Marcello Mancini, CEO di Performance Strategies: “È affrontando le sfide che si creano team eccellenti”

Intervista a Marcello Mancini, CEO di Performance Strategies, su come il settore degli eventi ha saputo cogliere nella crisi l’opportunità di trasformazione.

mancini

Oltre un anno dopo le prime chiusure, l’Italia si riaffaccia finalmente alle riaperture di stadi, teatri, cinema e alla ripartenza di concerti, conferenze e fiere. Un settore, quello degli eventi, colpito duramente dai lunghi mesi di stop forzato, ma che nella crisi ha anche saputo cogliere l’opportunità di trasformazione. Ne abbiamo parlato con Marcello Mancini, CEO & Founder di Performance Strategies, una delle più importanti organizzazioni italiane di business event internazionali.

Intervista a Marcello Mancini, CEO di Performance Strategies

Può farci una fotografia del suo business il 20 febbraio 2020 e una al 20 febbraio 2021?

Febbraio 2020, Milano, 1000 persone in sala per il grande evento annuale sulla Leadership con Julio Velasco. Pochi giorni dopo tutto è cambiato. Naturalmente inclini al cambiamento, ci siamo messi in ascolto e poi impegnati a portare sul mercato un valore aggiunto.

Non una semplice traslazione in digitale dell’offerta, quindi, ma lo studio e la creazione di nuovi format che supportassero concretamente le imprese nei bisogni di reskilling, di trasformazione e di crescita. Febbraio 2021: un’azienda nuova, che continua a evolversi. Presenteremo la nuova Performance Strategies al Teatro degli Arcimboldi l’1-2 dicembre 2021.

Quali sono i mindset dai quali non torneremo più indietro?

È stato già detto, ma è una verità: la crisi ha accelerato la trasformazione tecnologica, lasciando emergere quanto fossero dispendiose, e talvolta superflue, alcune attività, riunioni, trasferte. Siamo usciti dalla comfort zone più consapevoli del fatto che gestire team e processi complessi si può anche da remoto, solo se insieme all’evoluzione digitale si cura quella umana. Cosa che è, in fondo, per noi una conferma: come sottolinea una grande personalità del mondo HR, Patty McCord, per 14 anni Chief Talent Manager in Netflix, è affrontando le sfide che si creano team davvero eccellenti.

Il fattore umano e la sua gestione fanno la differenza.

Immagino che anche il settore delle vendite, nel quale ha un’esperienza profonda, sia cambiato.

La vendita ha sempre avuto come punti cardine la relazione, l’empatia e il rapporto. Lo sono ancora, ma vanno considerati alla luce delle nuove esigenze d’acquisto. Torneremo a fissare appuntamenti live, ma alcuni step resteranno online. Dobbiamo saperci muovere senza soluzione di continuità: importante oggi è declinare skill come la comunicazione non verbale e l’intelligenza emotiva sui device, acquisirne di nuove, ad esempio quelle di social selling, e adottare un approccio neuroscientifico – come quello di Oren Klaff, autore di Pitch Anything, che ci aiuti a comprendere i meccanismi decisionali e facilitare le scelte.

Siete sempre stati leader nei live dal grande impatto emotivo e ora lo siete anche nel digital.

Qual è l’evento più incredibile che avete vissuto in questo anno di digiuno del live?

Si tratta di un’esperienza interamente digitale, ma con un format inedito, nata affiancando un grande gruppo nel settore energie rinnovabili. Il gestore, pioniere dell’energia green, aveva la necessità di far sentire al proprio team il senso di coesione in questo momento complesso. Per farlo, abbiamo realizzato una convention disruptive: il board sul palco nei panni dei conduttori delle più amate trasmissioni della TV, costumi originali e contenuti studiati per trasmettere il messaggio aziendale. Mettersi in gioco non è facile, ma farlo rende veri innovatori. Il grande apprezzamento delle migliaia di collaboratori coinvolti ci ha dato ragione.

Da chi oggi possiamo trarre spunti utili per il futuro?

Dalle personalità che, da sempre, mettono al centro della propria ricerca il valore del cambiamento e dell’innovazione. Penso, tra gli altri, ad Alex Osterwalder, che da anni studia e sviluppa strumenti per innovare business model e costruire strategie più competitive. Ancora, penso alle figure dirigenziali che hanno saputo interpretare mercati complessi ed espandere la forza dei brand: da Federica Marchionni, prima top manager italiana CEO di un’azienda USA quotata al Nasdaq con una carriera nei più prestigiosi brand luxury internazionali, a Elisabetta Franchi, il cui brand è ormai uno status symbol in tutto il mondo, fino a Jay Samit, già Independent Vice Chairman di Deloitte e pioniere della digitalizzazione, che della disruption ha fatto la sua chiave di lettura del business.

Un’ultima fotografia, stavolta sul futuro?

Teatro degli Arcimboldi, Milano. Si apre il sipario. In platea oltre 1000 top manager e CEO. “Bentornati al Leadership Forum”. Il futuro comincia lì.

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Scritto da Redazione Think

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