AgroMaterie: “Trasformiamo il vino in plastica e viceversa”

Il WinePlastics Filler è il suo primo brevetto prossimo al commercio: l’invenzione è valsa alla startup il Premio Nazionale per l’Innovazione 2020.

Agromateriae Team RId
Agromateriae Team RId

Dell’ambiente non si butta via niente: dagli scarti agricoli di ciò che sfruttiamo si ricavano nuovi
materiali, ad uso industriale e privato, estremamente più performanti e meno inquinanti di quelli prodotti da agenti chimici e derivati fossili. E a lungo termine anche più economici. Adesso è possibile produrne di eco-sostenibili addirittura dai residui della lavorazione dell’uva e del vino: a metà dicembre, l’invenzione è valsa alla startup emiliana Agromaterie il Premio Nazionale per l’Innovazione 2020.

Fondata proprio l’anno scorso a Bologna, il WinePlastics Filler è il suo primo brevetto prossimo al commercio: una polvere semi-lavorata ottenuta, tramite tecniche sofisticate, dai sottoprodotti vitivinicoli. Miscelabile con gli impianti già utilizzati (estrusione, termoformatura, stampa 3D) a ogni plastica e bioplastica esistente, abbassa da subito i costi finali del prodotto senza dover aspettare come al solito che gli investimenti inizino a rendere.

Abbiamo incontrato Nikolas Gallio, ingegnere chimico di 30 anni, da 5 processista in realtà industriali, Cto e Co-founder di AgroMateriae: è lui a guidare il dinamico team insieme al collega Alessandro Nanni, ricercatore nell’ambito dei polimeri/biopolimerie al prof. Massimo Messori, autore scientifico e ordinario in Tecnologia dei Materiali all’università di Modena e Reggio-Emilia.

Dite la verità, avevate alzato il gomito quando vi è venuta l’idea?

Io e Alessandro abbiamo fatto Ingegneria Chimica insieme e siamo inoltre grandi amici: abbiamo effettivamente fatto grandi progetti molte volte, davanti a una buona bottiglia di vino!

In due parole, pregi e difetti della vostra plastica rispetto a quelle tradizionali, dal punto di vista
ambientale ed economico.

Pregi: sostenibilità e qualità. Per quanto riguarda i difetti non vorremmo sembrare presuntosi, ma al momento non ne abbiamo individuati.

Lato ambiente, quanto è davvero più degradabile?

Rispetto i polimeri biodegradabili dalle 10 alle 40 volte. Rispetto un polimero ‘’tradizionale’’ molto, molto di più!

Lato economico, è un’industria che può realmente partire o c’è il rischio che resti solo un
esperimento curioso?

Il nostro progetto è ben definito e davvero concreto. Stiamo già validando industrialmente i processi e i prodotti.

Quanto vale il mercato in Italia? Avete già puntato l’estero, dove forse c’è maggiore sensibilità
ecologica e fiuto per gli affari?

Il mercato della plastica è immenso, anche solo in Italia. Speriamo e vogliamo continuare a crescere in Italia anche se abbiamo ricevuto proposte di collaborazioni interessanti anche da paesi stranieri.

Queste macchine avanguardistiche che trasformano resti d’altre cose in nuove e migliori
sostanze, riescono ad essere alimentate anche da fonti pulite, alternative, così dal chiudere il
“cerchio verde”?

Certo, stiamo valutando anche tutto ciò per i nostri processi energetici, l’obiettivo
è chiudere il bilancio a 0.

Trasformare il vino in plastica: con i moderni dispositivi si riuscirà presto a fare pure il contrario?

Sarebbe interessante farlo con un processo altamente tecnologico, ma se ci si pensa bene è proprio
quello che il nostro materiale – tramutandosi in compost/fertilizzante per un vigneto – può
diventare alla fine del suo ciclo, grazie alla natura!

L’azienda non si sbilancia sulle previsioni alla luce della prolungata emergenza Covid, che ha
rallentato un po’ tutto, dalle pratiche burocratiche agli incontri con clienti e investitori. Ma se la
direzione che dobbiamo imboccare è davvero quella del green new deal globale, il WPF di
AgroMaterie rappresenta uno dei più fulgidi esempi di economia circolare made in Italy, in cui si
genera valore dal “rifiuto”. Gli effetti di una pandemia persistente giocheranno a loro favore:
chiusi a casa, in lockdown, un buon bicchiere è sempre un compagno gradito.

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Scritto da Giuseppe Gaetano

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