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La nuova tassa digitale dell’Unione europea: opportunità e sfide

L'Unione europea valuta l'introduzione di una tassa sulle aziende digitali per affrontare il debito post-pandemia.

Illustrazione della nuova tassa digitale dell'Unione Europea
Scopri come la nuova tassa digitale dell'UE può influenzare il mercato.

Il contesto della nuova tassa digitale

La Commissione europea sta esplorando l’idea di introdurre una tassa sulle aziende digitali come parte di un piano per ripagare i 350 miliardi di euro presi in prestito durante la pandemia. Questo approccio è emerso da un documento riservato ottenuto dal giornale Politico, che ha rivelato le intenzioni della Commissione di presentare diverse opzioni agli esperti nazionali il prossimo 22 maggio. L’obiettivo è preparare il terreno per consultazioni più ampie con i governi dei paesi membri, in vista di un accordo previsto per il 16 luglio sul nuovo bilancio dell’Unione europea per il periodo 2028-2034.

Le sfide della tassazione digitale

Negli ultimi anni, la comunità internazionale ha cercato di riformare la tassazione delle multinazionali digitali attraverso il “Pilastro 1” dell’accordo Ocse, che mira a ridistribuire i diritti di tassazione sui profitti delle grandi aziende tecnologiche.

Tuttavia, l’intesa non è mai stata finalizzata, e le difficoltà riscontrate sono state citate dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, come motivazione per considerare l’introduzione di una web tax europea. La situazione si è ulteriormente complicata con il ritiro degli Stati Uniti dai negoziati, aumentando le tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.

Le implicazioni geopolitiche della tassa digitale

La proposta di una tassa digitale potrebbe avere ripercussioni significative sulle relazioni tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, poiché colpirebbe principalmente giganti tecnologici americani come Google, Meta e Amazon. Gli Stati Uniti potrebbero interpretare questa misura come una ritorsione contro i dazi imposti dall’amministrazione Trump su molti prodotti europei. Paesi come Italia e Germania, che hanno forti legami commerciali con l’America, si oppongono a questa soluzione, temendo che possa innescare un conflitto commerciale.

La Commissione europea deve quindi trovare un equilibrio tra la necessità di rimborsare il debito e la gestione delle relazioni internazionali.

Le opzioni per il futuro

Oltre alla web tax, la Commissione sta considerando altre opzioni per affrontare il debito, tra cui un prelievo sui rifiuti elettronici non raccolti o riciclati e la creazione di dazi sulle spedizioni commerciali di basso valore. Inoltre, si sta valutando l’introduzione di nuove imposte sui viaggiatori in arrivo nell’Unione. Tuttavia, le risorse proprie dell’Unione risultano già insufficienti a coprire gli impegni assunti, e i pagamenti per il debito inizieranno nel 2028, con un esborso annuale previsto tra i 25 e i 30 miliardi di euro. La Commissione europea è quindi chiamata a trovare soluzioni sostenibili per garantire la stabilità economica dell’Unione.

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