Così l’Agenzia delle Entrate ha rubato le mappe di OpenStreetMap

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Questo è un post di gruppo: Andrea Borruso, Cristian Consonni, Simone Cortesi, Maurizio Napolitano, Stefano Sabatini. Dedichiamo questa azione ad Aaron Swartz (1986 – 2013), sviluppatore, autore e attivista statunitense, morto impiccato nel suo appartamento a seguito delle accuse rivoltegli durante il caso di download del materiale da JSTOR.

Era il 5 maggio quando mi accorsi che c’era qualcosa di strano nelle mappe dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare, avevano il mio stagno e i vialetti del giardino. Quelle mappe non erano dell’Agenzia delle Entrate, ma le avevo fatte io, negli ultimi 10 anni, loro le stavano usando senza rispettare le regole.Abbiamo trovato la più grande violazione nei confronti di OpenStreetMap. Di sempre. Il colpevole della violazione è l’Agenzia delle Entrate.

La licenza OSM, la ODBL, prevede che in ogni utilizzo pubblico del dato OSM sia presente un richiamo al fatto di aver usato dati OSM per produrre la mappa.

Questo manca sul sito di Agenzia delle Entrate, noi non apprezziamo che chi fa della legalità fiscale la sua battaglia quotidiana violi in maniera così palese i diritti degli altri, calpestando le poche regole alla diffusione di OpenStreetMap: il dare credito della paternità dell’opera.Dal 2007 liberiamo dati della Pubblica Amministrazione e da allora sognamo di liberare i dati del Catasto, i dati di tutti gli edifici d’Italia che porterebbero grande ricchezza al Paese se fossero diffusi in maniera Open.

Mai ci saremmo aspettati di vedere OpenStreetMap, il progetto nato dalla gente 10 anni fa, alla base del sistema mappe dell’Agenzia delle Entrate, usato per produrre il sito web dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare proprio da chi gestisce il Catasto Italiano.L’Agenzia ha copiato solo alcuni livelli (gli edifici e il tipo di uso del suolo [parchi, fiumi, laghi, ecc.]) e hanno sovraimposto i dati delle strade presi da un’altra fonte, probabilmente mappe proprietarie.

Infatti le strade sono diverse ­ in alcuni casi passano in mezzo agli edifici ­ ed hanno tutti i nomi delle vie, che in OSM, invece, spesso mancano.Puntiamo a far ammettere loro l’errore e che si inizi a ragionare sul rilascio dei LORO dati.

Sul sito che abbiamo realizzato, avete la possibilità di confrontare in maniera sincrona la mappa OpenStreetMap ed il rendering prodotto dall’Agenzia; vi incoraggiamo ad utilizzare la funzione di condivisione sui social network quando trovate una somiglianza tra le due mappe nelle zone che andate a ricercare! Tutti possono verificare e tutti possono mandare report personalizzati della violazione.

La cosa buffa della mappa realizzata da noi è che è migliore dell’originale, in quanto permette di fare geolocalizzazione in automatico, permette di inviare un link già centrato sulla zona di interesse, è responsive e permette di completare in automatico i nomi.

Non è questa la massima prova che OpenStreetMap funziona? Il Catasto, depositario dei dati sugli immobili italiani, usa una banca dati fatta dai cittadini per visualizzare online il territorio. La comunità crea prodotti più performanti, l’approccio wiki è vincente.Per i passati tre mesi abbiamo cercato contatti formali con l’Agenzia delle Entrate tramite PEC. Ben 3 tentativi. Nessuna risposta. Ora è il momento di smettere di chiedere ed iniziare ad esigere.

Riassumendo: L’Agenzia acquista mappe da Navteq, lamentandosi che quelle dell’IGM non sono aggiornate, ma dimenticandosi di gestire tutte le mappe catastali…ricapitolando,

lo Stato italiano archivia tutti i dati catastali, battezza strade e civici. E poi però, vittima della sua incapacità nel gestirli, quando ne ha bisogno va a ricomprarli da un operatore privato. Evidentemente più bravo.

Ci sono alcune persone in questa vita che hanno un tratto indentitario comune: gli piace capire come le cose funzionano per aggiustarle, perché ritengono le ingiustizie stupide e la pigrizia una colpa. Queste caratteristiche fanno di una comunità una famiglia.

7 luglio 2014Andrea Borruso, Cristian Consonni, Simone Cortesi, Maurizio Napolitano, Stefano Sabatini

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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