Usa pronti a cedere il controllo dei domini Internet, a due condizioni

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Comincia oggi il meeting di ICANN che si svolgerà a Marrrakesh, in Marocco, fino al 10 marzo: il piatto forte in agenda è il completamento del processo per la transizione del servizio IANA – Internet Assigned Numbers Authority, e la legittimazione di ICANN.

Perché è utile capire come procede la transizione IANA verso una gestione internazionale del sistema degli indirizzi di Internet? Perchè sovrintende alla gestione dei nomi dei domini Internet, quelli con cui raggiungiamo i nostri siti preferiti e che sono un valore assoluto nella galassia Internet. Più il nome evoca, mima, suggerisce, i contenuti presenti in un certo sito web e l’organizzazione che ne è responsabile, più facilmente viene trovato da chi lo cerca. Se questi nomi sono inseriti in una rubrica planetaria come quella gestita dalle organizzazioni internazionali che li annotano e conservano, meglio per tutti.

Finora ha funzionato così. ma ci sono cambiamenti all’orizzonte: gli Usa sono pronti a cedere il controllo di Iana.

Molti hanno presentato un proprio punto di vista sulla questione che interesserà tutti gli utenti di Internet: dai cittadini alle imprese, ai governi. Milton Mueller (M.M.), professore all’Università di Atalanta, Georgia, nel 2004 ha fondato l’Internet Governance Project che ha prodotto studi e pubblicato libri sul tema dell’Internet Governance. L’attività del progetto è molto nota tra i cultori della materia di provenienze diverse: governi, settore privato, società civile e esperti di Internet. Milton e il suo progetto hanno una grande influenza nella comunità Internet globale.

L’ho incontrato molte volte nei consessi internazionali scambiando idee con lui, non sempre in assonanza con certe sue posizioni.

Qui le discuto traendo ispirazione dal film di Sergio Leone “Il buono, il brutto, il cattivo” per presentarne la visione sulla transizione di IANA e commentarla.

La posta in gioco

Il tema del quale si discute prende le mosse da una decisione del 14 marzo del 2014, quando il governo USA annunciò la propria intenzione di recedere dalla supervisione del servizio IANA, a fronte di un contratto a zero dollari della National Telecommunications & Information Administration del Dipartimento del Commercio con ICANN per passarlo a una struttura multistakeholder (multi-attore) internazionale. La transizione avrebbe dovuto attuarsi entro settembre 2015, data di scadenza del contratto sopra menzionato ma il gruppo internazionale che ha studiato tutti i problemi connessi interagendo con ICANN, non è riuscito a fornire un progetto condiviso da tutte le parti in causa entro la data indicata per cui la validità del contratto è stata promulgata per un anno e quindi al settembre 2016.

Occorre considerare che il governo USA ha posto delle condizioni per interrompere la supervisione della funzione IANA e che quindi deve avere, con quattro o cinque mesi di anticipo, il progetto concordato dalle parti in causa. Le condizioni imposte in estrema sintesi sono due:

  1. assicurare il massimo livello di efficienza del servizio, di sicurezza e resilienza;
  2. se il governo USA recede da questa funzione, non ci dovranno essere altri governi o organizzazioni governative che svolgeranno la attività di supervisione.

Considerando che il meeting di ICANN si svolge sei mesi prima della scadenza annuale del contratto IANA, i tempi sono ormai strettissimi per la presentazione del progetto. É sicuro quindi che il meeting di ICANN in Marocco sarà forse l’ultima occasione per smussare i punti sui quali non c’è ancora un accordo: se questo accordo non fosse raggiunto (e io penso che la parte dei governi richiederà qualche verifica last minute), è chiaro che il lavoro dovrà essere completato entro poche settimane da oggi.

Cosa succederà se non si raggiungesse l’accordo ? Per gli utenti nulla poichè tutto continuerà a funzionare come prima e cioè bene, mentre nei consessi internazionali sull’Internet Governance si perderà un mare di parole e di tempo per discutere il fatto che una singola nazione continua ad avere una funzione di controllo dell’Internet.

Sulla bilancia occorre mettere anche il fatto che siamo capitati in un anno di elezioni per il prossimo Presidente USA e una parte del partito repubblicano non è favorevole a questa transizione.

Vengo quindi per sommi capi alla descrizione del buono, del brutto e del cattivo come li vede Milton Muller e con commenti da parte mia che ho seguito ICANN da quando esiste.

Il BUONO come riconosciuto da M.M.

1. La legittimazione dell’operato di ICANN dovrà essere rafforzata anche con giudizi esterni indipendenti. Le regole operative del servizio IANA non cambieranno ma verranno razionalizzate e quella che era la funzione di supervisione verrà demistificata per renderla trasparente ed efficace, chiarendo il ruolo di ICANN dopo la transizione.

2. Il progetto prevede di affidare il potere di supervisione alla comunità allargata globale, multistakeholder, e di garantire la trasparenza. In questo modo, si auspica che tutto possa funzionare meglio. Nella sostanza i poteri attuali di ICANN dovranno essere bilanciati dalla nuova struttura di controllo internazionale e multistakeholder.

CommentoSono sostanzialmente in accordo con MM e questa transizione costituirà un fatto storico per Internet. Sono cosciente che gli accordi globali sulle policy di Internet non sono facili da raggiungere e, se si rendono i principi più astratti per attenuare i dissensi, potrà succedere che su questi ci siano interpretazioni diverse minando la coerenza sui risultati raggiunti. Comunque condivido il motto di M.M.: siamo ottimisti.

Il BRUTTO come riconosciuto da M.M.

