Wister, molto di più di una mailng list sull’intelligenza al femminile

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Sono tanti anni, troppi anni, che mi occupo di pari opportunità. Ho iniziato da bambina pagando sulla mia pelle le differenze di una cultura antica e obsoleta che vede le donne come esseri inferiori, con minori diritti e con maggiori doveri.

Mio padre mi ha aperto la strada della democrazia e dell’amore per la scientificità, mia madre mi ha aperto la strada della logica, la mia professoressa di filosofia (del liceo classico) mi ha aperto la strada dell’algebra booleana e dell’epistemologia, ed è così che all’Università ho scelto Scienze dell’Informazione che metteva insieme tutti questi concetti.

Entrata nel mondo del lavoro ho trovato ancora più forte la disparità che vedeva le donne segretarie e gli uomini tecnici e anche laddove le donne venivano riconosciute per la loro competenza purtroppo non godevano di pari diritti non solo economici (i dati italiani in proposito sono ancora molto tristi nei confronti delle medie europee) ma anche di riconoscimento.

Quanti eventi, convegni, congressi vedono ancora solo relatori uomini anche laddove le competenze delle donne sarebbero di grande rilievo e interesse per la comunità scientifica!

Comunità, appunto, le donne fanno comunità per storia e cultura ancestrale e così è stato anche per WISTER.

Con alcune amiche ci scambiavamo via email informazioni, inviti ad eventi, progetti, segnalazioni, libri, articoli e a luglio 2012, per semplicità di gestione, ho creato la mailing list WISTER: Women for Intelligent and Smart TERritories. Nata con una decina di donne adesso dopo solo un anno siamo più di 300. Donne invitate da amiche, da amiche di amiche e così la rete è cresciuta e con la rete sono cresciute le nostre attività e si sono moltiplicati i nostri interventi.

La prima “uscita” ufficiale è stata a ottobre 2012 alla Smart City Exhibition di Bologna, dove, grazie alla collaborazione di ForumPA, ci siamo presentate, ci siamo contate e ci siamo guardate in faccia, abbiamo iniziato a raccogliere idee e progetti su come una città e un territorio non possano essere considerati smart se non sono inclusivi. La sala era pienissima con gente seduta per terra e la coda fuori di chi voleva partecipare.

Abbiamo capito che stavamo facendo la cosa giusta e soprattutto nel giusto modo.

Così passo dopo passo abbiamo iniziato a fare progetti iniziando da un piccolo progetto editoriale online “Intelligenza in Genere, una rubrica delle WISTER”. Su questa rubrica abbiamo scritto di Open Data, di Bilanci di Genere, di elezioni e di molto altro.

Ripeto, un passo alla volta, senza prevaricazioni, senza “primadonnismi” (chissà perché le “prime donne” nel mondo del lavoro e delle tecnologie in particolare sono quasi sempre uomini) abbiamo continuato la nostra strada.

Il passo successivo è stato l’incontro “#PianoD: come liberare le risorse delle donne” tenuto a ForumPA 2013, dove abbiamo presentato 5 position paper nati in rete, condivisi e cresciuti in rete con la collaborazione di chiunque volesse partecipare grazie al wiki predisposto ad hoc e ospitato dall’Associazione Stati Generali dell’Innovazione.

I 5 position paper (“Liberare le risorse delle donne nell’impresa”, “Liberare le risorse delle donne nell’amministrazione pubblica”, “Liberare le risorse delle donne nella comunità”, “Liberare le risorse delle donne nella scuola, nell’università e nella ricerca”, “L’Agenda Digitale come piattaforma per liberare le risorse delle donne”) sono stati presentati in plenaria e successivamente discussi su tavoli paralleli in modalità Open Talk in modo da consentire a chiunque di poter partecipare attivamente. Il risultato dei lavori e della discussione è stato poi pubblicato sul wiki di Stati Generali dell’Innovazione.

Durante questo incontro abbiamo pensato che fosse essenziale intervenire contro il digital divide di genere e abbiamo iniziato a pensare di organizzare una scuola di donne per donne, offrendo alle meno tecnologhe un’opportunità di entrare nel mondo digitale.

Era il 28 di maggio e in poco più di un mese e mezzo ci siamo trovate nella fantastica Certosa di Padula (SA) a fare un corso di formazione sui social network a una cinquantina di donne venute da tutta Italia. Un fine settimana speso bene sia per il posto meraviglioso che ci ha ospitato sia per l’ambiente così caloroso che si è generato. Da lì al decidere di rifarlo e rifarlo e rifarlo il passo è stato brevissimo.

Così nasce l’idea di Milano (settembre 2013) e poi Prato, Perugia, Venezia, Cagliari e poi chissà… intanto stiamo preparando sia il prossimo incontro alla Smart City Exhibition 2013 che all’Internet Festival di Pisa.

Ecco la breve/lunga storia delle WISTER. Un solo anno, ma un gruppo già così forte e ricco di idee, proposte, attività e soprattutto di nuove amicizie nate tra persone diversissime in termini di competenze e attività, in termini di cultura e di età e provenienti da tutto il territorio (da Padova a Brindisi passando per tutte le Regioni d’Italia).

L’essere donna e la voglia di fare è la cosa che ci accomuna, l’entusiasmo e la passione oltre che la voglia di condividere sono il motore, la competenza e la disponibilità fanno di questo gruppo una speranza per un futuro più aperto e inclusivo per tutti e per tutte.

A breve uscirà anche il sito (wister.it) mentre da tempo stiamo lavorando su diversi social network (Facebook, Twitter, Linkedin, Flickr, Youtube, …) oltre che con la mailing list. Abbiamo uno splendido logo, grazie a IlGeko e abbiamo appena iniziato una nuova campagna per segnalare gli eventi in cui le donne non sono sufficientemente considerate. In particolare segnaleremo con un semaforo gli interventi rossi (MOC Man Only Conference) senza nessuna donna tra i relatori, gialli (WOC Women Open Conference) con meno del 40% di donne tra i relatori e verdi (EOC Equal Opportunity Conference) con almeno 40% di donne tra i relatori.

E non finisce qui, grazie a Sabina Ciuffini durante il suo fantastico evento UnaTalks tenutosi a Milano il 23 aprile scorso, abbiamo deciso di lanciare l’idea di una giornata contro il digital divide di genere, una giornata che sarà l’ultimo sabato di maggio e che aiuterà le donne a non avere più “mal di tech”!

Passo dopo passo, con tutte le persone che ci vorranno aiutare e che vorranno collaborare, ce la faremo a raggiungere un livello di “civiltà” che ci porti almeno nella media europea, non chiediamo molto no?

Concludo con una frase di Sabina Ciuffini che riassume chiaramente passato, speranze e futuro: «I segnali ci sono tutti, ma soprattutto c’è, sepolto a differente profondità negli animi femminili di tutte le latitudini, un seme gravido di preoccupazione, un’onniscienza femminile e casalinga che ci mette all’erta quando qualcosa minaccia la nostra famiglia e la nostra comunità. Il conflitto arbitrario, il disprezzo di regole elementari porta in questa sorta di società dello spettacolo segni tangibili di sofferenza. Se per molti, soprattutto in occidente, l’educazione formale che produce titoli di studio ha formato validi professionisti, capaci di competere, manca però l’educazione non formale, quella dei valori condivisi che garantirebbe una competizione sana, degna di un pianeta civile. È un piccolo pianeta signore, sorelle, nonne, bambine…».

Bologna, 14 settembre 2013

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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