Accendiamo le stelle di una notte infinita. Con il crowdfunding

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Su CheFuturo! si è parlato spesso di crowdfunding: cosa significa, come viene gestito e, più di recente, come è stato regolato per legge. Generalmente colleghiamo il crowdfunding a capitale di rischio per finanziare un’idea o un progetto promettente. Il crowdfunding è stato anche utilizzato per finanziare film indipendenti e documentari scomodi, che difficilmente avrebbero trovato risorse di tipo commerciale. Oggi parliamo del finanziamento di un sogno.

Si chiama Never ending night ed è stato proposto da un duo artistico di Bologna formato da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, noti come Antonello Ghezzi. I nostri non sono nuovi ad idee “fuori dalla scatola”, si sono fatti conoscere con l’installazione Mind the door, una porta di vetro automatica che si apriva solo davanti ad un viso sorridente.

Adesso i due hanno il sogno di regalare a tutti, in qualsivoglia ora del giorno, in qualsivoglia posizione sulla Terra, una notte stellata. Come? Sfruttando la rete per connettere h24 i numerosi (e ottimi) siti osservativi che gli astronomi (e gli astrofili) hanno volentieri messo a disposizione del progetto nei quattro angoli del mondo.

Se in Italia è giorno pieno, alle Hawaii, oppure in Australia, è notte fonda. Si tratta di andare in cerca della notte e condividerla sfruttando le potenzialità offerte dalla rete e la disponibilità dei migliori siti osservativi astronomici. Per raggiungere questo risultato è necessario installare telecamere di buona qualità connesse a una rete sufficientemente potente per dare l’impressione di essere lì a guardare quel pezzo di cielo stellato, magari per cogliere insieme una stella cadente.

Non si tratta di mettere l’occhio al telescopio, ma piuttosto di fermarsi a guardare un cielo di gran classe.

Per realizzare il sogno, i due artisti sognatori hanno bisogno di un minimo di finanziamento per comperare ed installare delle telecamere di buona definizione da collegare in rete. Possono contare sul sostegno del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che ha già messo a disposizione le sue basi “estreme”: la Dirigibile al polo Nord, la Concordia al polo Sud e la Piramide in Himalaya, mentre l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) finanzierà uno degli strumenti. Certamente si partirà dall’installare uno strumento alla base Dirigibile del CNR per approfittare della notte artica lunga sei mesi.

Questo primo strumento servirà anche come banco di prova del software per la trasmissione delle immagini e per la gestione degli accessi multipli dei primi utilizzatori che, speriamo tanto, siano scuole.

La vera valenza del progetto è, infatti, fare scoprire a tutti (specialmente ai bambini) la meraviglia di un vero cielo buio. È una ricchezza che la civiltà moderna tende a perdere perché abbagliata dalle troppe luci che accendiamo ogni sera. Ed ogni giorno le luci aumentano, insieme alla proliferazione degli insediamenti urbani. Per questo l’idea di Never ending night mi è subito piaciuta moltissimo e spero tanto che il progetto abbia il successo che merita e possa crescere.

In effetti, le dimensioni e la portata del progetto saranno decise dall’entusiasmo che la raccolta di fondi online sarà in grado di suscitare. Il numero di strumenti da mettere in rete per condividere la notte dipenderà dalla cifra raccolta.

Sognare non costa molto, bastano pochi euro per contribuire ad una notte infinita.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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