Rocket Sharing Company va allo shopping: acquisita la maggioranza di Stantup Service

Il ceo Luigi Maisto: “condivisione, questa la chiave per un nuovo modello di impresa”

luigi maisto

Rocket Sharing Company cresce e acquisisce il 51% del capitale sociale di Stantup Service, società di servizi in outsourcing, consulenza e formazione nel mercato libero dell’energia. La piattaforma di Rocket, nata per ridisegnare i modelli di business delle PMI secondo i principi della sharing economy, si propone di trasformare le imprese, puntando su condivisione di competenze e servizi. “Un progetto ambizioso – spiega Luigi Maisto, presidente di Rocket Sharing Company -, che vogliamo realizzare anche attraverso il contributo di realtà innovative, come Stantup, utili per ampliare la nostra offerta di servizi.

Come mai questo investimento?

L’acquisizione è in linea con il percorso di crescita della piattaforma che abbiamo immaginato, perché offre una soluzione per le aziende che hanno la necessità di offrire un’opzione di virtual reseller: una tariffa agevolata per i dipendenti o i clienti.

Tramite Stantup si può diventare reseller e accedere a prezzi agevolati al mercato dell’energia o del gas. L’offerta può risultare particolarmente scontata e conveniente e questo ci permette di dialogare anche con aziende che hanno migliaia di clienti e vogliono esplorare la possibilità di fare business in questo settore. Inoltre, Stantup sta sviluppando una serie di nuovi servizi, che spaziano dall’assicurativo al bancario, al mobile. Attraverso l’acquisizione potremmo coprire queste nuove aree.

A che punto è il percorso di crescita di Rocket Sharing Company?

Stiamo cercando di sviluppare la piattaforma attraverso varie attività, con l’obiettivo di realizzare un vero e proprio club di imprenditori. Attraverso analisi di mercato cerchiamo di capire quali servizi presenti in piattaforma siano maggiormente utilizzati dagli iscritti e stiamo potenziando l’offerta in linea con le esigenze emerse.

Oggi guardiamo oltre il cash-back e il sistema di loyalty, puntando a realizzare un modello di gestione delle esigenze aziendali condiviso, con risorse e competenze disponibili in rete. È un’idea che si propone di offrire a tutte le aziende la possibilità di avvalersi di servizi a cui spesso rinunciano anche per questione di budget. Una delle aree di principale attenzione è quella relativa alle commodity e alle utility: la possibilità di risparmiare su energia e gas o di utilizzare strumenti in grado di rispondere alla necessità di servizi ad hoc.

Il 2022 ha visto anche l’avvio del roadshow Rocket in diverse città italiane. Qual è stata la risposta?

L’idea nasce dalla volontà di far conoscere a imprese e imprenditori la nostra piattaforma e il nostro progetto.

Ha preso così avvio il primo mini-tour, che diventerà un progetto permanente: incontri di 90 minuti dedicati all’approfondimento delle opportunità offerte da Rocket Sharing, dal nostro club di imprenditori. L’iniziativa è andata molto bene, ha riscosso molti apprezzamenti e si è anche tradotta in nuove affiliazioni.
Proseguiremo nel 2023 con nuovi incontri e un programma più strutturato, con l’obiettivo di toccare ogni città italiana a partire da marzo. Inoltre, nello stesso mese, il 25, avremo un evento a Roma, a
Cinecittà, con circa 1000 aziende già iscritte. Il tema sarà quello della leadership, parteciperanno imprenditori del calibro di Lamborghini, Andrea Iervolino e altri otto nomi di uomini d’azienda di spessore nazionale e internazionale. Seguirà un nuovo roadshow in 100 tappe lungo tutta la Penisola.

Come sta rispondendo il mercato alla proposta Rocket Sharing Company?

Non è un caso che il nostro payoff sia «The Sharing Company». Puntiamo alla collaborazione, ad aziende pronte a condividere la nostra filosofia, il nostro nuovo modo di disegnare business model puntando sulla condivisione e l’interscambio tra di loro.

Ci sono dei territori più avanti nella condivisione della vostra proposta?

Il Centro-Sud Italia presenta delle caratteristiche in linea con la nostra proposta ma in realtà l’adozione del nostro modello è omogenea sul territorio nazionale. L’idea di fare network, anche lobby per certi versi, ad esempio, nel Nord trova una maggiore adesione. Queste caratteristiche dei territori si traducono nella possibilità di creare una ampia rete nazionale di realtà produttive pronte a mettersi in gioco e a condividere le proprie competenze e i propri servizi. E, a fine 2023, ci auguriamo di poter puntare anche all’estero.

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Scritto da Redazione Think

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