Cristina Interliggi: Care mamme disoccupate, uniamoci su networkmamas.it

lifestyle

Tutto inizia ad Agosto 2007: Alèèèèè! Sono incinta! Evviva! (e altre espressioni di gioia più o meno smodata)

Novembre 2011: Sono incinta. Oh-oh. Bene. Bene? Bé, sì… felice son felice ma… (e altre espressioni di panico più o meno intenso)

Cos’è cambiato in questi anni? Perché ad una notizia che tendenzialmente dovrebbe farti saltar di gioia fa da contraltare una paura che ti blocca e ti si appende alle caviglie impedendoti di svolazzare ad un palmo da terra?

Ma soprattutto, cos’è questa paura? Si chiama mancanza di lavoro. Il lavoro che c’è, che poi non c’è più, che non si trova, che è finito e che chissà se tornerà. E quando manca, sogni con il fiato un po’ corto.

Ogni anno circa 65.000 donne del settore impiegatizio, non riescono a rientrare a tutti gli effetti nel mondo del lavoro dopo la gravidanza.

Io, complice il periodo economico decisamente infelice, sono una di queste.

Dopo aver conseguito la laurea al DAMS, ho lavorato come developer nell’area web di una società che si occupa di IT. Finché sono finita in cassa integrazione e poi in mobilità…

Curriculum curriculum curriculum… ma niente risposte. Inutile dire che col passare del tempo si diventa sempre meno schizzinosi e quello che prima ti faceva storcere il naso, ora ti pare quasi un’ipotesi degna di nota.

Ma passano i mesi, il numero di figlie sale da una a due e le maniche si devono tirare sempre più su. A tutti i siti di telelavoro visitati nel periodo è sempre mancato quel qualcosa che mi facesse sentire nel posto giusto. Da qui l’idea di colmare un vuoto creando una piattaforma di telelavoro di riferimento per le neomamme italiane (di bambini 0-6 anni, periodo che precede l’ingresso alle scuole dell’obbligo).

L’idea parte dal mio compagno e da me, ma parlandone un po’ in giro, alla ricerca di feedback, otteniamo l’adesione entusiasta di un developer e di un production manager.

Fornirà alle neomamme in grado di lavorare via internet (siano esse traduttrici, webdesigner, consulenti marketing o impiegate contabili) tutti gli strumenti necessari per costruire ed accrescere la propria clientela: un sistema per la gestione del cliente e lo scambio dei file, dei contratti semplici e chiari e una modalità sicura per incassare il pagamento. Senza dimenticare il lato aggregativo: la forza delle mamme è l’unione, lo scambio di informazioni, la condivisione.

Durante la Social Media Week torinese, alla fine dell’intervento “SocialMom, Mamme in rete: Come la rete migliora la vita delle mamme” presento Networkmamas.

Un ottimo riscontro mi permette di iniziare a formare la community.

Noi vorremmo, ispirati dal concetto di lean startup, mettere online un prototipo il più presto possibile e farlo testare, validare e commentare da una community di mamme che conosce bene i problemi lavorativi (e non) di ogni giorno e sa cosa servirebbe per risolverli. Abbiamo pronte diverse proposte di interfaccia, di funzionalità, di interazione con i clienti. Vogliamo capire insieme alle mamme quale di queste proposte risponde meglio alle loro aspettative.

Questi mesi trascorsi a leggere e smistare mail in cui molte mamme ci hanno raccontato quanto sia difficile conciliare casa e famiglia ma anche brutte storie lavorative di mobbing e discriminazione ci hanno dato conferma che i potenziali clienti potrebbero essere piccole o medie imprese, titolari di partite iva, artigiani, free-lance…

La nostra idea è quella di permettere ad ogni iscritta di avere il proprio profilo con avatar e curriculum visibili e il tasso di gradimento con feedback dei clienti.

Cosa può fare una mamma in mezza giornata? Lo decide lei e si propone con il proprio bagaglio di conoscenza e professionalità. Quante “mezze giornate” può dedicare seriamente ad un lavoro, riuscendo comunque a gestire figli, famiglia ecc.? Lo decide lei. Libertà e autonomia che faranno bene alle donne e di conseguenza alla famiglia.

L’idea di andare a Next- La Repubblica delle Idee che ha fatto tappa a Torino, la nostra città, ce l’avevo, ma come pubblico. Non avrei mai sperato di salire sul palco, presentare il nostro progetto e vincere il contest durante la pitch session!

Si è trattato di “una serie di fortunati eventi”: è partito tutto con un retweet fattomi da una amica, grazie al quale ho scoperto che si cercavano “storie di donne piemontesi per completare il fantastico programma di Next Repubblica delle Idee”, passando per l’impossibilità di lasciare Flora con qualcuno, l’impegno del papà alla Milano Startup Weekend, la disponibilità dei nonni a tenere Viola e per finire la volontà di Riccardo Luna, c di inserirci in extremis nella scaletta della giornata.

Salire sul palco con Flora non è stata una scelta strategica, ma si è dimostrata fortunata.

Ora per poter proseguire in questa nuova avventura chiediamo due cose:

1) “Mamme! Iscrivetevi numerose alla nostra community!”

2) “Mentors! Finanziatori! Contattateci… abbiamo bisogno di voi!”

CRISTINA INTERLIGGI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

What do you think?

Scritto da chef

innovaizone

Perché i nostri dati personali valgono più dei soldi (e alcuni consigli per proteggerli)

scienze

Facciamo trasparenza: gli open data sulla ricostruzione dell’Aquila