Diario di una startup nata in 54 ore: Tirgoo

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Sono Luca Gallo ideatore di Tirgoo e vincitore di Startup Weekend Roma 2013 e sono felice di girarvi un diario di viaggio che racconta la fantastica avventura del vissuta dal tutto il team di Tirgoo.

Per quanto mi riguarda, sono relativamente nuovo al mondo delle Startup al quale mi sto affacciando da pochissimo e non riesco a trovare le parole per descrivere l’emozione per la fantastica esperienza che ho vissuto in questi giorni di Roma Startup Weekend.Non conoscevo Marco Zamperini né la sua storia ma so che lui ha fatto tanto per questo motivo e per la sua causa e credo proprio che sarebbe stato felice nel vedere quello che è stato realizzato da tutti i partecipanti in queste 54 ore.Pertanto il sottoscritto e tutto il team di Tirgoo vuole dedicare a lui questa vittoria con la speranza di poter portare avanti la nostra idea e concretizzarla in qualcosa di più.

Il Diario di Viaggio

Venerdí sera – Comincia lo SW Roma 2013. Siamo circa 100 aspiranti startupper nella Sala del Tempio di Adriano. Sono le 18.00 di venerdì, e invece di prepararci ad un week-end di relax e divertimento dopo una settimana di lavoro, ci eccitiamo per una maratona di 54 ore di sudore e adrenalina pura. Saluti e convenevoli degli organizzatori (bravissimi, a parte la connessione) e via con i pitch, fuori uno ed avanti un altro in un minuto. Idee strampalate, idee buone, idee geniali, idee senza idea… Studenti, developer, startupper seriali, mamme, medici… Solo 13 passano la prima selezione dei partecipanti, “Let’s TIR” di Luca ce l’ha fatta. Intorno a queste idee si formano i gruppi, e Let’sTIR piace a tanti, siamo in nove e non si potrebbe, ma noi nove vogliamo passare altre 50 ore insieme.

Due ore di brainstorming casinaro cominciano a far emergere l’ordine, l’energia ha cominciato a fluire e va veloce, dici una mezza parola e qualcun altro nel team la acchiappa e la sviluppa al volo, le idee rimbalzano come una palla da tennis tra tutti noi intorno al tavolo e prendono velocità. MVP, modello di business, pitch: si arriva all’essenza di cosa dobbiamo fare in queste 50 ore residue, senza pietà. Alla fine è tutto così chiaro e lucido che ognuno sa cosa deve fare, ci dividiamo in gruppetti e ci diciamo che faremo degli allineamenti collettivi ogni tanto ma sappiamo che ognuno parte con un obiettivo e lo porterà a casa. E’ partita la reazione a catena.

Sabato mattina – Avvio assonnato, caffè, computer, carte e disegni sul tavolo stretto.

Scegliamo il nome, serve subito per il domino. Dopo aver giocato con tante combinazioni, qualcuno spara TIRGOO, e piace subito a tutti, lo registriamo al volo. I developer partono come un razzo, il designer frulla a mille e si intendono tra loro con uno sguardo a una mezza espressione… Accanto gli altri studiano il mercato per capire se l’idea di riempire i TIR “mezzi vuoti” abbia senso per i camionisti. Come far fruttare questo business? L’esistenza di molti competitor, con offerte diverse, è molto confortante, e prendiamo in prestito le cose che ci piacciono di loro. Su tutto si lavora al contrario: abbiamo capito cosa dobbiamo avere in mano domenica, il resto sta alle risorse dei singoli. Ognuno ha carta bianca, e se fallisce falliamo tutti.

Sabato pomeriggio – Ci stiamo caricando sempre di più, pensi che non sia possibile perché già voli alto e invece non c’è limite. Ad ogni problema a cui non si era pensato troviamo una soluzione! Vabbè, qualche problema magari lo sfumiamo durante il pitch se non ce la facciamo a risolverlo, ma almeno ce lo abbiamo chiaro e andrà affrontato. Mentre in sala regna il caos arrivano i mentor con le loro presentazioni, magari chiediamo aiuto a loro per le cose che non ci convincono. Che fare? Ascoltiamo i mentor o lavoriamo a TIRGOO? Tutti e due! Pronti con l’orecchio a cogliere le cose più utili degli speech, ci segniamo i nomi e proveremo dopo ad acchiapparli al tavolo per chiedere qualche consiglio e ascoltare i loro feedback. Loro sono disponibilissimi e la cosa più affascinante è che hanno sempre critiche costruttive, se c’è un problema lo ribaltano in una opportunità.

Sabato sera – La sera si allunga nella notte. Ragazzi, abbiamo tutti gli ingredienti e dobbiamo solo cucinare la torta: il prodotto è QUASI finito (sito web, app ioS e Android FUNZIONANTI!!), il testo del pitch QUASI pronto, le slide QUASI pronte, qualche potenziale cliente è QUASI interessato a registrarsi. Una volta tornati a casa, nella notte, ciascuno di noi gioca con il sito e scarica l’app Android. Il database si popola di nomi improbabili di camionisti che si chiamano come piloti di Formula1. Grandi, siamo nati da un giorno e già scalciamo!

Domenica mattina – Tutto è quasi pronto e nulla è veramente pronto. Ma ci siamo. Magicamente ognuno di noi ha portato a casa il suo pezzo di progetto, e maniacalmente lo sta rivedendo e migliorando. Vediamo adesso se tutti i pezzi del puzzle stanno insieme. Abbiamo il sito online, l’app Android funziona, quella iOS pronta e inviata all’AppStore, un’idea del modello di business e qualche chiacchierata con gli utenti, un bel pitch. Siamo bravi, siamo fighi… No, ci faranno il culo… Ripeti il pitch, sistema il pitch, ripeti il pitch, sistema il pitch, ripeti, sistema… ”looppa” ancora. . Siamo tutti intorno al tavolo a dare commenti e anticipare possibili domande. Adesso non vogliamo solo vincere, vogliamo strafare!

Domenica pomeriggio – Siamo arrivati ai pitch finali, cinque minuti, make it or break it. TIRGOO sarà l’ultima. Gli altri ragazzi hanno fatto tutti dei bei lavori, in 54 ore molte idee appena abbozzate hanno preso forma, qualcuna ha fatto un pivot, molte hanno cambiato nome. Tutti i gruppi trasmettono passione, grinta e tantissima energia, la giuria lo percepisce. Adesso tocca a noi. Luca prende la scena, in quel momento ci rappresenta tutti. Presenta tranquillo, padrone di sé, il pitch è una bomba e -diciamolo- siamo gli unici ad avere un prodotto funzionante. Le domande gli danno l’opportunità di spiegare ancora meglio cosa vogliamo fare. Sarà arrivato tutto questo alla giuria? In fondo al cuore tutti e nove pensiamo che dobbiamo vincere, altrimenti non saremmo qui. Qualche minuto e arriva il verdetto: TIRGOO ha vinto, NOI abbiamo vinto!!!

Domenica sera – SW Roma 2013 è finito, domani mattina è lunedì. Adesso forse abbiamo capito: non è TIRGOO, non è il fatto che abbiamo vinto, né i complimenti della giuria, non sono i soldi. Quello che ci ha motivato è la passione di creare da zero una cosa nuova ed utile per il mondo, insieme a persone eccezionali. In 54 ore abbiamo creato tutto questo e abbiamo convinto qualcuno a crederci. E se lavorassimo 540 ore, 5400 ore insieme con la stessa passione?

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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