovolta con il cliente finale, che non compra più il prodotto finito, ma si inserisce quasi nella filiera produttiva indicando i propri bisogni e “testando” i prodotti prima che questi arrivino sul mercato.

Le stesse filiere non sono più distinte ma interconnesse, contaminate. Non esiste più un prodotto che sia solo prodotto, deve avere una storia da comunicare, un brand, un packaging adatto, un sito dove poterlo ammirare, un’immagine da poter vendere. Si utilizza l’arte di artigiani specializzati e si lavora in modo orizzontale, co-creando reti che valorizzano il “saper fare” di ognuno”.

Oggi l’artigianato italiano ha solo in parte tenuto alla crisi, il comparto nel complesso è diminuito come numero di imprese, solo ora torna ad avere una flessione un pò più positiva.C’è stata una drastica selezione darwiniana, ed è sopravvissuto e si è riprodotto, come in tutti i settori economici, solamente chi ha internazionalizzato e venduto all’estero ed ha sposato la causa dell’innovazione (web, comunicazione, innovazione di prodotto). E la qualità.La qualità ad un certo punto messa in crisi dalle grandi produzioni di massa e dal lavoro a basso costo delle produzioni cinesi, sta avendo la sua rivincita.

Le produzioni stanno tornando a casa e il saper fare, il genius loci, la buona fattura sono tornati ad essere l’anima delle cose. I prodotti di qualità del Made in Italy (alimentare, moda ed arredo) tengono e crescono e i settori-nicchia vivono di grandi opportunità in un mercato globale oggi reso più vicino dal web.

Ho la netta percezione che l’idea di Made in Italy che hanno all’estero sia molto più alta di quella che abbiamo noi qui. Basta viaggiare per accorgersene: su alcuni temi come moda, cibo, arredo, il Made in Italy è ancora uno status symbol.

Per molto tempo il Made in Italy nel mondo è stato incarnato e simboleggiato da Marcello Mastroianni che si toglie gli occhiali da sole ne ‘La dolce vita’. In quel gesto si coagula un modo di vivere, un insieme di valori e di prodotti. Un’immagine molto più efficace in termini di ritorno di molti programmi di internazionalizzazione in cui il nostro Paese abbia investito.

La fusione di innovazione e tradizione è potenzialmente dirompente.

CNA NeXT vuole generare un nuovo racconto, il racconto della nostra “grande bellezza” con i linguaggi, gli strumenti e la cultura della modernità.Vuole costruire un immaginario collettivo sulle storie di un nuovo Made in Italy che – coerente con il passato – valorizzi una generazione moderna, connessa, cosmopolita, tecnologica e che sappia coniugare il saper fare e le esigenze del mondo attuale: i pionieri del Made in Italy.

Questo racconto CNA NeXT venerdì e sabato lo farà con i grandi nomi del made in Italy italiano e con le eccellenze della manifattura artigianale, in un programma ricco di visioni ed esperienze complementari, da quelle artistiche a quelle scientifiche, con la presenza di due Ministri ai quali far intravedere le tracce di una tendenza che si vuole diventi oggetto di attenzione di una nuova agenda politica.

Gli interventi in programma:

– Il Ministro per gli Affari Esteri Emma Bonino.

– Il Ministro per l’istruzione Maria Chiara Carrozza.

Stefano Micelli (autore di “Futuro Artigiano”) Qui e qui due suoi articoli su Chefuturo!

Peter Barron e Giorgia Abeltino (Google)

Alberto Piantoni (Missoni),

Ermete Realacci (Symbola),

Francesco Bottigliero (e-Pitti.com),

Guido Martinetti (Grom)

Oliviero Toscani

A dialogo con Luca De Biase, Carlo Ratti.

Il programma completo è disponibile a questo link.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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