Un investimento strategico per la salute globale
Il vicepremier cinese Liu Guozhong ha recentemente annunciato un’importante donazione di 500 milioni di dollari all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) da parte della Cina, da distribuire nell’arco dei prossimi cinque anni. Questa iniziativa è stata interpretata come un tentativo di Pechino di consolidare la propria presenza sulla scena internazionale, specialmente in un contesto in cui gli Stati Uniti hanno ridotto il loro impegno in vari accordi e organizzazioni globali, inclusa l’Oms stessa.
Durante il suo intervento all’Assemblea mondiale della sanità a Ginevra, Liu ha sottolineato l’importanza di contrastare l’unilateralismo che caratterizza le politiche di alcune potenze mondiali, un chiaro riferimento alle recenti scelte dell’amministrazione Trump. Liu ha affermato: “Oggi il mondo sta affrontando le conseguenze dell’unilateralismo e della politica della forza, che pongono serie sfide alla sicurezza sanitaria globale”.
Questo investimento rappresenta una risposta diretta a tali sfide, evidenziando la volontà della Cina di promuovere la solidarietà internazionale.
Le conseguenze del ritiro americano
Il ritiro degli Stati Uniti dall’Oms ha avuto ripercussioni significative sull’organizzazione, costringendola a rivedere i propri bilanci e a ridurre le assunzioni di personale medico. Gli esperti concordano sul fatto che l’isolazionismo di Trump ha creato un vuoto che la Cina sta ora cercando di riempire, assumendo un ruolo più attivo nella diplomazia globale. Zhao Minghao, professore di relazioni internazionali all’Università Fudan di Shanghai, ha dichiarato: “Gli attacchi e il disprezzo dell’amministrazione Trump per la governance internazionale hanno aperto nuove opportunità per la diplomazia cinese”.
Inoltre, la Cina ha ribadito il suo sostegno all’Accordo di Parigi sul clima, mentre gli Stati Uniti si sono ritirati.
Questo contrasto di approcci evidenzia la volontà della Cina di posizionarsi come leader globale anche in ambito ecologico, investendo in infrastrutture per l’energia verde e nella produzione di veicoli elettrici.
Un nuovo paradigma nella diplomazia cinese
La Cina sta cercando di presentarsi come un attore globale responsabile, non solo nel settore della sanità, ma anche in quello dell’intelligenza artificiale. Durante il Paris AI Action Summit, Pechino ha giocato un ruolo chiave nel promuovere politiche per uno sviluppo dell’AI che sia aperto, trasparente ed etico. Questo approccio contrasta con le posizioni più protezionistiche degli Stati Uniti, che hanno rifiutato di firmare accordi internazionali per evitare di allinearsi con “regimi autoritari”.
Inoltre, la Cina è attualmente il principale contributore alle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, un impegno che sembra destinato ad aumentare.
Secondo gli analisti, l’obiettivo di Pechino è quello di rimodellare le norme internazionali a proprio favore, consolidando il proprio ruolo nelle catene di approvvigionamento globali. Zhao ha commentato: “La Cina sta cercando di diventare più attiva nei settori in cui ha vantaggi competitivi”.