Un fablab a scuola: così a Cesena si rivoluziona la didattica

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Solo un anno fa leggevo di storie incredibili e ora a distanza di meno di un anno ecco che le tocco con mano. Quando si dice “cercalo perché è dietro l’angolo”. Ricerca di cosa? Di quello spirito ed entusiasmo che ho potuto respirare stamattina tra le aule dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Blaise Pascal” di Cesena.

Un’emozione incredibile a conferma che l’innovazione non attende permesso e parte dal basso. Sì dal basso, dalle aule adibite a magazzino del seminterrato della scuola, che grazie al sostegno del DS, i professori Vaccari e Lombardi con tanta volontà e tempo hanno recuperato per adibirle a FabLab uno spazio di lavoro condiviso. “Non sopporto lo spreco” ci dice il prof. Vaccari, sorridendo.

Laboratori, macchine, ragazzi ma soprattutto le competenze.

Tutto ciò è all’interno della scuola e ora a disposizione del territorio per inventare e sperimentare.

Di cosa stiamo parlando? del primo FabLab insediato all’interno dell’istituto I.T.T. di Cesena e, a breve, all’I.T.I.G. “Belluzzi – da Vinci” di Rimini, grazie ad un gruppo di professori appassionati, che fà parte del progetto FabLab Romagna: un’associazione di promozione sociale in fase di costituzione che ha tra i suoi soci fondatori insegnanti di Cesena e Rimini.​Perché? “Per passione e per valorizzare ciò che ci piace, per valorizzare le competenze!” ci risponde il Prof. Vaccari

Perché i progetti dei ragazzi dovevano avere un luogo.Perché ragazzi e professori da sempre sono quelli che oggi vengono definiti Makers.

I professori, assieme anche al Dirigente Scolastico e a due insegnanti dell’istituto riminese, ci hanno accolto con grande disponibilità,, ci hanno mostrato i laboratori, la sala conferenze, la sala riunioni, ma anche il museo informatico che presto, sperano, possa diventare meta di visita per tutte le scuole.

Tante risorse e spazi per fare, scambiarsi idee e imparare dalla condivisione.

Questa è la vera rivoluzione, i ragazzi al centro, perché le loro competenze acquisite possono essere d’aiuto ad altri ragazzi. Una vera rivoluzione nel sistema scolastico. E ce lo dicono anche con un po’ di timore per paura che possa essere fin troppo rivoluzionario.

Una scuola non più passiva ma attiva, dove i ragazzi sono al centro dell’istruzione. Un luogo dove i ragazzi sono protagonisti attivi dei loro progetti e dove i ruoli tradizionali di insegnante e studente vengono scardinati, perché tutti possono avere un contributo da portare e da condividere con le altre persone che frequenteranno i makerspace di Cesena e Rimini, dove sarà possibile ritrovarsi con un’idea e scambiarsi le conoscenze necessarie per poterla sviluppare.​

E non importa se ancora nessuno ne parla, se il FabLab non è mappato, “ci stiamo organizzando” ci dicono.

Quello che importa è fare progetti, progetti veri!

Gli raccontiamo del nostro di progetto nato dopo la visita al FabLab di Reggio Emilia, da una community molto motivata. Un FabLab che possa aiutare a portare “innovazione digitale” alle aziende, che dia l’opportunità di far incontrare gli artigiani con i makers e i programmatori con i designer e restare a guardare cosa può nascere dallo scambio di conoscenze.

Ora l’unica strada da percorrere è quella di rispondere alla realtà, a ciò che ci capita e alle persone che incontriamo. E così si apre la strada verso la collaborazione, perché citando l’articolo 8 buone pratiche imparate nei primi due anni di Officine Arduinohttp://www.chefuturo.it/2014/02/gomba-8-buone-pratiche-imparate-nei-primi-due-anni-di-fablab-torino/ niente è più vero: ci si riconosce, stessa passione, stessa insofferenza. Fare piccole cose, ma significative!

Un’emozione grande, la stessa emozione che ho potuto respirare alla Maker Faire di Roma, quando ho visto gli occhi lucidi dei genitori nell’entusiasmare i propri figli a comprare un kit Arduino. Una ventata di speranza e di futuro per la scuola e per i ragazzi, perché il cambiamento deve partire dall’istruzione e dalla cultura.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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