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Tech.Emotion Lounge, sfide dell’Open Innovation per startup e aziende

emotion network open innovation

Nella giornata di martedì 14 dicembre, si è tenuta la prima conversazione del ciclo Tech.Emotion Lounge organizzato dalla media company Emotion Network, incentrata sul tema dell’Open Innovation.

Tech.Emotion Lounge, sfide dell’Open Innovation per startup e aziende

Alle ore 12:00 di martedì 14 dicembre, la media company Emotion Network ha dato il via al ciclo di conversazioni Tech.Emotion Lounge, volto ad analizzare tutti gli elementi più importanti che caratterizzano l’ecosistema dell’innovazione italiana.

Il primo incontro, dedicato al ruolo dell’Open Innovation in ambito aziendale, è stato moderato dal CEO e publisher di THE VISION, Andrea Rasoli, società partner di Emotion Network. Nel corso dell’evento, che si è tenuto in livestreaming sulle pagine aziendali di Facebook e di LinkedIn della media company, sono intervenuti il Professore Ordinario di Management alla Scuola Superiore Sant’Anna, Alberto Di Minin; il Senior Executive Vice President Business Line Observation, Exploration and Navigation e CEO di Thales Alenia Space Italia, Massimo Claudio Comparini; la Domain Exploration & Science Italy, Space Economy Exploration & International Network di Thales Alenia Space Italia nonché Presidente di Explore Mars Europe, Maria Antonietta Perino; il Chief Innovability Officer di Enel Group, Ernesto Ciorra; la co-founder della startup Fragile, Silvia Franceschini; e il Presidente dell’ICE, Carlo Ferro.

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Alberto Di Minin, introduzione e definizione dell’Open Innovation

Il primo relatore a intervenire durante l’incontro del Tech.Emotion Loung dedicato al tema dell’Open Innovation è stato il Professore Ordinario di Management alla Scuola Superiore Sant’Anna, Alberto Di Minin.

Il docente, infatti, ha introdotto e definito l’Open Innovation nel seguente modo: “L’Open Innovation parte da un’intuizione: è un’idea abbastanza semplice che si basa sul fatto che non tutte le persone giuste per un progetto lavorano per un’azienda ma le loro competenze sono a disposizione, se le si sa riconoscere, e connettono tra loro i partner, i fornitori, i concorrenti nel mondo delle startup, delle spinoff accademiche. In questo contesto, è fondamentale anche l’Open Innovation Strategy. Parlare di strategia per l’Open Innovation è importante perché, appunto, l’Open Innovation è nata come un’idea e l’azienda deve attrezzarsi con strategie valide che le consentano di assorbire, appropriarsi e implementare nuovi processi produttivi, nuovi prodotti e nuovi servizi idee che in origine non le appartenevano.

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L’Open Innovation, quindi, si configura come un meccanismo di scelte che si sviluppa all’interno di quello che viene chiamato il mercato delle tecnologie e delle conoscenze”.

In questo contesto, il professor Alberto Di Minin ha anche precisato che le aziende possono anche svolgere un ruolo passivo nel processo di Open Innovation e cedere a terzi le proprie conoscenze e tecnologie per agevolare la loro crescita nel mercato e il loro percorso verso l’innovazione.

Il professore, infine, ha sottolineato che l’Open Innovation rappresenta “una strada diversa da quella che tipicamente caratterizza la crescita interna che si concretizza o nella capacità di scalare oppure nella scelta di farsi acquisire per entrare in compagine aziendali più complesse”.

Thales Alenia Space Italia: partnership con Enel Group e Open Innovation

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Subito dopo il professor Alberto Di Minin, sono intervenuti il Senior Executive Vice President Business Line Observation, Exploration and Navigation e CEO di Thales Alenia Space Italia, Massimo Claudio Comparini, e laDomain Exploration & Science Italy, Space Economy Exploration & International Network di Thales Alenia Space Italia nonché Presidente di Explore Mars Europe, Maria Antonietta Perino.

Massimo Claudio Comparini

A proposito di Open Innovation, Massimo Claudio Comparini ha illustrato i principali obiettivi e le metodologie in materia di innovazione introdotti in Thales Alenia Space Italia e si è soffermato sul tema della Space Economy: “Il dominio spaziale è un dominio che tradizionalmente abbiamo sempre associato a un alto tasso di innovazione, a un’alta intensità di ricerca e sviluppo. In questo settore, tuttavia, le sfide che si sono materializzate nell’ultimo decennio si sono gradualmente allargate fino a portare a una nuova dimensione incarnata nella Space Economy – e ha aggiunto –.

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Per Space Economy, si intendono tutte le infrastrutture spaziali che abilitano servizi legati alla connettività, al posizionamento, alla navigazione satellitare, all’osservazione della Terra, rendendo le tecnologie spaziali molto più vicine alle attività svolte sul nostro Pianeta. Questo ha determinato la necessità di creare nuovi modelli di business basati sul concetto dell’Open Innovation, finalizzati a costruire un ecosistema di innovazione concepito come la priorità per le imprese”.

Il CEO di Thales Alenia Space Italia, inoltre, ha specificato che una delle sfide principali per le aziende consiste nel non limitarsi a rendere l’Open Innovation un concept ma trasformare il concept in un concreto modello di business. In questa fase, sono cruciali i collegamenti strutturali con i centri di ricerca le università e con startup innovative.

