Innovazione: l’IoT entra nei prodotti stampati in 3D

Layerloop, del gruppo FinLogic, ha pensato e prodotto la prima stampante 3D tutta italiana.

innovatione, stampa 3d
layerloop è la prima stampante 3d italiana

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McKinsey traccia le nuove tendenze del new normal relative alle nuove modalità di produzione. Cresce l’interesse per le tecnologie che supportano la previsione della domanda e il sentiment analysis. Non solo data analytics ma anche un ruolo sempre più rilevante dell’intelligenza artificiale. Tra le trasformazioni rilevanti che interessano il manifatturiero emerge con forza l’attenzione verso la stampa 3D. Il 3D printing, infatti, si dimostra un’evoluzione molto compatibile anche in tempi di riluttanza ai grandi investimenti: i costi dell’acquisto, infatti, sono ampiamente compensati dai risparmi e dalla rapidità del ritorno dell’investimento. Tra i vantaggi, inoltre, c’è la flessibilità produttiva offerta.

Innovazione: Layerloop, la prima stampante di prodotti 3D

In questo scenario si inserisce un’importante innovazione made in Italy, destinata a trasformare ulteriormente il settore.

È Layerloop, la prima stampante 3D prodotta interamente da Smart Lab 3D, controllata del Gruppo Finlogic, dopo un anno di sperimentazioni e test. Un’innovazione che consente al Gruppo, guidato da Dino Natale, di entrare nel segmento dell’Additive Manufacturing & IOT della stampa in 3D. Si tratta del primo modello al mondo capace di produrre oggetti in serie che integrino al proprio interno tag RFID o NFC, attraverso una testina di stampa proprietaria e brevettata. Parte del focus tecnologico di questo sistema è stato orientato verso la conversione della stampa 3D a sistema desktop di produzione di piccoli lotti in serie in una vasta gamma di polimeri e tecnopolimeri plastici (sino ai compositi in fibra di Carbonio).

“Layerloop – spiega Aldo Pisanello, fondatore di Smart Lab 3D – apporta due grandi innovazioni.

La prima consente di abbattere il muro legato alla prototipazione, cercando di spostare il focus della stampa sulla produzione, accrescendo anche la qualità del manufatto. Siamo riusciti a farlo attraverso una stampante con asse di stampa inclinato a 30°, capace di lavorare a ciclo continuo. L’altra innovazione, che rappresenta un’esclusiva mondiale, riguarda l’integrazione che consente di implementare l’IoT nell’additive manufacturing. È possibile grazie all’inserimento di una testina di stampa capace di inserire, in automatico, negli oggetti prodotti un tag che conferisce all’oggetto stampato la capacità di fornire informazioni. In questo modo, le stampe entrano a far parte della famiglia degli smart object”.

Un’innovazione frutto di anni di ricerca, che arricchisce il Gruppo Finlogic di nuove potenzialità e apre scenari nuovi in diversi ambiti di applicazione.

“Il nostro Gruppo – racconta Dino Natale, amministratore delegato di Finlogic – opera nell’ambito dell’identificazione automatica. Nel corso dell’attività ci siamo spostati sempre più dall’etichettatura all’identificazione automatica dei prodotti, attraverso la stampa del dato variabile su una etichetta che consente di tracciare un prodotto finito durante la catena produttiva. Un elemento che consente di migliorare la produzione, riducendo errori e costi. Con Smart Lab 3D andiamo ancora di più in questa direzione, favorendo l’incontro con l’IoT, diamo la possibilità a un oggetto di trasmettere informazioni attraverso la lettura con dispositivi elettronici, come le antenne. Le potenzialità dell’incontro tra additive manufacturing e IoT sono davvero enormi, siamo certi che rappresenterà un elemento di traino per lo sviluppo del Gruppo ei prossimi anni”.

Sono numerosi gli ambiti di produzione che potrebbero essere interessati dalla rivoluzione Layerloop, primo tra tutti l’automotive. “Una tecnologia così innovativa – commenta Pisanello – si propone di dialogare con tutti quegli ambiti in cui la tracciabilità di un oggetto diventa elemento strategico. Un esempio è l’ambito medicale, un tag consentirebbe di tracciare il percorso fatto dal dispositivo, garantendone la qualità. Lo stesso vale per l’automotive, dove il tag favorirebbe la conoscenza del grado di usura degli elementi. E ancora, la componentistica in ambito ferramentistica”.

Layerloop, inoltre, si propone come traino per il processo di internazionalizzazione del Gruppo Finlogic: uno dei pilastri per la crescita dei prossimi anni – racconta Natale -. Lo sviluppo di tecnologie made in Italy, uniche, potrebbero essere un volano importante, soprattutto nei Paesi Ue”.

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Scritto da Antonio Buozzi

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