In un mondo sempre più invaso dall’intelligenza artificiale, chi sono davvero i protagonisti di questa corsa all’innovazione? Le risposte sembrano chiare: le solite Big Tech. Ma non crederai mai a quello che è emerso da un recente rapporto di Somo, un’organizzazione non governativa olandese, che ha rivelato retroscena inquietanti sulla dipendenza delle startup emergenti dai colossi della tecnologia. Scopriamo insieme i dettagli di questa relazione simbiotica che potrebbe riscrivere le regole del gioco nell’IA.
1. La dipendenza dalle Big Tech
Quando si parla di intelligenza artificiale, è impossibile ignorare il potere che esercitano le Big Tech. Secondo l’analisi di Somo, dodici delle più grandi startup e scaleup nel settore dell’IA si rivelano essere fortemente legate a giganti come Nvidia, Google e Amazon.
Ma come si concretizza questa dipendenza? La risposta è semplice: attraverso i chip e le infrastrutture di cloud computing. Infatti, quasi tutte queste startup utilizzano processori Nvidia, che detiene un dominio di mercato impressionante, oscillante tra l’80% e il 95%. Sei sorpreso? Lo sono anche io!
Questo predominio non è frutto del caso. La capacità di progettazione di Nvidia, unita a un software ottimizzato, le ha permesso di mantenere il monopolio nella fornitura di chip per l’IA. E la cosa incredibile è che il valore di Nvidia è schizzato a 3.400 miliardi di dollari nel 2025, con un incremento pazzesco del 735% dal lancio di ChatGPT nel 2022! Ma cosa significa questo per le startup? È semplice: senza l’accesso ai chip necessari, la loro capacità innovativa è drasticamente limitata.
E tu, cosa ne pensi? Si può davvero innovare in un contesto così asfissiante?
2. Le scelte delle startup: sopravvivere o innovare?
Le startup di IA si trovano di fronte a una scelta cruciale: investire enormi somme per acquistare i propri chip, utilizzare supercomputer pubblici, oppure allearsi con le Big Tech. La maggior parte opta per la terza via, rinunciando così a una parte della propria autonomia. Questo approccio ha permesso loro di rimanere a galla, ma a che prezzo? Si stanno legando a doppio filo con colossi capaci di schiacciare la concorrenza, come evidenziato dalla strategia di Microsoft che ha fornito infrastrutture a OpenAI in cambio di diritti esclusivi. Non ti sembra un po’ pericoloso?
Ma le cose non sono così semplici.
Investire in hardware e macchinari per l’IA significa entrare in un gioco rischioso, dove le startup devono competere non solo in termini di innovazione, ma anche di capacità finanziaria. Questa situazione crea un ecosistema in cui le piccole imprese lottano per trovare un modello di business sostenibile, mentre le Big Tech continuano a prosperare, raccogliendo i frutti di questa dipendenza. E tu, che idea ti sei fatto sulla sostenibilità di questo modello?
3. Il futuro del settore e la questione della concorrenza
Il predominio delle Big Tech nel campo dell’IA non solo limita l’innovazione, ma pone anche interrogativi fondamentali sulla concorrenza e sulla libertà di scelta degli utenti. Secondo il rapporto di Somo, le pratiche di mercato adottate dai colossi della tecnologia rischiano di soffocare la possibilità di sviluppo di prodotti innovativi da parte di piccole aziende. Questo scenario è già evidente nel settore delle app, dove Google e Apple esercitano un controllo pressoché totale sugli store, imponendo regole che possono soffocare la creatività. Non è frustrante pensare che la creatività possa essere limitata da pochi attori?
Un esempio preoccupante è la recente decisione del Parlamento Europeo di utilizzare Claude, un modello di IA sviluppato da Anthropic, per gestire i propri archivi storici. Tuttavia, questa scelta è stata limitata da un accordo di fornitura con Amazon, che ha bloccato l’accesso a soluzioni alternative. Questo dimostra come le Big Tech non solo dominano il mercato, ma influenzano anche le decisioni istituzionali. In un contesto in cui l’IA sta diventando sempre più centrale nelle nostre vite, è fondamentale che i decisori politici si impegnino a garantire un ambiente competitivo, utilizzando strumenti antitrust per limitare il potere delle Big Tech e promuovere un’innovazione realmente libera e accessibile. E tu, cosa ne pensi? Siamo davvero pronti a lottare per un futuro più equo nell’IA?