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Come l’Iran usa la censura per mantenere il potere

Non crederai mai a cosa sta succedendo in Iran. Le interruzioni di internet non sono solo un problema tecnico, ma una strategia del regime per mantenere il controllo. Scopri i dettagli! 🔥

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Immagina di vivere in un paese dove l’accesso a internet è costantemente minacciato, dove ogni tentativo di comunicare e informarsi viene ostacolato. Questo è il triste destino di oltre 80 milioni di iraniani, costretti a navigare in un mare di censura e blackout. Negli ultimi anni, il regime iraniano ha affinato le sue tecniche per controllare e limitare l’accesso alla rete, privando i cittadini di informazioni vitali, specialmente nei momenti di crisi. La situazione si fa sempre più critica e ora più che mai è essenziale capire come e perché queste misure vengano attuate.

La strategia del blackout: una forma di controllo

Ogni volta che il regime iraniano teme per la propria stabilità, la risposta è la stessa: spegnere internet. Non crederai mai a quello che è successo nel 2019, quando durante le manifestazioni di protesta l’accesso al web è stato bloccato per mettere a tacere le voci dissenzienti.

E non è finita qui: recentemente, dopo la morte di Mahsa Amini, il governo ha interrotto l’accesso a piattaforme come WhatsApp e Instagram. Ma perché? La risposta è semplice: mantenere il controllo. Le interruzioni di internet servono a limitare la comunicazione tra le persone, impedendo loro di organizzarsi e condividere informazioni cruciali. È un gioco di potere che ha conseguenze devastanti per la popolazione.

Ma c’è di più. Secondo Doug Madory, esperto di monitoraggio della rete, il 13 giugno c’è stato un calo della connettività del 54%, seguito da un ulteriore calo del 49% alcuni giorni dopo. Questi blackout non solo privano le persone della comunicazione, ma hanno anche un impatto devastante sull’economia del paese. E chi ne paga le conseguenze? Gli iraniani, che si ritrovano isolati e in pericolo.

È difficile immaginare come possa sentirsi una persona costretta a vivere in questo clima di repressione.

Il pretesto della sicurezza

Il governo giustifica queste restrizioni come necessarie per garantire la sicurezza nazionale. Ma è davvero così? Le autorità hanno persino consigliato ai funzionari di non utilizzare dispositivi connessi e hanno esortato i cittadini a disinstallare app come WhatsApp, che negli anni ha trovato modi per aggirare la censura. Secondo l’analista Mahsa Alimardani, la vera motivazione è di mantenere il controllo sulle informazioni. “Questa censura estesa mette a rischio la sicurezza delle persone, soprattutto a Teheran”, afferma. È sorprendente come una manovra così drastica possa essere giustificata sotto le spoglie della sicurezza.

Il regime ha creato una intranet nazionale, conosciuta come Nin, che consente di controllare ciò che i cittadini possono vedere e con chi possono comunicare.

Le notizie filtrate e il monitoraggio costante servono a mantenere viva la narrazione ufficiale, lontana dalla realtà. In questo contesto di paura, molti iraniani si rivolgono a app locali poco sicure, spinti dalla necessità di rimanere connessi con i propri cari. Ma a quale prezzo?

La lotta per la libertà di informazione

La censura in Iran non è un fenomeno isolato. Negli ultimi dieci anni, molti paesi hanno adottato misure simili per sopprimere la libertà di espressione e limitare il dissenso. Da Myanmar a Bielorussia, l’uso della censura come strumento di controllo sta diventando una pratica sempre più comune. Ma queste misure sono davvero efficaci? Secondo esperti come Lukasz Olejnik, le interruzioni di internet spesso si rivelano inefficaci contro i veri obiettivi militari. È un paradosso che molti paesi continuano a ignorare.

“In ultima analisi, il regime cerca di controllare la narrazione e mantenere il potere”, spiega Alimardani. “Un accesso libero ai media potrebbe minare questa narrazione e provocare ribellioni.” In un mondo dove l’informazione è potere, il controllo sulla rete diventa un’arma fondamentale. E mentre gli iraniani lottano per comunicare e ottenere notizie, il regime continua a stringere le maglie della censura, lasciando la popolazione in un silenzio assordante. Ciò che sta accadendo in Iran è un richiamo a riflettere su quanto sia preziosa la libertà di informazione e su cosa siamo disposti a fare per difenderla.

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Scritto da Staff

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