Ogni anno, tra 40.000 e 60.000 donne abbandonano il settore tecnologico, e non per motivi che ci si potrebbe aspettare. Le statistiche parlano chiaro: il problema non è solo la mancanza di opportunità di carriera, ma un vero e proprio sistema che ostacola la loro crescita. E allora, quali sono le reali motivazioni dietro questa fuga? E perché è un tema che riguarda tutti noi? Scopriamo insieme i dettagli di questa situazione preoccupante.
1. Un campo di battaglia ineguale
Quando si parla di donne nel settore tech, spesso si pensa che le difficoltà derivino da questioni legate alla famiglia, come la cura dei figli. Ma la realtà è ben diversa. Deborah O’Neill, partner di Oliver Wyman, mette in luce come il vero ostacolo sia un ambiente di lavoro che non favorisce la crescita e l’avanzamento delle donne.
\”Abbiamo bisogno di una struttura che permetta a tutti di prosperare, altrimenti perdiamo innovazione e opportunità vitali per il nostro Paese,\” avverte O’Neill.
Attualmente, le donne rappresentano solo il 20% del settore tecnologico nel Regno Unito e la situazione peggiora man mano che si sale nella gerarchia aziendale. Curioso, vero? Le statistiche dell’Office of National Statistics mostrano che, mentre l’occupazione maschile nel settore delle comunicazioni è aumentata dell’11,5% negli ultimi cinque anni, quella femminile ha subito un calo del 7%. Un chiaro segnale che qualcosa non va.
2. La verità sulle opportunità di carriera
Un altro aspetto critico emerso dalla Lovelace report riguarda le opportunità di carriera. Solo il 3% delle donne intervistate ha indicato la cura dei figli come motivo di uscita dal settore.
Sorprendentemente, il 55% di loro non ha figli o persone a carico. La vera ragione per cui molte donne lasciano il settore tech è la stagnazione professionale. Infatti, molte si trovano a dover affrontare una vera e propria “bottleneck” nella loro carriera, specialmente nei punti di transizione tra i vari livelli di responsabilità.
Inoltre, il 60% delle donne ha dichiarato di avere difficoltà a trovare posizioni di leadership, nonostante oltre il 70% di loro possieda qualifiche e formazione addizionale. È evidente che la mancanza di riconoscimento e di salari equi gioca un ruolo cruciale in questa decisione. Circa il 10% delle intervistate ha citato la cultura aziendale come un fattore negativo, mentre l’8% si sente ostacolato dalla mancanza di modelli di riferimento e supporto.
3. Il costo economico della fuga
Questo fenomeno non ha solo ripercussioni individuali, ma colpisce anche l’economia nel suo complesso. Il settore tecnologico britannico sta affrontando una carenza di professionisti qualificati tra le 98.000 e le 120.000 unità. La Lovelace report calcola che la perdita di talenti femminili costi all’economia tra 1,4 e 2,2 miliardi di sterline all’anno. Inoltre, tra 640 milioni e 1,3 miliardi di sterline vengono sprecati ogni anno quando le donne passano da un’azienda all’altra in cerca di maggiore riconoscimento e opportunità di crescita.
Per affrontare queste sfide, è fondamentale che le organizzazioni valutino il loro impatto sulle carriere femminili e adottino misure concrete per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo. Samantha Niblett, membro del comitato per le donne e le pari opportunità, ha esortato il settore tech a continuare a spingere per cambiamenti legislativi che possano migliorare il contesto lavorativo. \”Se lavori nel settore tech, non arrenderti. Cambia le cose!\” è il messaggio forte e chiaro per tutte le donne che si sentono escluse.
In conclusione, è evidente che affrontare la disparità di genere nel settore tecnologico non è solo una questione di giustizia sociale, ma una necessità per il progresso economico e l’innovazione. Riconoscere e affrontare questi problemi è il primo passo verso un futuro più equo e prospero per tutti. E tu, cosa ne pensi? È tempo di agire!