Quintarelli: i miei primi 100 giorni da deputato, piccoli successi

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Sono stato in ospedale fino a ieri, oltre 3 mesi dal mio incidente; è vero che non sono stato in aula, ma non sono certo stato inoperoso ed anche da qui credo di aver dato il mio contributo. E sono soddisfatto del prodotto dell’attività (non solo mia, ma dei tanti che hanno collaborato).

Devo ringraziare lo staff del legislativo di Scelta Civica e i colleghi che hanno svolto in aula o in commissione le mie argomentazioni ed esposto i documenti che ho preparato (oltre ad aiutarmi con i 21 emendamenti che ho presentato). L’attività del parlamentare non è pensata per essere svolta da remoto; tuttavia quando ho potuto ho anche seguito in TV o streaming o via skype i lavori in aula e commissione, mandando anche suggerimenti via SMS…

Vediamo le cose di cui sono contento:

1) WIFI: appena uscito il testo del provvedimento sul wifi nel decreto FARE, ho iniziato a lavorare a degli emendamenti che ho illustrato ad altri colleghi e preannunciato sul Corriere delle comunicazioni.

Volendo intervenire, era a mio avviso l’unica possibilità ragionevole, tant’è che poi è stata fatta propria dal relatore (ed anche da altri colleghi). alla fine è stato un successo importante.

2) Governance Agenzia Digitale: ho proposto un emendamento al FARE (che è stato approvato) per modificare la governance dell’Agenzia Digitale. Il comitato di indirizzo era previsto fosse formato da rappresentanti di vari ministeri (tipicamente funzionari); l’emendamento prevede che siano affiancati dai componenti del Tavolo permanente per l’innovazione tecnologica della Presidenza del consiglio (il tavolo di esperti che assiste il Presidente del consiglio). In questo modo c’è un rapporto più stretto tra agenzia e Presidente del consiglio ed inoltre gli esperti sono in grado di assistere i funzionari che non sono dei tecnici… Questo dovrebbe contribuire a far marciare più efficientemente ed efficacemente l’Agenzia Digitale.

3) Autenticazione: quando mi avevano chiesto quale fosse il primo provvedimento che avrei proposto, dissi che, forse non il primo, ma il più importante era definire un sistema nazionale per l’autenticazione online. È l’infrastruttura abilitante la realizzazione di tutti i servizi online della PA, la prima cosa da fare per poter consentire a tutte le PA di digitalizzare servizi, portando a risparmi miliardari. Oggi il Codice dell’Amministrazione Digitale prevede l’autenticazione interoperabile a livello nazionale solo con smartcard (anche quando potrebbe essere usato un sistema alternativo). Le smartcard, oltre a presentare grandi difficoltà tecniche sono di limitato utilizzo perché i dispositivi che leggono sono diffusi pochissimo, cosa che ha portato altri paesi ad introdurre sistemi di autenticazione basati su password usa-e-getta come quelle usate dalle banche.

Abbiamo iniziato a fine marzo una serie di riunioni cui hanno collaborato i colleghi Coppola e Palmieri (assieme ad esponenti di varie associazioni e ad alcuni esperti amici); è stata fatta una analisi approfondita e si è arrivati alla stesura di un testo (Coppola è stato il più assiduo, certamente più di me che partecipavo in videoconferenza e lavoravo ai documenti …); il governo ha inserito negli emendamenti al decreto FARE uno specifico rimando per l’introduzione di un simile sistema chiamato SPID.

4) Installatori: già da giugno avevo denunciato effetti di questa norma antistorica che prevedeva (non per i privati) l’obbligo di ricorrere ad installatori iscritti all’albo per collegare piccole reti locali ad Internet, con sanzioni da 30.000 a 150.000 euro. La cosa ha toccato la sensibilità di un alto esponente del Ministero dello Sviluppo Economico che ha fatto in modo di introdurre nel FARE l’eliminazione di questa norma.

5) Incentivi per aggiornamento hardware e software: nel FARE erano previsti incentivi per ammodernamento di impianti; avevo proposto un emendamento per includere anche hardware e software (anche altri colleghi avevano emendamenti più o meno simili). Alla Camera sono stati dichiarati inammissibili, ma al Senato ne è stato approvato uno, nella sostanza identico al mio, presentato dal collega On. Ceroni.

6) Ammazzafax: questo è stato un emendamento che mi ha fatto dire: «Accidenti, perché non ci ho pensato io ?». Invece lo ha presentato alla Camera il collega e amico On. Coppola, ma è stato dichiarato inammissibile. Invece è stato ripresentato ed approvato al Senato.

7) Quello che non c’è: Infine sono contento per quello che non c’è; ovvero per aver contribuito, dibattendo con dei colleghi, ad evitare che vi fossero regole con specifiche restrizioni per internet.

Last but not least, devo ringraziare tutte le persone ed organizzazioni che hanno collaborato all’iniziativa di crowdsourcing di emendamenti avviata da IWA Italy, molti dei quali ho fatto miei (con modificazioni, lavorando con gli autori). Sfortunatamente molti non sono stati approvati, ma ci sto lavorando…

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Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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