Roberto Capucci porta in America gli abiti-scultura

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Un talento così straordinario che ce lo invidiano in tutto il mondo. Questo è Roberto Capucci, uno dei padri fondatori della couture, che se oggi è quello che è lo deve anche agli straordinari esperimenti architettonici del Maestro.

Si potrebbe persino pensare di tracciare un’ideale divisione individuando l’era pre-Capucci, quando il tessuto era solo tessuto, buono per confezionare gli abiti e niente più, ed un’era post-Capucci, quella moderna, un’epoca in cui la stoffa diventa materia in continua metamorfosi sotto le mani di chi sa dirigerla e costruirla, piegarla sovrapporla con la sapienza del più abile degli architetti.

È chiaro che un maestro così sia studiato in ogni angolo del globo, è chiaro che ogni occasione è buona per ammirare, esaminare, e lasciarsi ispirare da chi ha dato vita all’alta moda a colpi di volute e geometrie inedite, per carpirne i segreti e trovare la chiave della propria creatività.

Oggi gli abiti che hanno fatto la storia del costume volano negli Stati Uniti verso il Philadelphia Museum of Art che dal 16 marzo al 5 giugno ospiterà la mostra antologica “Roberto Capucci: Arts into Fashion“.

L’esposizione, curata da Dilys Blum, Senior Curator of Costume and Textiles, ripercorre i momenti più importanti della vita e della carriera del Maestro, seguendo un percorso inedito scandito dalle sfide, vero motore della creatività di Capucci. Un creativo che mai si è risparmiato di fronte alla realizzazione di architetture strabilianti, di volumi nuovi e proporzioni mai viste per lasciare un segno indelebile nel costume.

Non è la prima volta che gli abiti del Maestro attraversano l’oceano e conquistano l’America. Sin dalla seconda metà degli anni ’50 infatti sono state copiose le occasioni per parlare di Capucci e del suo genio, ma questa è la prima volta in assoluto che gli Stati Uniti dedicano Roberto Capucci una mostra antologica.

Sono più di 80 le creazioni accolte dal Philadelphia Museum of Art – il terzo più importante degli Usa – e sono alcune tra le più rappresentative dell’estro del Maestro. Il Museo raccoglie i famosi abiti-scultura, ovviamente, ma anche bozzetti e disegni, così da comprendere fino in fondo il processo creativo, le trame dell’arte siglata da Capucci.

Un’ emozione grande per lo stilista-artista, che raccoglie ancora un altro consenso a conferma della sua grandezza. «In questa mostra di Philadelphia la curatrice Dilys Blum ha saputo mettere in scena la ragnatela magica ed eclettica che contraddistingue il mio percorso di lavoro, il mio amore per la provocazione e la mia idea di creatività sono un’esperienza sensoriale completa ed emozionale che trasforma e fonde l’arte, la bellezza, il colore, la musica e la natura per suscitare un impatto, sovrapponendo un universo cromatico dirompente su tessuti preziosissimi, o utilizzando materiali sperimentali e avant-garde» ha commentato orgoglioso il designer.

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Scritto da luxu

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