Sono startupper: cerco una borsa di studio in crowdfunding.Mi aiutate?

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Sono Paolo Meola, 25 anni, startupper. Sono laureato in economia: ho conseguito dapprima la triennale in Economia Aziendale presso l’Università di Genova, poi la specialistica in Discipline Economiche e Sociali all’Università Bocconi di Milano.

Durante la mia permanenza in questa città, ho avuto l’opportunità di seguire al Collegio di Milano un corso sull’imprenditoria innovativa tenuto da Raffaele Mauro, all’epoca Senior Associate in Annapurna Ventures, oggi Empedocle Fellow alla Harvard Kennedy School.

Ero ancora nel pieno degli studi universitari quando, tramite Raffaele, ho conosciuto Emil Abirascid, giornalista riconosciuto come uno dei guru delle startup italiane, nonché Fondatore e CEO di Startupbusiness, il network italiano che riunisce startup, incubatori, investitori istituzionali e tutti gli attori che danno vita all’ecosistema dell’innovazione.

Lavorare in Startupbusiness è stata per me un’esperienza unica: ho avuto la meravigliosa occasione di osservare l’universo italiano delle startup da una prospettiva privilegiata , di entrare in contatto con importanti investitori ed imprenditori di successo.

Startupbusiness, sia per le occasioni di visibilità che offre gratuitamente ai ragazzi sia per la sua continua ed impegnata attività di formazione e creazione di cultura di impresa innovativa in Italia, si è confermata una vera palestra di vita.

E’ stato molto costruttivo confrontarsi con ragazzi e ragazze ambiziosi e creativi, in un ambiente che è molto competitivo ma, al tempo stesso, anche fortemente orientato alla condivisione della conoscenza.

Ho maturato tante idee in questo periodo trascorso vicino ad Emil, ma avevo sempre la sensazione di essere ancora piccolo e, soprattutto, di non aver ancora partorito il progetto “giusto”.

Dopo pochi giorni dalla laurea stavo passeggiando per il lungomare genovese quando, all’improvviso, mi è balzata in testa un’idea per un progetto molto semplice, ma che mi ha cambiato la vita.

Avevo bisogno di un biglietto da visita, ed ho pensato che avrei potuto crearmene uno virtuale.

Ho telefonato subito a Stefano Baglio e Nicola Cinefra, due amici con i quali avevo studiato al Collegio di Milano, per ricevere un loro feedback sulla mia idea

Nasce così, con la loro collaborazione, il progetto vubi.co , una piattaforma di biglietti da visita e rubrica online, dove lo scambio di contatti avviene tramite scan di QRCode.

A Stefano e Nicola si sono poi uniti Giulia Bertuzzo ed Emanuele Seghetti, altri due alumni del Collegio

Il prototipo base è già online; al momento ci stiamo concentrando sull’implementazione delle altre funzionalità su cui abbiamo lavorato a livello concept. L’obiettivo è avere, entro dicembre, un prodotto completo, sviluppato tenendo continuamente conto del feedback degli utenti.

L’interesse nato attorno al progetto è anche oltre le nostre più rosee aspettative, per questo ce la stiamo mettendo tutta.

Per me, inoltre, è molto importante che il progetto sia già ben avviato entro la fine del 2012, affinchè possa dedicarmi solo alla parte di business development negli Stati Uniti.

A gennaio, infatti, mi trasferirò in California per seguire un programma di studi della durata di un anno a UC Berkeley Extension, in parte finanziato da una borsa di studio Fulbright BEST dal valore di 35000 dollari.

Per la parte dei costi non coperta dalla borsa di studio (circa 20.000 euro), mi sto affidando al potente strumento del crowdfunding che consente alla Rete di supportare un progetto senza che questo vada a pesare su alcun supporter.

Infatti, anche un piccolo sforzo per il singolo donatore può potenzialmente venire moltiplicato dalla forza della viralità, che può portare migliaia di surfisti del web ad appoggiare una causa.

In Italia non è ancora un fenomeno molto diffuso, mentre negli Stati Uniti ha già una lunga storia: piattaforme come Kickstarter, Crowdrise e IndieGoGo, alle quali se ne affiancano tante altre ancora , hanno consentito ad artisti, organizzazioni umanitarie, imprenditori di avviare i propri progetti.

Anche il Presidente Obama ha puntato sul crowdfunding per finanziare la campagna elettorale che nel 2008 lo ha portato alla Casa Bianca.

Il mio progetto di crowdfunding (che si poggia sulla piattaforma italiana Kapipal) si chiama StartMyLifeUp, e vuole diventare il primo esperimento italiano di borsa di studio crowd-based.

Se questo progetto avrà successo, StartMyLifeUp potrà dare in futuro a ragazzi meritevoli l’opportunità di avere visibilità e chiedere supporto alla Rete per partecipare a programmi di studio all’estero.

Credo che puntare sui giovani e sull’innovazione sia il migliore investimento per far ripartire l’Italia, ed oggi il crowdfunding può essere lo strumento giusto per farlo.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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