Così Vimeo “embedderà” un paese della Calabria (e il suo cinema rivoluzionario)

innovaizone

Sono un emigrante. Ce l’ho nel DNA.

Sono nato il 29 febbraio del 1988 a Figline Valdarno in Provincia di Firenze, figlio di un calabrese e di una calabro-venezuelana. Dopo ci siamo trasferiti a Roma, fino al 1993 quando sono emigrato a Caracas. Sono cresciuto lì e ho studiato giornalismo.

Quando il governo ha chiuso un canale della televisione sono andato a protestare in piazza e la polizia mi ha preso e mi ha portato alla Guardia Nacional per torturarmi, accusandomi di “guarimba”. Grazie all’Ambasciata Italiana sono stato rilasciato. Un anno dopo sono stato vittima di un sequestro insieme a un ragazzino di 12 anni. Per le statistiche del Venezuela, mi ritengo fortunato fortunato: sono vivo. Un mese dopo il mio sequestro hanno provato a rubarmi la macchina e sono scappato.

Mi hanno preso e picchiato tra venti motorizados e lì mi sono reso conto che dovevo andar via.

Nel 2009 sono emigrato a Madrid per laurearmi in Cinema. Ho conosciuto la mia ragazza lì, Sara studiava Belle Arti. Insomma, eravamo destinati alla disoccupazione.

Nel 2012, un po’ frustrati per la situazione economica e lo snobismo del mondo del cinema, ci è venuta l’idea: tornare ad Amantea, il paese dei miei nonni, per fare un festival del cinema indipendente di cortometraggi.

L’abbiamo chiamato La Guarimba. Non per protestare contro il governo del Venezuela ma per rivendicare il diritto alla parola, alle radici della parola. Ci siamo resi conto che Guarimba veniva dal vocabolario degli indios venezuelani e significava “posto sicuro”. E ci siamo detti: cos’è un cinema se non una Guarimba, un posto sicuro?

Sono un emigrante.

Sono la mischia delle mie esperienze. Sono fortunato di aver vissuto tanto in così poco tempo.

Arrivati in paese, abbiamo scoperto l’Arena Sicoli, un cinema all’aperto di 938 posti, chiuso come tanti cinema in Italia. Abbiamo parlato con il proprietario, proponendogli di ristrutturare il cinema in cambio di poterlo utilizzare come location per La Guarimba: il signor Sicoli ha accettato e noi abbiamo coinvolto tutta la cittadinanza per togliere la ruggine e pitturare una per una ciascuna sedia.

La prima cosa che abbiamo fatto è stato raccontare ciò che ci piaceva del paese. Abbiamo creato una piccola serie autoprodotta di video, La Mia Mantia, intervistando otto personaggi del paese che lavorassero con le mani. Così ci siamo fatti conoscere in paese, cominciando a sentirci parte di qualcosa.

Nel frattempo Sara iniziava il suo progetto come illustratrice, utilizzando i social media per fare un disegno al giorno. I suoi professori di Belle Arti non l’avrebbero mai accettato: “il fumetto è un arte minore”. Per non parlare dell’uso di Facebook e Instagram, ahinoi! È stata Sara a creare Artists For La Guarimba, un progetto ispirato alla tradizione delle locandine cinematografiche del passato, quando si realizzavano a mano, modificando il design a seconda del Paese. Con Sara, abbiamo deciso di fare una mostra annuale con 30 artisti da tutto il mondo che facessero una versione della nostra locandina ufficiale e la nostra scimmia.

L’Arena Sicoli è stato il nostro Cinema Paradiso, con un cartellone in piazza che in passato annunciava i film e distrutto dall’acqua e dal tempo.

Un pomeriggio abbiamo chiamato le bande del paese in piazza per suonare mentre cambiavamo la vecchia locandina per quella dell’annuncio della Guarimba.

