Cultura e turismo, così Lesocinn ha coinvolto tanti giovani

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Mesi fa, quando era ancora soltanto un’idea che frullava nelle nostre menti, avevamo di concreto, da cui partire, solo tre consapevolezze. La prima, che il futuro della città di Lecce dovesse passare dal binomio cultura/turismo, attorno al quale costruire progetti di sviluppo dell’intero territorio. La seconda, che qualsiasi progetto avrebbe dovuto coinvolgere e valorizzare i giovani quali ideatori e produttori di servizi per la città. La terza, che per parlare di innovazione sociale occorre lavorare contestualmente tanto sui servizi quanto sul capitale umano, tanto sulle infrastrutture quanto sulle persone, quindi sul senso di comunità, sulla coesione, sulla partecipazione come strumenti per raggiungere risultati tangibili e concreti che rispondano a bisogni sociali della comunità. Tre certezze, quindi: temi, soggetti e strumenti.

Un hub per le idee

A partire da questi assunti, dopo una fase di brainstorming e riunioni fiume, abbiamo pensato ad un hub che connettesse idee e persone per innovare e potenziare l’ecosistema culturale e turistico della città attraverso la promozione di nuove pratiche, metodi e tecniche di progettazione partecipata. Lecce Social Innovation City, questo il nome del progetto, si è trasformato poco dopo da idea in realtà, è stato promosso dal Comune di Lecce e cofinanziato da Agenzia Nazionale per i Giovani, ANCI e Fondazione Istituto per la Finanza Locale e realizzato grazie al partenariato con alcune realtà di assoluto prestigio nell’ambito dell’Innovazione sociale, da “Diffondere Idee di valore” a “The Hub Roma”, da “Rena” a “The Qube”, da “Asset Camera” a “Italia Camp”.

Un mix di esperienze e di vissuti che abbiamo messo a disposizione dei ragazzi in un confronto fra pari, in uno scambio, non soltanto dialogico, ma fatto di pacche sulle spalle, di sorrisi, di abbracci.

Alla “chiamata pubblica” hanno risposto talmente tanti giovani che siamo stati costretti ad aprire il primo incontro a tutti i partecipanti e non solo ai 100 previsti dal bando

Abbiamo capito subito che #Lesocinn ci avrebbe rapito cuori e anime. Alla “chiamata pubblica” hanno risposto talmente tanti giovani che siamo stati costretti ad aprire il primo incontro a tutti i partecipanti e non solo ai 100 previsti dal bando. Una selezione naturale, i tempi lunghi, l’impegno gravoso hanno fatto sì che non tutti arrivassero alla fine del progetto.

Sono rimasti in gioco quelli più motivati, più determinati, più creativi. Ci sono voluti ben sei mesi di lavoro per progettare e confrontarci sul doppio asset cultura/turismo: due incontri di partecipazione e co-progettazione il 4 e 5 dicembre, una giornata (il 23 gennaio) in cui sono stati scelti i trenta responsabili dei cantieri, e una due-giorni di workshop il 30 e 31 gennaio per definire e delineare i progetti. I cantieri progettuali di Lecce Social Innovation City hanno poi continuato il lavoro per migliorare la propria idea prima dell’ultima fase di incubazione e implementazione.

Quattro progetti e tanta innovazione

Uno degli ultimi step ha previsto il “mentoring” di imprenditori ed esperti del settore: Antonio Perdichizzi (vicepresidente di ItaliaStartup), Fabrizio Sammarco e Riccardo Santilli (ItaliaCamp), Rosanna Prevete (Rena – Rete per l’Eccellenza Nazionale), Annibale D’Elia, Marco Traversi (Aaministratore di Project Ahead), Dario Carrera e Michele Melis (The Hub Roma) e Stefano Cucca (Rumundu). L’incontro finale del progetto, il 28 maggio, è servito infine per presentare alla città i quattro progetti finali: Metropolitema, un sistema integrato di itinerari tematici, pensati come linee metropolitane di una grande città; Video360, un progetto che permette di viaggiare con un semplice click, offrendo sia esperienze di itinerari completi da esplorare in rete, sia una piattaforma di incontro tra domanda e offerta di spazi accessibili; Clide, l’idea di un portale per conoscere il territorio in maniera consapevole con una guida turistica certificata; infine Scorci, idea di rigenerazione urbana dal basso con l’obiettivo di trasformare, attraverso eventi generativi, “scorci” inattivi o trascurati della città in spazi comuni condivisi e riattivati per e con i cittadini.

Rimane soprattutto il viaggio che abbiamo fatto insieme, le sue tappe e i suoi traguardi

Oggi, a progetto terminato, rimangono le idee che sono state sviluppate e che siamo certi si concretizzeranno presto. Ma rimane soprattutto il viaggio che abbiamo fatto insieme, le sue tappe, e i suoi traguardi. Rimangono le esperienze, umane e professionali, la consapevolezza progettuale, la responsabilità personale, la capacità di lavorare in sinergia con tante realtà. Rimane il senso di un progetto che in realtà non si è concluso, la voglia di guardare con nuovi occhi e nuovi stimoli alla propria città, rimane la volontà di metterci nuovamente le mani, la testa e il cuore. Rimane il significato vero dell’innovazione sociale, ossia attivare esperienze di senso che si tramutano in prodotti, servizi e/o modelli, che generano valore per se stessi e per la società.

ALESSANDRO DELLI NOCI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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