Così la buroscuola uccide la buona scuola: la storie triste e vera di 15 studenti in Puglia

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Ci sono 45 ragazzi che hanno trascorso un’estate di attese e aspettative. Faticosamente hanno scelto il proprio percorso di studi per la scuola superiore. A questi adolescenti lo Stato non sta garantendo un diritto fondamentale: il diritto alla serenità, alla bellezza, al senso della scoperta che di solito accompagna questo traguardo. La storia di questi ragazzi dimostra che la Scuola in questo paese non è centrata sul cliente, ma ruota intorno a se stessa, ad una burocrazia elefantiaca, miope, sterile.

Spiegare il mondo della scuola non è semplice. Proviamo a leggere questa storia con gli occhi di questi ragazzi e delle loro famiglie. In fondo, lo Stato sono loro, lo Stato siamo noi. 45 alunni iscritti all’opzione Scienze Applicate per l’a.s.

2015/2016 presso il Liceo Scientifico Pepe di Ostuni apprendono il 4 di settembre che l’autorità competente (USP Brindisi) ha autorizzato una sola classe. La proposta della scuola per gli alunni in esubero (15 su 45) è di spostarsi nelle due classi del Nuovo Ordinamento (quello con il Latino) e di recuperare Informatica con uno studio aggiuntivo e relativa certificazione. I 15 alunni hanno diritto o a scegliere autonomamente di cambiare indirizzo o a essere sorteggiati.

Vero è che tutto questo è corretto dal punto di vista della norma, ma quanti diritti la buroscuola ha fatto fuori in questo percorso durato da febbraio a fine agosto?

Il diritto alla trasparenza. Il cittadino, a meno che non sia un addetto ai lavori, non riesce ad interpretare i documenti pubblicati online sui siti istituzionali.

Si tratta di documenti criptici, prodotto finale di continui palinsesti e modifiche, nei quali trovare una risposta è impossibile.

Il diritto alla disponibilità dell’informazione. Nonostante le iscrizioni siano online, un genitore in questo momento non è in grado di sapere quali altri Licei della provincia hanno disponibilità di posti sull’Opzione Scienze Applicate. Ad una settimana dall’inizio dell’anno scolastico dovrebbe contattare tutti i Licei della provincia.

Il diritto alla scelta. L’orientamento è un processo formativo continuo, sostenuto dalla scuola e dalle famiglie. Lo studente va alla scoperta di se stesso, si immagina nel futuro, fa fatica ad elaborare una scelta, che, una volta fatta, diventa il timone per il viaggio della propria vita. Non rispettarla equivale ad introdurre il “numero chiuso” nella scuola dell’obbligo.

Affermare che una scuola superiore deve rifiutare le iscrizioni considerate in esubero entra in conflitto con il vincolo di assolvimento dell’obbligo di istruzione.

La buroscuola non può confliggere con il dettato costituzionale, tanto meno con se stessa: “L’iscrizione costituisce per le famiglie un importante momento di decisione relativo alla formazione dei propri figli e rappresenta una rilevante occasione di confronto ed interlocuzione con le istituzioni scolastiche, finalizzata ad agevolare e favorire una scelta pienamente rispondente alle esigenze degli studenti in una prospettiva orientativa” (Circolare MIUR n.51, 18 dicembre 2014).

Anche io ho attraversato un cancello per me nuovo, quello della scuola superiore, una volta, tanto tempo fa. E ricordo ancora quella bella sensazione di nuovo, di futuro. Chi sceglie a 14 anni il proprio percorso di istruzione avrà almeno diritto alla serenità?

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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