La nostra idea di volontariato flessibile al tempo di Facebook

lifestyle

Senza altruismo non c’è futuro ed è questa la ragione che ci ha spinto a creare Melpyou, il sito che aiuta le persone a fare volontariato e, grazie al nuovo progetto Giftime, a donare il proprio tempo come fosse un regalo. Melpyou è dunque un’iniziativa nata per favorire l’altruismo o – come ama dire Maurizio Pallante – la “cultura del dono”. Prima di raccontarvi del volontariato 2.0, vogliamo fare un passo indietro spiegando le motivazioni che ci hanno portato fin qui.

L’Italia è da sempre un Paese generoso e altruista e il numero di associazioni ancora presenti sul territorio nazionale – oltre 300.000 in tutto – ne è una prova; a partire dal dopoguerra, infatti, si è sviluppato un sistema sociale che ha messo al centro l’uomo e che ha creato una formidabile rete di solidarietà sia laica che religiosa.

Il quadro complessivo negli ultimi decenni è, però, peggiorato per diverse ragioni e in particolare per un’eccessiva sete di guadagno, che è andata spesso a discapito della cultura del dono e dell’altruismo.

La crisi economica di questi ultimi anni è dunque effetto (e non causa) della crisi di valori e, a riprova di questo, recenti studi scientifici nel campo dell’evoluzione hanno dimostrato che le società più forti sono quelle che al loro interno sanno essere solidali. A tal riguardo ci auguriamo che il gran fermento legato al mondo delle start-up in Italia non ricada negli stessi errori del passato, premiando solo quelle che portano immediati profitti a discapito di valori umani più autentici e profondi.

Ci siamo chiesti, inoltre, come mai circa 35.000.000 di italiani – l’85% della popolazione – non dedichino neppure un’ora del loro tempo al volontariato ed è emerso innanzitutto che il metodo tradizionale di avvicinarsi al volontariato poneva una sorta di barriera all’ingresso, perché la maggior parte delle persone – già piene di impegni – lo percepiva come una attività “tutto o niente” e quindi come un ulteriore impegno continuativo oltre a quelli già presenti in agenda.

Molte persone manifestano, infatti, il desiderio di potersi dedicare agli altri ma con maggiore flessibilità. In secondo luogo, il bombardamento mediatico – soprattutto a carattere commerciale – e l’invasione dei social network nella nostra quotidianità hanno riempito fino all’orlo le nostre vite e trovare ulteriore tempo per interessarsi del volontariato può risultare alquanto difficile.

Alla luce di queste considerazioni, abbiamo utilizzato le potenzialità del web per facilitare l’altruismo e proporre nuovi modelli sociali: ci piace dire che, come Amazon o Booking – giusto per fare due esempi – stimolano il commercio e aiutano le persone a comprare più velocemente beni e servizi, così era necessario proporre strumenti innovativi e moderni per aiutare chiunque a praticare l’altruismo.

Com’è possibile tutto questo? L’idea è maturata in seguito alle esperienze che ho vissuto in sella alla mia bicicletta in giro per il mondo e raccontate nel libro “Mamma li turchi” (ed.

Polaris), dove ho potuto riscoprire la generosità delle persone grazie a una frase – per me magica – che apre tutte le porte e, soprattutto, tutti i cuori: “ho bisogno di aiuto”. In una società che sembra premiare solo i vincitori, ho scoperto che le relazioni tra le persone e la generosità nascono laddove si ha il coraggio e l’umiltà di dire: “ho bisogno di te”.

Da questo vissuto personale, è nata l’idea di offrire la stessa possibilità alle associazioni, per cercare volontari che le aiutassero a svolgere le proprie attività e, insieme ad alcuni amici, abbiamo realizzato Melpyou che ad oggi conta 130 associazioni iscritte e alcune miglia di potenziali volontari.

In sostanza, Melpyou è:

  • la possibilità di fare volontariato anche in modo saltuario, grazie all’informazione precisa di “chi, dove e quando ha bisogno di aiuto”;
  • la possibilità di sperimentare sulla propria pelle la gioia di fare volontariato, per poi valutare eventualmente un impegno di tipo continuativo;
  • il tentativo di dare visibilità a quella foresta silenziosa di altruismo che cresce ogni giorno, ma di cui spesso i mass media non parlano.

Scherzosamente ci piace dire che attualmente in Italia ci sono più fundraiser che volontari, ovvero ci sono più individui impegnati a cercar soldi che persone coinvolte attivamente e gratuitamente nelle associazioni.

Melpyou, al contrario, rimette al centro l’uomo, cercando di favorire relazioni umane reali e genuine e offrendo strumenti concreti e veloci per essere più altruisti.

Se sapremo ripuntare sulle persone usciremo sicuramente da questa crisi e le associazioni potrannno essere le prime a dare un forte segnale in questa direzione.

Il progetto Melpyou si completa, infine, con un blog, all’interno del quale cerchiamo di analizzare la società da un punto di vista diverso, come in uno dei nostri ultimi articoli intitolato “Chi fa volontariato è bravo?”, oppure stimolando l’altruismo attraverso riflessioni personali, spunti culturali e recensioni di libri e film.

Attualmente stiamo promuovendo anche un concorso fotografico – da noi indetto in collaborazione con Shoot4Change, che mira a premiare la capicità di cogliere gesti di solidarietà – e il progetto Giftime, ovvero l’idea rivoluzionaria di poter trasformare il proprio tempo in un vero e proprio regalo. D’altra parte, siamo talmente abituati a pensare ai regali in termini materiali che abbiamo dimenticato che il dono più prezioso è in realtà il nostro tempo. Il successo di questa iniziativa, lanciato in occasione del Natale, è stato davvero notevole – in un solo mese sono state donate 840 ore – e ora l’abbiamo estesa a tutte le occasioni di regalo come compleanni, anniversari e ricorrenze varie. Speriamo che anche questo possa diventare un ulteriore stimolo per ciascuno di noi per donare un po di più del proprio tempo agli altri.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

What do you think?

Scritto da chef

innovaizone

Ecco la rivoluzione salentina dell’opendata

innovaizone

Dieci dritte per scrivere sul web (e riuscire a farsi leggere)