La ristrutturazione è stato un lavoro massacrante: abbiamo zappato, pulito, pitturato, e tante altre cose. E’ stata una delle cose più belle che ho mai fatto nella mia vita. Persone del paese e dintorni si sono avvicinati a dare una mano, persone di destra e di sinistra, giovani e vecchi (persino mio nonno di 88 anni che non ha mai detto una parola in vita sua!). Alcuni mi invitavano a smettere, perché “il cinema non è tuo, è di un privato”. Ho sempre pensato che si sbagliassero: in un certo senso, le strutture culturali, private o pubbliche, sono di tutti e dobbiamo fare in modo sopravvivano e siano aperte, funzionanti e vitali.

Il cinema alla fine l’abbiamo ristrutturato. Per la prima edizione, in risposta alla nostra call internazionale, abbiamo ricevuto 303 cortometraggi. In giuria abbiamo portato il regista spagnolo Nacho Vigalondo. Il festival è stato un successone, con più di 1000 presenze ogni sera. Abbiamo avuto la conferma che il cinema è una attività collettiva che la gente ama fare. Dopo la prima edizione abbiamo ripreso il viaggio, portando cinema e illustrazione della Guarimba in giro per il mondo, fino ad un tour negli Stati Uniti.

La Guarimba sarebbe stata impossibile senza internet.

Usando Dropbox e WeTransfer per ricevere i cortometraggi, Skype per telefonare aall’estero, Facebook, Instagram e Twitter per spargere la voce. Su Twitter ci ha contattato un imprenditore degli Emirati Arabi che ha voluto sponsorizzare la prima edizione del festival, permettendoci insieme agli sponsor local, di affrontare le spese principali perché il nostro comune, la nostra regione, la nostra provincia non hanno creduto nel progetto: loro finanziano “solo progetti culturali, non queste cose”. Sempre su Twitter ho conosciuto Fabrizio Martire (originario di Amantea), uno dei fondatori di Gummy Industries, una agenzia di comunicazione italiana che organizza Pane, Web e Salame, il primo evento dove siamo andati da speakers senza saper cos’era. Lì abbiamo parlato della nostra storia e di come “internet ci ha salvato la vita”.

Un giorno, mentre smerigliavo una sedia blu sotto il sole calabro di giugno alle tre del pomeriggio, mi arriva una telefonata dal nord d’Italia. Mi chiedevano se potevo partecipare a un evento sull’innovazione sociale. Ho subito detto di sì senza sapere cosa cavolo significasse questa #innovazionesociale di cui tutti gli italiani avant garde parlano.

Noi non sapevamo di fare innovazione. Non sapevamo neanche cosa significasse.

Adesso, se devo definirla, credo sia un modo di fare le cose, ma non un modo che ci siamo inventati. Innovazione è fare quello che ti dice la passione, con ragione e metodo. Arrivati a questo evento organizzato da persone che si definiscono di sinistra in un posto motlosfarzoso, andiamo a prendere i pass e ci dicono che Sara Fartini, la co-fondatrice de La Guarimba, non è in lista e che deve pagare. Mentre sto spiegando che siamo gli speaker della conferenza, arriva la ex-sindaco di Milano con il suo assistente, scavalcano la fila, prendono i pass senza pagare e vanno via. A questo punto, decido di andar via ma prima mi ferma uno degli organizzatori e ci fa passare senza però dare a Sara il pack perché “sono contati”. Questa piccola umiliazione mi fa cambiare un po’ il discorso che pensavo di fare, puntualizzando l’importanza di essere coerenti con quello che si dice, che si fa e che si pensa.

A La Guarimba non ci sono posti riservati per i politici: se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo farlo da questi piccoli gesti dove il potere agisce e ci frega. Credo che solo rinunciando a queste dinamiche sbagliate, siamo riusciti a fare un festival con una squadra di ventenni tra la Spagna, il Venezuela, l’Italia e gli Stati Uniti, portando volontari da tutto il mondo ogni anno. In quella conferenza, però, ho conosciuto Roberto Covolo, “Rombi” per gli amici, un pugliese che tra tante cose ha creato l’ExFadda di San Vito dei Normanni, un vecchio stabilimento enológico abbandonato, restituito alle persone e alle idee. Rombi ha ascoltato il mio intervento e dopo è venuto da noi per invitarci a vedere cosa stava succedendo in Puglia. Con Rombi ho capito cosa fosse quella che tutti rivendicano come innovazione sociale, un movimento basato sulla fiducia e la collaborazione tra le persone: una cosa che all’ExFadda è riuscita molto bene.

