SPID, a che punto siamo con la diffusione del pin unico

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Si riparte. Dopo le vacanze facciamo un primo bilancio sulla diffusione del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) a sei mesi dal suo lancio ufficiale, avvenuto il 15 marzo scorso: 3.593 amministrazioni attive, 5 Identity Provider accreditati, 3.963 servizi disponibili e 100.390 identità erogate. Questi sono i numeri certificati finora raggiunti. Per velocizzarne l’adozione l’Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio (AgID) sta perfezionando le procedure di accreditamento di due nuovi Identity Provider, Aruba e Sielte per erogare credenziali ai cittadini, aggiungendosi a InfoCert, Poste Italiane e Telecom Italia Trust Technologies.

COSA E’, QUANTO E’ SICURO

Ma esattamente di cosa si tratta? SPID rappresenta la soluzione gratuita e ideale per accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione e dei privati, con un’unica identità digitale: prenotazioni sanitarie, iscrizione scolastiche, situazioni contributiva, pratiche d’impresa, e qualsiasi servizio che preveda un’autentificazione online, sarà accessibile da PC, smartphone e tablet con un’unica identità digitale.

Un’importante semplificazione, quindi, evitando proliferazioni di password e codici.

Esistono tre livelli di SPID, ognuno corrispondente a diverse e crescenti esigenze di sicurezza. Il sistema, infatti, assicura pieno rispetto della privacy e dei dati sensibili. Il primo livello permette di accedere ai servizi attraverso un nome utente e una password scelti dall’utente. Il secondo livello permette l’accesso attraverso un nome utente e una password scelti dall’utente, più la generazione di un codice temporaneo di accesso (one time password). Infine il terzo livello, oltre al nome utente e la password, richiede un supporto fisico (es. smart card) per l’identificazione. Gli identity provider accreditati da AgiD rilasciano in diverse modalità le credenziali necessarie. In definitiva l’identità SPID è la chiave d’accesso a tutti i servizi della PA e dei privati, in modo sicuro e semplice.

La macchina è partita, seguendo un percorso a tappe che prevede il collegamento di tutti i servizi della Pubblica Amministrazione a SPID entro il 2017. Le difficoltà non mancano, le procedure di rilascio delle credenziali da parte degli Identity Provider hanno rivelato qualche difficoltà inattesa, unitamente al fatto che la sensibilità alla digitalizzazione nel nostro paese non gode di ottima salute. Anche per questo, da agosto, sono disponibili un call center e un form di segnalazione sul sito spid.gov per fornire ulteriore supporto a chi riscontrasse delle difficoltà. Tuttavia considerando le energie che l’Agenzia per l’Italia Digitale sta impiegando per promuovere l’adozione di SPID, e soprattutto i vantaggi concreti raggiungibili dai cittadini, possiamo permetterci il lusso dell’ottimismo.

BONUS CULTURA

Partiamo dalla novità più recente della quale tanto si sta parlando in questi giorni: dal prossimo mese di ottobre i ragazzi che hanno compiuto 18 anni nel 2016, potranno accedere al bonus cultura con SPID.

E’ infatti partita la prima fase di “18app.it” per assegnare ai ragazzi del 1998 residenti in Italia, 500 euro da spendere in beni culturali: cinema, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti, parchi naturali, aree archeologiche, teatro e danza. Il bonus sarà spendibile a partire da ottobre fino al 31 dicembre 2017. Indubbiamente un’operazione di grande impatto culturale ed educativo voluta dal Governo, che potenzialmente potrebbe coinvolgere 577mila giovani. Ma non solo: infatti l’elenco di esercenti è seguito e approvato dal Ministero dei Beni e delle attività culturali, perciò i soggetti interessati possono registrarsi per proporre i loro servizi, aprendosi così un’interessante possibilità di business.

LA PA E I PRIVATI

Tra le amministrazioni centrali, dopo Inps, Inail e Agenzia delle Entrate, il nuovo sistema di login è stato adottato anche dalll’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom) e da ACI. Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna sono state le prime regioni ad adeguare le rispettive infrastrutture informatiche, attraverso il lavoro delle rispettive società in house. Cresce anche il numero dei servizi messi a disposizione dalle amministrazioni locali: da luglio, per circa 3.300 comuni, è accessibile il SUAP (Sportello Unico Attività Produttive); a Lecce con SPID è possibile presentare istanze per alcuni servizi scolastici o avviare pratiche edilizie mentre a Firenze si possono richiedere certificati anagrafici. A Venezia con SPID è possibile accedere gratuitamente alla rete wi-fi cittadina VeniceConnected, iscriversi agli Asili Nido, alle Scuole dell’Infanzia, verificare i pagamenti delle rette e accedere al Trasporto Scolastico. E’ stata anche siglata un’importante convenzione tra AgID e Unioncamere che coinvolge 99 Camere di commercio italiane. Si aggiungono così 100 enti pubblici all’elenco delle amministrazioni che utilizzano l’identità digitale, consentendo anche l’accesso al servizio gratuito di fatturazione elettronica già utilizzato da oltre 62mila imprese, messo a punto da InfoCamere, la società informatica delle Camere di commercio. Da gennaio 51 siti Unesco e 18 città culturali avranno una rete wi-fi a cui gli utenti potranno accedere via Spid, grazie a un accordo tra l’Agenzia, Mise e Mibact.

LE UNIVERSITA’

Anche il mondo dell’istruzione sta abbracciando l’opportunità della password unica: gli studenti delle università di Torino (70mila utenti), La Sapienza di Roma (110mila utenti) e il Politecnico di Milano (150mila utenti) hanno reso disponibile a tutti i loro studenti l’accesso ad un’ampia gamma di servizi degli atenei direttamente con SPID: wifi, accesso al materiale didattico, gestionale, la posta, il catalogo delle biblioteche, immatricolazioni, bollettini, prenotazioni esami e certificati. La corsa ai servizi, quindi, è ormai partita. Certamente bisognerà correre più veloci per arrivare in tempo secondo la scadenza del 2017, soprattutto per quanto riguarda i comuni, specialmente quelli di ridotte dimensioni, ancora non particolarmente reattivi all’adozione del Sistema Pubblico di Identità Digitale.

MASSIMO FELLINI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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