Così abbiamo creato un Fablab itinerante nel deserto

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Al ritorno dal progetto di Marrakech nuove suggestioni arricchiscono il lavoro di progettazione della tappa successiva di Dakar. Le riflessioni che assumono il carattere dell’urgenza, anche nel lavoro progettuale per la nuova fase, riguardano la possibilità di dare continuità alle istanze emerse dai partecipanti ai workshop, artigiani e creativi locali e di supportare la loro volontà di implementare il primo fab lab in Marocco. Una volontà che si è sviluppata attraverso lo svolgersi della prima tappa del progetto African Fabbers, fablab itinerante tra Europa ed Africa.

Urban FabLab, infatti, ha realizzato, in occasione della Biennale di Marrakech il primo step del progetto collettivo African Fabbers, trasformando il basement dell’edificio L’Blassa, una delle sedi della Biennale, in un fablab temporaneo. Il progetto organizzato in due workshop, ha visto la partecipazione di una comunità di artisti, artigiani, makers, architetti e studenti provenienti da Marocco, Francia, Ghana, Italia, Russia e Messico e selezionati attraverso una call pubblica indetta nel mese di gennaio.

African Fabbers ha sviluppato a Marrakech una piattaforma relazionale produttiva sui temi del computational design, dell’auto-produzione e della fabbricazione digitale con materiali naturali locali. Il progetto, nel corso delle differenti tappe, si prefigge lo scopo di attivare uno scambio culturale proficuo e di incentivare dinamiche di innovazione sociale. A Marrakech lo spazio della Biennale d’arte, da mero luogo espositivo è diventato un sito di produzione condivisa, di scambio di conoscenze specifiche, legate alle tecniche costruttive e artigianali locali e alla progettazione avanzata. Il processo di co-produzione partecipativa ha reso possibile l’ incrocio di storie personali, di aspirazioni individuali, di desideri di conoscenza e di accesso al sapere.

Entrambi i workshop hanno visto la partecipazione degli apprendisti artigiani del Centro di formazione per l’artiginato della medina di Marrakech (Centre de Formation et de qualification dans les metiers de l’artisanat).

In occasione del primo workshop hanno collaborato persone provenienti non solo da contesti culturali differenti ma anche da ambiti formativi molto diversi per la progettazione di una stampante 3D low-cost, offgrid e trasportabile. Il primo workshop è culminato con un’azione pubblica durante la quale si è mostrato il funzionamento della macchina nella affollatissima piazza principale della città (Jamal El Fnaa), che storicamente rappresenta il crocevia delle culture africane lungo le vie del commercio.

Il secondo workshop, invece, si è articolato durate la settimana inaugurale della biennale ed ha combinato le conoscenze circa i materiali e le tecniche locali di realizzazione di manufatti in argilla, con la progettazione avanzata di prototipi destinati al design ecologico ed all’architettura sostenibile realizzati con la stampante 3D dalle grandi dimensioni ideata da Wasp, partner tecnologico dell’intero progetto.

In occasione della inaugurazione dei progetti paralleli della Biennale ospitati nella sede L’Blassa, African Fabbers ha stampato, utilizzando differenti terre locali, i prototipi progettati dai partecipanti al workshop 2. Sono stati, inoltre, mostrati gli esiti progettuali e i manufatti realizzati durante tutto il periodo. Il progetto, in linea con le sue premesse, ha fatto emergere, incentivando processi di collaborazione, condivisione e scambio, la necessità di istituire un primo fablab permanente in Marocco.

Dopo l’intensa esperienza marocchina stiamo ora lavorando allo sviluppo della seconda tappa che avrà luogo in occasione della Biennale di Dakar (la più importante rassegna d’arte contemporanea del continente africano) che tra maggio e giugno ospiterà, attraverso lo sguardo di differenti forme artistiche, la riflessione sul tema centrale “Producing the common”. In tal senso abbiamo appena sviluppato un partenariato con l’associazione locale Ker Thiossane per supportare la realizzazione del primo fab lab a Dakar che si chiamerà DEFKO AK NIEP (fai con gli altri in lingua wolof). Durante le due settimane di workshop in Senegal progetteremo e realizzeremo in collaborazione con gli abitanti del quartiere, gli artigiani ed i creativi locali uno spazio di co-produzione aperto/coperto a supporto del nascente fab lab. Come per la tappa precedente si darà la possibilità ai makers europei di partecipare gratuitamente ai workshop attraverso una call internazionale, il bando è scaricabile dal sito www.urbanfablab.it.

Altre tappe africane ed europee sono in preparazione, già in occasione della conferenza stampa tenutasi presso il Museo Madre di Napoli lo scorso febbraio il Direttore del Museo Andrea Viliani aveva espresso la necessità, per il museo che si interessa alla pluralità delle voci e delle pratiche della contemporaneità, di ospitare e dare rilevanza alle tendenze più attuali dell’autoproduzione. Il Museo d’arte contemporanea risulta essere, quindi, l’approdo naturale per un viaggio e uno scambio culturale, come si prefigge il progetto African Fabbers, che contamini e combini esperienze disciplinari apparentemente lontane, culture altre, approcci tecnologici e tradizionali insieme in uno spazio di relazione e scambio, trasmissione (omnidirezionale) di sapere e progettazione condivisa.

Nel frattempo ringraziamo gli amici di Marrakech: Mohammed Amine Chafai, Ayoub Lharchi, Hicham Ousalah, Taoufiq Edday, Azzedine Fettahi, Elena Bellantoni, Elkhider Karima, Mohammed Labid, Oussama Mahassine, El Mehdi Agharsane, Abdrahim Belmaarouf, Badreddine Satouri, Hamza Labidi, Anouar Sharif, Hassan Mohammed Yaqoubou, Carlos Martinez, Kenza Atif, Taha Ouilal, Ilhame Hassani, Aahd Benchaouch, Mohamed El Khaloua, Mohamed Barki, Noureddine Khaloufi, Egor Kuznetsa, Guillaume Thevenot, Clara Chaston

Un ringraziamento va anche ai nostri partner:

Fondazione Architetti e Ingegneri liberi professionisti iscritti a Inarcassa, Fondazione IDIS / Città della Scienza, Fondazione Inarcassa,

i partner locali :

Centre de Formation et de qualification dans les metiers de l’artisanat / Marrakech, Ecole d’arts Visuels / Marrakech, Voice Gallery

il partner tecnologico : Wasp

Napoli, 12 aprile 2014Paolo Cascone e Maria Giovanna Mancini

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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