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Maria Antonietta Perino

A quanto asserito da Massimo Caudio Comparini, si è ricollegata Maria Antonietta Perino che ha rilasciato alcune considerazioni in merito alla partnership tra Theles Alenia Space Italia ed Enel e ai risultati raggiunti nel campo dell’Open Innovazion in contesto spaziale.

La Domain Exploration & Science Italy, Space Economy Exploration & International Network di Thales Alenia Space Italia, infatti, ha spiegato: “Il settore spaziale si sta evolvendo a velocità incredibili quindi è indispensabile sviluppare nuove tecnologie e nuovi servizi in risposta a quelle che sono le domande del taxpayers sul nostro Pianeta. Ci siamo avvicinati da un paio d’anni ai colleghi dell’Enel perché ci siamo riconosciuti in un percorso affine volto ad adottare strategie di Open Innovation molto simili. Con Enel, stiamo lavorando a due progetti: il primo è molto focalizzato sulla Terra mentre il secondo punta alla Luna – e ha precisato –. Per quanto riguarda il primo progetto, consiste nell’applicare alle tecnologie satellitari dei mini-radar ad apertura sintetica capaci di monitorare le linee elettriche ad alta tensione dell’Enel. Il secondo progetto, invece, parte dal presupposto che la Luna, proprio come tutto lo Spazio, è ricca di risorse: l’idea consiste nel lavorare alla creazione di un’infrastruttura sulla Luna per ospitare sia attività automatiche sia i primi uomini e donne. Per sostenere tutta questa serie di attività di natura esplorativa ma anche di natura commerciale quindi focalizzata proprio all’utilizzo delle risorse presenti sulla Luna è necessario generare potenza. Per rispondere a questa sfida, abbiamo istituito la partnership con Enel e con l’Agenzia Spaziale Italiana”.

Chief Innovability Officer di Enel Group, Ernesto Ciorra

Il Chief Innovability Officer di Enel Group, Ernesto Ciorra, poi, ha dettagliato come Enel abbia fatto proprio il concetto di Open Innovation attraverso la creazione del modello di Innovability: “Open Innovation è la naturale conseguenza dell’adozione di una sfida planetaria che, per primo. il nostro amministratore delegato ha portato in Enel. La sfida è diventare la più grande azienda di rinnovabili, la più grande azienda che abilita la transizione energetica a livello mondiale e non solo a livello italiano. Quando hai una sfida così grande non puoi pensare di farcela da solo: la storia ce lo dimostra. Diventare leader nel settore dell’energia rinnovabile non è una rivoluzione che Enel non può fare da sola ma deve essere aperta a ogni genere di collaborazione che può riguardare biologi, fisici. Nell’ultimo anno, abbiamo analizzato circa 18.000 idee provenienti sia dall’interno dell’azienda che dall’esterno. Abbiamo realizzato circa 1.000 progetti ma ne abbiamo scalati circa 200”.

Ernesto Ciorra, poi, ha sottolineato che Enel collabora con numerose realtà esterne dagli innovatori indipendenti, alle startup, ai centri di ricerca, a grandi aziende come Thales Alenia Space Italia, Amazon Web Services, Nissan. Enel, infatti, è totalmente aperta alle collaborazioni esterne perché, come ribadito dal Chief Innovability Officer, “abbiamo capito che i migliori non lavorano soltanto in Enel e non sempre si comprano con i soldi perché i migliori lavorano per dare un senso alla loro vita e per lasciare qualcosa di loro stessi all’umanità”.

Startup Fragile: i risultati di Open Innovation raggiunti in partnership con Enel Group

La co-founder della startup Fragile, Silvia Franceschini, ha fornito una testimonianza legata alla collaborazione con Enel, finalizzata a gestire il monitoraggio geologico ed energetico di cui si occupa la sua startup e i risultati raggiunti in termini di Open Innovation, affermando: “Lavoriamo con Enel da circa un paio d’anni, siamo tutti geologi applicati e quello che facciamo è elaborare i dati dei radar satellitari per andare a individuare le aree soggette a deformazione indotta da frane o subsidenze che impattano gli impianti idroelettrici. Il nostro lavoro consiste nell’analizzare i dati raccolti e fornire soluzioni concrete ai clienti. In questo contesto, uno dei risultati più importanti di Open Innovation che abbiamo raggiunto con Enel consiste nell’aver modificato il sistema di monitoraggio degli impianti idroelettrici, sfruttando le immagini satellitari”.

Presidente dell’ICE, Carlo Ferro: l’importanza dell’innovazione nell’impresa italiana

Infine, sul tema dell’Open Innovation, è intervenuto il Presidente dell’ICE, Carlo Ferro, che ha osservato: “L’Open Innovation svolge un ruolo centrale nel rapporto fra esportazioni e innovazione. Credo che poche filiere come quelle legate all’applicazione dell’elettronica dimostrino come oggi la risposta tecnologica alle specificità richieste da ciascuna applicazione non sia il risultato di uno sviluppatore ma sia il risultato di un ecosistema. In questo contesto, la export è importante per tre motivi. Il primo è che l’Open Innovation, quando diventa davvero efficace, non ha confini. Il secondomotivo è che il risultato dell’innovazione deve essere creare competitività e specificità dell’offerta di ciascun singolo sistema-Paese e questo può crescere più rapidamente se è supportato da un processo di internazionalizzazione. Il terzomotivo riguarda la creazione di un circolo virtuoso fra innovazione e crescita anche sui mercati esteri che possa creare la capacità di finanziare più innovazione”.

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Scritto da Ilaria Minucci