AWorld, Alessandro Armillotta: “La tecnologia può aiutarci a essere sostenibili”

A Think l'intervista ad Alessandro Armillotta, CEO di AWorld, la startup che unisce sostenibiltà e azienda, premiata dalle Nazioni Unite.

AWorld Alessandro ArmillottaCEO
AWorld Alessandro ArmillottaCEO

Il digitale può diventare un alleato prezioso nella costruzione di un futuro più sostenibile? Ha trasformato quest’interrogativo in obiettivo AWorld, startup che punta a migliorare la percezione degli obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso azioni concrete. Fondata dagli imprenditori italiani Alessandro Armillotta, Marco Armellino e Alessandro Lancieri, la AWorld è stata scelta dalle Nazioni Unite per conseguire gli obiettivi della campagna di sensibilità globale, ActNow. A Think ne parliamo con il CEO e Co-Founder, Alessandro Armillotta.

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Qual è la mission di AWorld?

AWorld è un’applicazione che incentiva le persone a fare azioni quotidiane sostenibili. Si tratta, prima di tutto, di una guida che introduce le persone a contenuti educational. Dopo aver creato consapevolezza negli user su temi di attualità e sostenibilità, li coinvolge in azioni concrete e specifiche che portino a vivere in modo più sostenibile”.

L’app si basa sulla gamification: in cosa consiste?

“Alla base dell’applicazione c’è un sistema di gamification, cioè una reward a punti sulle azioni che vengono fatte. Si crea, così, una feature journey, un sistema di percorsi strutturati nella forma di miniserie a episodi sui temi della sostenibilità ed ecologia. A ciò si aggiungono delle tip giornaliere, della durata di uno o due minuti, che illustrano quanto possiamo rendere le nostre piccole azioni quotidiane più sostenibili, come farsi una doccia corta per esempio.

Abbiamo sviluppato dei contatori che permettono di quantificare i propri goal: acqua, CO2, sprechi ed elettricità sono alcune fra le metriche utilizzate. Questo ci permette di tracciare un profilo sostenibile dell’utente. L’ultima feature sono le challenge di gruppo: tante persone, che insieme fanno azioni suggerite dalla piattaforma per cercare di raggiungere dei goal”.

Un sistema di engagement aperto anche a partnership, vero?

“Esatto. Ogni challenge, infatti, può essere sponsorizzata da un partner o una azienda. Un nostro partner, per esempio, è Capgemini, società di servizi di consulenza e tecnologia, che supporterà una challenge per la piantumazione di alberi e un premio in palio di 5mila euro legata al raggiungimento di un preciso obiettivo da parte degli utenti: il costante risparmio di CO2.

Vediamo questa e altre partnership come la possibilità che hanno le aziende nella definizione di impatti positivi a livello globale”.

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Veniamo al business model: come integrate gli utenti con i sistemi aziendali?

“Le aziende possono sponsorizzare una challenge tramite l’app AWorld. Abbiamo ideato due business model. Il primo permette di esportare i nostri contenuti su app di terze parti o siti aziendali. Lo abbiamo adottato, per esempio, con Green Pea, il nuovo progetto di Eataly, o la ‘banca sostenibile’ Flowe. Sulle loro app sono presenti contenuti da noi generati, strutturati secondo il framework sopra menzionato. Il secondo business model punta a creare consapevolezza nei workplace aziendali, permettendo ai dipendente di un’azienda partner di usufruire di contenuti capaci di impattare all’interno del gruppo di lavoro stesso, con evidenti risparmi”.

Che peso ha il trattamento del dato nella vostra attività?

“Direi che è molto importante. Tutti i dati che riceviamo, profilati nel rispetto delle norme sulla privacy, sono essenziali per implementare la nostra piattaforma. Effettuiamo monitoraggi costanti per migliorare la user experience, per esempio. Questo ha risvolti anche aziendali. Per esempio, abbiamo di recente avviato un progetto pilota con un’azienda che fornisce energia e gas a ospedali e scuole. Abbiamo notato che, spesso, i dipendenti aziendali sprecano energia nei luoghi di lavoro, per esempio lasciano i sistemi di raffreddamento o riscaldamento accesi. La nostra piattaforma si integra ai servizi di queste strutture, si occupa della misurazione degli sprechi energetici e di risorse e avvia tecniche di challenge fra team aziendali. In questo modo, le società possono misurare i loro consumi, ridurre gli sprechi e incentivare i dipendenti a una condotta più sostenibile”.

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Siete anche stati nominati come strumento utile per la sostenibilità dalle Nazioni Unite

“Sì, in noi hanno visto un’azienda che unisce tecnologia e sostenibilità, ravvisando nella già citata gamification il giusto incentivo per cercare di cambiare i comportamenti. Da parte nostra, abbiamo capito che le persone vogliono fare azioni sostenibili, ma spesso non sanno da dove partire. C’è una grande voglia di fare, ma spesso non si sa cosa fare, e grava anche la mancata consapevolezza dell’impatto che ogni nostra azione ha sul mondo. In AWorld crediamo che il cambiamento è possibile solo oggi, e vogliamo che anche gli altri se ne rendano conto”.

Avete due sedi, a Torino e a New York: c’è una differenza nella ricezione di questi temi anche in contesto italiano?

“C’è indubbiamente più consapevolezza negli Stati Uniti ma, parallelamente, anche più spreco. In Italia viviamo in linea con i valori della sostenibilità. Crediamo molto nelle giovani leve, nei millennial. Con i movimenti globali degli ultimi anni, va detto che anche le barriere geografiche sono venute meno: la consapevolezza è globale”.

AWorld super team

Collaborate con Green Pea, lo shopping mall di Eataly: avete pensato di creare un network di market place o spazi di consumo sostenibile?

“Sì, quello che vorremmo fare è creare un network di aziende che stanno investendo sui temi della sostenibilità. Creare consapevolezza su quelle aziende che stanno investendo nel pianeta fa parte di un progetto che abbiamo avviato. Ci aiuta molto lavorare con le Nazioni Unite, perché dobbiamo stare attenti con chi collaboriamo. Tutto ciò che facciamo e i partner con cui collaboriamo sono validati dalle Nazioni Unite: per questo, concentriamo le nostre attenzioni su aziende che già lavorano con loro o sul network di Global Compact, il gruppo di aziende che si basano sul framework dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile”

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

“Vogliamo continuare a sviluppare l’app e renderla più engaging. Abbiamo un occhio sempre sul bilancio, ovviamente, ma guardiamo anche alla creazione di un network di aziende sempre più orientate ad adottare i nostri contenuti o lavorare in partnership con noi. Finora aiamo stati molto fortunati: grazie a un programma di accelerazione per le startup fintech – il Magic Wand – siamo riusciti a chiudere un round di investimento con Cassa depositi e prestiti ed angel investor per i prossimi cinque mesi”.

Team super sostenibile

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