Con Facebook la mia dieta è diventata social (e ora correrò la mezza maratona)

innovaizone

Da quando ho deciso di essere un’utente attiva del web e ho scelto di aprire un blog e di contribuire con contenuti personali, ho sposato una precisa filosofia: mettermi in gioco. Ho raccontato aneddoti legati alla mia vita, al lavoro, al mio modo un po’ spaiato di fare la mamma, alla mia città e ai personaggi che incontro per strada o nel palazzo in cui vivo. Man mano che io e Panzallaria ci univamo in un’unica figura però, per evitare scene da “La finestra sul cortile”, ho dovuto smettere di raccontare, nello sceneggiato web ispirato al condominio, del vicino di fronte e delle storie che mi ispiravano le sue apparizioni alla finestra.

Non andava più bene: perso il lusso dell’anonimato, dovevo cambiare registro e cominciare davvero a fare le cose sul serio, mettendoci, oltre che il gioco, anche la faccia.

E così, negli anni mi sono abituata a selezionare contenuti che potevano essere pubblicati e contenuti che preferivo non condividere online, con la consapevolezza per ciò che era personale ma poteva diventare pubblico e ciò che invece desideravo restasse privato.

Francesca all’inizio della sua “socialdieta

Quando a settembre 2013 ho deciso di uscire dalla condizione di obesità che mi affliggeva (e a cui mi ero condannata) negli ultimi 10 anni, ho dovuto fare una valutazione importante: “la racconto la mia dieta sul blog e sui social media oppure mi tengo questo percorso tutto per me?”.

E se tra una settimana cambio idea e non riesco a raggiungere l’obiettivo di calare qualche chilo – ne pesavo 102 – che figura ci faccio se annuncio “in pompa magna” che mi sono messa a dieta?

Ci ho riflettuto un po’ e poi mi sono detta che forse i lettori del mio blog, i followers su twitter e gli amici di facebook potevano diventare il mio “cane da guardia” e aiutarmi nel lungo percorso per calare almeno 20 chili.

Non avevo idea, in quel momento, che la narrazione della mia dieta si sarebbe trasformata in un percorso di crescita e condivisione di sentimenti tra persone (tante) in condizioni analoghe alla mia.

I TRE SEGRETI DELLA “SOCIAL DIETA

Come tutte le cose belle che avvengono online, non si può preventivare davvero che riscontrò avrà il tuo personal storytelling.

  • Raccontare la dieta sul blog e sui social media è stato utile per mantenere fisso l’obiettivo. Se dichiari pubblicamente che vuoi perdere 20 chili e cambiare stile di vita, le persone che ti seguono ti chiederanno conto del tuo progetto.
  • La mia narrazione ne ha stimolate altrettante: la pagina su facebook, il blog, la mia casella di posta si sono trasformate in una meravigliosa raccolta di esperienze di altri, non necessariamente legate al bisogno di dimagrire ma proiettate al cambiamento.

    Mi sono accorta di quanto il mio percorso possa essere di stimolo per chi desidera superare un proprio limite, anche a un’età come la mia (40 anni) in cui non sempre si crede di poter cambiare.

  • Ho superato la paura del confronto che spesso “affligge” chi ha un rapporto disfunzionale con il cibo. Mi sono dovuta davvero mettere in gioco, dichiarando il mio peso, riflettendo sul perché fossi ingrassata e facendo coming out sulle pessime abitudini alimentari della vita precedente. La paura di uscire perdente da qualsiasi relazione con gli altri era il motivo principale per il quale – inconsciamente – mi ero costretta a “uscire dal gioco”, costruendomi un’astutissima corazza di ciccia. Ero obesa e questo mi impediva oggettivamente di riuscire a fare un sacco di cose, dunque era inutile provarci. Mettere a nudo i meccanismi che si erano inceppati e aprirmi a un sano confronto con le persone mi ha aiutata a ridimensionare le paure e a rendermi conto che siamo tutti sulla stessa barca: c’è chi ingrassa, chi è timido, chi preferisce non fare scelte professionali.

Il cambiamento spaventa fino a quando non ci accorgiamo che noi cambiamo tutti i giorni e quindi vale la pena agirlo piuttosto che subirlo.

Condividere un percorso ha un valore corroborante: mentre lo facciamo, smettiamo di guardare il nostro ombelico da una posizione troppo ravvicinata e la visione dall’alto aiuta a ridimensionare un sacco di cose! Non è un caso che si moltiplichino le applicazioni di training che hanno come focus l’aiutare a dimagrire e condividere i propri successi, come per esempio Spark People che oltre a monitorare i risultati è collegata a una vera e propria community nella quale è possibile mettersi in contatto con altre persone, partecipare a corsi e stage

Prima e dopo la dieta

E DOPO LA DIETA ANCHE LA MEZZA MARATONA

Il benessere psico-fisico è oggi al centro della vita di molti e l’idea di usare i nostri device come personal trainer ci stimola: lo sa bene Apple che con IOS 8 ha lanciato Salute, per raggruppare in un’unica App tutti i dati relativi a forma fisica, salute e movimento.Per quanto mi riguarda, in un anno ho perso 42 chili, oggi mangio sano – grazie alla rieducazione alimentare che ho fatto con una specialista – corro e nuoto e nei giorni scorsi ho deciso di tentare un’impresa impensabile fino a 24 mesi fa: mi sono iscritta a una mezza maratona in programma a settembre 2015.

E naturalmente racconterò questo periodo di preparazione sul mio blog e sui social media!

FRANCESCA SANZO

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

What do you think?

Scritto da chef

ambiente

Expo, Seeds&Chips e perché parliamo di cibo e tecnologie digitali

lifestyle

In vino veritas: tecnologia sostenibile, consumatori consapevoli e storytelling