La maturità 2026 (tra un esame di coding e uno di startup…)

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Cari allievi,

in questi giorni non si è fatto altro che parlare dell’esame di Stato, delle tracce uscite alla prova scritta, del cosiddetto “quizzone”, di come affrontare l’ansia della maturità e di come il ministro dell’Istruzione la vuole riformare. Ogni anno la stessa storia; qualcuno prende in mano la margherita e inizia a sfogliare i petali: la rifaccio, non la rifaccio, la rifaccio, non la rifaccio. Ma come sarà l’esame di Stato tra dieci anni? Avete mai provato ad immaginare la maturità nel 2026 quando la dovrete fare voi?

La vostra maturità sarà più lunga, durerà cinque anni, sarà un cammino di maturazione, non un test finale

Forse non cambierà molto visto che dal 1994 al 2016 hanno solo modificato il nome (da “maturità” ad “esame di Stato” con Luigi Berlinguer), cambiato il sistema di valutazione, i membri delle commissioni e aggiunto la questione dei crediti ma amo pensare (se proprio dovrà ancora esserci) ad un esame innovativo, futuristico, dinamico, digitale, forse persino un po’ fantascientifico.

E allora addio all’estate sacrificata in casa a studiare giorno e notte con la colonnina di mercurio che segna i quaranta gradi e i compagni più fortunati (estratti prima per il colloquio) già in spiaggia a riposarsi dopo la fatica. Finalmente non avrete più un voto che sarà il risultato di quattro prove: la vostra maturità sarà più lunga, durerà cinque anni, sarà un cammino di maturazione non un test finale.

No, non spaventatevi, sarà più facile: farete delle prove “speciali” lungo tutto il percorso scolastico.

Sarete inviati, per esempio, in terza, a sperimentare la lingua appresa in un Paese europeo od extra-europeo: tu, Marco, che ami tanto l’inglese sarai “inviato” in Inghilterra, negli Stati Uniti o in qualche altro Stato a vivere una settimana con i tuoi coetanei.

E tu, Chiara, che vuoi imparare il cinese avrai la possibilità di partire per Pechino dove dei docenti cinesi al termine del tuo viaggio ti daranno una certificazione del tuo apprendimento che sarà utile al tuo percorso di “maturità”.

IL CODING E LE STARTUP

Tutti dovranno saper usare bene un personal computer, conoscere il coding e essere veramente dei cittadini digitali. A misurare le competenze e a sostenere la formazione dei ragazzi saranno gli studenti più grandi dei corsi di informatica all’Università. A nessun ragazzo sarà chiesto di saper progettare un serbatoio di gasolio o di allestire l’arredo di un asilo ma tutti avranno un anno di tempo per mettere in piedi insieme una startup perché anche chi impara latino e greco tra dieci anni dovrà poi saper coniugare quell’apprendimento con la realtà.

Vi sarà chiesto di sapere i primi dodici articoli della Costituzione italiana

Sarà una maturità che misurerà anche la vostra fantasia, la vostra capacità di essere viaggiatori, cittadini, ragazzi ecologici e capaci di guardare all’altro. I vostri professori alla fine dei cinque anni terranno conto di tutte quelle volte che avete preso un aereo, un treno per andare a conoscere una città dall’altra parte del mondo così come vi sarà chiesto di sapere i primi dodici articoli della Costituzione italiana perché non possiamo sapere le tabelline e non conoscere le fondamenta della nostra vita democratica.

Sarà tenuto in considerazione il vostro impegno per gli altri: se uno di voi farà volontariato alla Caritas avrà un “giudizio” diverso da chi trascorre la giornata davanti alla tv.

Alla fine del percorso ci sarà una prova scritta, sarà molto più difficile ma molto più bella di quella di oggi: ognuno dovrà scrivere una fiaba per bambini. Non so se l’avete mai fatto ma non è per nulla facile parlare ai piccoli, raccontare con parole semplici le conoscenze di noi grandi. Pochi lo sanno fare veramente bene. E chissà che il colloquio non possa essere via chat magari attraverso un’apposita app così da non dover restare imprigionati al calendario fissato in attesa di un appuntamento con una commissione.

una maturità 3.0 e work in progress

Cari ragazzi, finalmente non avrete più paura dell’esame finale, non avrete più incubi e notti passate a studiare all’ultimo minuto perché la maturità 3.0 sarà “work in progress”. Nessun voto, nessun numero vi etichetterà, nessun tabellone sarà esposto ma ognuno di voi riceverà una email con qualche consiglio e suggerimento per il vostro futuro lavorativo o da studenti. “Solo” questo. Potrebbe sembrare poco ma non lo è.

Ve lo assicura chi ha fatto una maturità 24 anni fa.

ALEX CORLAZZOLI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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