Intelligenza artificiale generativa: per i lavoratori italiani ha più benefici che rischi

Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, l’intelligenza artificiale generativa ha più benefici che rischi per i lavoratori italiani.

intelligenza artificiale generativa
AI Technologies. Businessman using digital chatbot robot application on smartphone

Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, l’intelligenza artificiale generativa ha più benefici che rischi per i lavoratori italiani, che sembrano essere davvero ottimisti riguardo questo argomento.

Intelligenza artificiale generativa: per i lavoratori italiani ha più benefici che rischi

Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, intitolata AI at Work: What People Are Saying, gli italiani sembrano essere particolarmente ottimisti riguardo l’intelligenza artificiale. Secondo il 78% dei lavoratori italiani la GenAI ha più benefici che rischi. La ricerca ha indagato com’è cambiata negli ultimi 5 anni la percezione dell’intelligenza artificiale nei lavoratori. La ricerca si è basata su un’indagine condotta su oltre 12.800 persone, dai dirigenti ai lavoratori dipendenti, in 18 Paesi del mondo. La stessa ricerca condotta nel 2018 rileva più scetticismo nei confronti dell’intelligenza artificiale ma, dopo la democratizzazione di ChatGPT, l’approccio sembra essere cambiato.

Lo ha sottolineato Paola Francesca Scarpa, Managing Director and Partner di Bcg X, unità di progettazione e costruzione tecnologica di Bcg.

Si guarda al futuro con grande ottimismo. Alla domanda sull’impatto dell’AI sul lavoro il 52% degli intervistati ha scelto proprio di reagire con ottimismo. La preoccupazione sta diminuendo e al momento è al 30%. Quasi il 60% dei lavoratori ha dichiarato di essere ottimista verso l’AI, contro il 30% dei pessimisti. I leader senior, che usano più spesso l’AI generativa, sono più ottimisti rispetto ai livelli più bassi dell’organizzazione, di cui solo il 205 ha dichiarato di essere già abituato a questi nuovi strumenti. Il 62% dei leader è ottimista ma solo il 42% dei dipendenti condivide questa opinione. Il 77% dei lavoratori italiani ritiene che il proprio lavoro si trasformerà grazie a questa tecnologia, ma il 39% è preoccupato che possa non esistere più il proprio ruolo.

In generale l’approccio è positivo. L’80% ritiene che i vantaggi siano superiori ai rischi, anche se l’83% vuole una regolamentazione specifica. Sarebbe molto importante puntare su una formazione adeguata. L’86% dei lavoratori ha dichiarato di dover seguire una formazione specifica, mentre il 14% dei dipendenti ha dichiarato di aver già ricevuto un aggiornamento.

Intelligenza artificiale e ottimismo: l’esempio di H&M

La GenAI è uno spazio in rapida evoluzione e il suo impatto trasformativo si sente già nei luoghi di lavoro di tutto il mondo” ha dichiarato Enzo Barba, Partner presso Bcg X. È importante sperimentare ma anche accompagnare la propria azienda ad un passaggio ragionato e controllato, come ha fatto H&M, che ha implementato in tutta l’organizzazione un’intelligenza artificiale “amplificata” in cui l’AI è usata dalle persone in forma collaborativa.

Il retailer svedese ha iniziato il percorso nel 2016, con lo scopo di usare i dati per migliorare la comunicazione, la personalizzazione e le offerte per i clienti. Si tratta di un’implementazione dell’AI, che ha aiutato H&M ad ottimizzare vari aspetti della sua attività. Un’evoluzione che ha portato a una riduzione degli sprechi associati alle materie prime e alla logistica, cooperando per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda.  La combinazione di intelligenza artificiale basata sui dati e intuizione umana si è dimostrata più efficace di entrambe le capacità da sole, con risultati importanti. L’approccio si è rivelato vincente sia economicamente che per quanto riguarda il clima aziendale.

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Scritto da Chiara Nava

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