Al primo punto viene citato il Governmental Advisory Committee di ICANN che, dal gruppo di lavoro sulla “accountability” di ICANN, verrebbe dotato di maggiori poteri decisionali rispetto a quelli attuali, occupandosi di budget di ICANN, dei cambiamenti dello statuto, del potere di sfiduciare membri del Board o addirittura il Board nel suo complesso. L’autore è stato sempre sospettoso di ruoli eccessivi dei governi che non porterebbero vantaggi per la gestione dell’Internet.Il secondo punto riguarda il maggiore ruolo attribuito alla “At Large community” che opera dentro ICANN in una posizione egualitaria alle “Supporting organizations” che sono direttamente coinvolte nella operatività del servizio IANA; su questo aspetto si vede un potenziale conflitto di interessi.Il terzo punto riguarda il Board di ICANN che cerca una rivincita, ovverosia l’occasione di contare di più. Quando si parla di “accountability” di ICANN, la sostanza è verso quale comunità ICANN è responsabile delle proprie azioni e quali controlli sono necessari sulla decisioni prese dal Board of Directors. Secondo l’autore il Board ha troppe facilitazioni per influire sull’operato delle valutazioni esterne sull’operato di ICANN.

CommentoNon vi è dubbio che la transizione IANA abbia un senso politico generale e che pertanto i governi tendano a voler avere maggiore voce in capitolo. La mia opinione in merito, avendo seguito il GAC dal 1999 al 2014, è che i governi debbano mantenere un ruolo non invasivo di garanti e suggeritori di buone pratiche, stando dietro le quinte e quindi non coinvolti direttamente nelle questioni gestionali. Su questo sono quindi d’accordo con M.M.La mia opinione sulla ALAC “constituency” della quale faccio parte attraverso Internet Society Italia, è che questo conflitto di interessi non ci sia, considerando gli scambi continui entro ICANN tra gli utenti dei servizi e le “supporting organizations” che forniscono i servizi, quindi in una logica di armonizzazione tra domanda e offerta.Circa il ruolo del Board, la mia opinione è che ci vogliano dei contrappesi e giudizi esterni indipendenti ma infine ci vogliono meccanismi decisionali efficaci per il buon funzionamento di ICANN. Su questo punto sono meno estremista di M.M. poiché ritengo che il Board sin qui non abbia ecceduto nei propri poteri.

Il CATTIVO come riconosciuto da M.M.

ICANN ha di fatto il monopolio sulle funzioni di IANA; è vero che il progetto di transizione prevede regolari revisioni delle funzioni IANA che potrebbero portare anche alla mozione di affidare la gestione di IANA ad un fornitore diverso da ICANN ma M.M. avrebbe preferito vedere che le funzioni IANA e ICANN fossero separate fin dall’inizio e che l’inizio della ricerca di fornitori alternativi dovrebbe essere considerata sin dall’inizio.Il secondo punto riguarda la missione e gli obiettivi principali di ICANN; questo punto è derivazione logica del precedente e dovrebbe considerare una riduzione dei poteri di ICANN che potrebbero essere messi in discusione dalla comunità esterna; questo non è ben considerato nel progetto, a opinione dell’autore.Il terzo punto riguarda ancora il GAC definito “Il decisore indeciso”. L’autore mette in evidenza che una piccola parte dei rappresentanti del GAC stanno ancora facendo pressioni affinché i governi abbiano un potere decisionale nella struttura esterna che eserciterà la funzione di supervisione del servizio IANA. Nella conclusione dice: il GAC è incapace di prendere una decisione su questo punto essendo composto da rappresentanti di più di cento governi che spesso sono in disaccordo tra loro.

CommentoPer quanto riguarda la parte relativa al monopolio di ICANN sulle finzioni IANA non sono d’accordo; ICANN è una organizzazione costituita per la gestione del DNS e non vedo cosa ne resterebbe qualora le funzioni IANA fossero affidate in gestione a una organizzazione diversa. Questo imporrebbe di ricominciare tutto dall’inizio relativamente al sistema degli indirizzi di Internet e non lo trovo praticabile, data la complessità degli equilibri attuali. Il secondo punto è in sostanza collegato al primo; ad ogni modo, ICANN non è una struttura stabile ed è in continua evoluzione per acquisire un consenso sempre più ampio a livello globale.Sono d’accordo con la definizione del GAC come “decisore indeciso” e posso testimoniare che per le questioni di più ordinaria amministrazione la vita dei rappresentati nel GAC richiede competenze ma è relativamente tranquilla; quando ci sono problemi di policy particolarmente impegnativi non è facile raggiungere il consenso poiché l’attenzione deve essere portata ai massimi livelli dei governi e la questione delle transizione IANA è un esempio.

Come mettere insieme i vari pezzi ?

Secondo Milton ci sono ancora diversi dettagli implementativi del progetto sui quali non c’è ancora accordo e si sta lavorando intensamente per convergere. Il professore si domanda: “la soluzione finale come si percepisce, potrebbe essere migliore? “ certo che si. Domanda finale: “è meglio dello statu quo?” Cosa sarebbe lo statu quo? Che nè il bello ne il brutto né il cattivo prevarranno e la continuità del servizio sarà garantita con maggiore trasparenza.Milton auspica che la parte del BUONO risulti più rilevante rispetto al BRUTTO e al CATTIVO. Qualche pessimismo sul risultato appare collegato al fatto che infine sarà decisiva la posizione del governo USA che avrà una nuova amminstrazione.

CommentoMi trovo in pieno accordo con le conclusioni di M.M. Entro brevissimo tempo (settimane) le parti interessate che hanno lavorato al progetto dovranno concludere sui punti ancora controversi. Poi sarà la volta del passaggio del risultato a NTIA del Dipartimento del Commercio USA. Staremo a vedere.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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