Ci siamo innamorati della Puglia vista da Rombi e così a settembre dell’anno scorso abbiamo sviluppato un progetto più ambizioso: La Scuola Delle Scimmie, una scuola montessoriana con l’obiettivo di formare attraverso la democrazia partecipativa e il lavoro di squadra. Così, per un mese intero siamo stati a Lecce alle Manifatture KNOS per formare 45 ragazzi in cinema e illustrazione insieme a amici illustratori e filmmakers che hanno fatto da docenti, mettendo luce sulle cose che l’educazione formale ignora.

È stato Roberto Covolo a presentarci ad Andrea Bartoli, un pazzo siciliano che ha creato la Farm Cultural Park di Favara. Lui ha subito visto la forza che aveva il progetto e ci ha invitati a portarlo in Sicilia: da quel momento abbiamo organizzato 3 diverse iniziative con la FARM, portando cinema e illustrazione.

Per la seconda edizione de La Guarimba non ci hanno più prestato l’Arena Sicoli: in tanti hanno goduto, dicendoci: “lo sapevamo”.

Per noi è stata una battaglia persa, ma mica la guerra.

Non abbiamo perso l’esperienza nè l’emozione di riaprire il cinema. Non ci siamo fermati e abbiamo chiesto al Comune di poter realizzare La Guarimba al Parco Naturale La Grotta, un posto spettacolare ma senza schermo. Così abbiamo contattato AirScreen a Vienna, la più grande azienda di schermi gonfiabili e ci hanno fatto da sponsor con uno schermo di dodici metri.

Anche quell’anno il Comune non ci ha finanziato. Ci ha prestato 500 sedie e, anche se il festival è gratuito perché vogliamo che così sia, hanno avuto la pretesa di far pagare 1 euro a sedia al giorno al nostro pubblico. Ci siamo arabbiati e abbiamo protestato: noi stiamo realizzando un festival gratuito per tutti non finanziato dai soldi pubblici, le sedie sono state comprate con le tasse dei cittadini per godersi l’estate, non è giusto che il Comune faccia profitti sul lavoro degli altri. Alla fine, ci hanno dato le sedie, ma mica quelle belle e nuove. Per La Guarimba andavano bene sedie sporche e arrugginite. Il potere funziona così: punisce chi non balla la musica. Noi non ci siamo fermati e abbiamo continuato.

In questi tre anni abbiamo fatto in modo che i giornali nazionali parlassero del mio paesino non per mafia o inquinamento ma per qualcosa di positivo e reale. Siamo riusciti a conoscere realtà meravigliose e mi sono scoperto orgoglioso di essere italiano, ma di questa Italia diversa, piena di persone con voglia di cambiare il mondo con semplicità e qualità.

Quest’anno porteremo Vimeo a La Guarimba. Loro non sono mai stati in Europa: i direttori dei festival importante, quelli che avrebbero fondi e relazioni per invitarli nel nostro Paese, forse neanche conoscono cos’è Vimeo On Demand e come sta aiutando l’industria del cortometraggio e del lungometraggio.

La prima conferenza di Vimeo in Europa si farà in un paesino calabrese di 15.000 abitanti.

Per me questo è innovazione: rendere accessibile a tutti il futuro invece di aspettare che invecchi per potercelo permettere. Nel frattempo, in Italia si producono tanti cortometraggi, ma non c’è una industria per loro e questo perché si continua a pensare con vecchie formule che non funzionano. La conferenza di Vimeo è un primo passo e speriamo che vengano in tanti, sopratutto distributori e Film Commission.

Alle proiezioni invece speriamo che venga il nostro pubblico: adulti, giovani e bambini di tutte le nazionalità, senza nessuna educazione cinematografica o con molta, perché il cinema deve tornare ad essere quel momento di comunità dove insieme siamo parte di una storia e tutte le interpretazioni sono valide.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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