Un trend allarmante in crescita
Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un incremento preoccupante delle infezioni da Hiv, un fenomeno che riflette una serie di variabili sociali, politiche ed economiche. Secondo i dati forniti dal Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 sono state registrate 2349 nuove diagnosi, portando il numero totale di persone che convivono con l’Hiv in Italia a circa 140 mila. Questo segna un’inversione di tendenza rispetto a un periodo di progressiva diminuzione delle infezioni, culminato con il picco della pandemia di COVID-19.
Modalità di trasmissione e diagnosi tardive
La principale modalità di trasmissione del virus nel nostro paese è per via sessuale, con quasi la metà dei casi che coinvolgono eterosessuali.
Un altro 40% dei casi riguarda uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Tuttavia, un dato allarmante è rappresentato dalle diagnosi tardive: circa il 25% delle persone scoperte positive all’Hiv riceve la diagnosi contemporaneamente a quella di Aids. Questo è particolarmente preoccupante, poiché le diagnosi tardive sono state il 60% del totale delle nuove infezioni, evidenziando una mancanza di consapevolezza e accesso ai test.
Il contesto europeo e le prospettive future
La situazione italiana non è isolata, ma si inserisce in un trend più ampio che coinvolge anche altri paesi dell’Europa centrale e orientale, così come dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. Uno studio recente ha previsto che, sebbene ci sia stata una diminuzione delle morti correlate all’Hiv, il numero delle persone che convivono con il virus continuerà a crescere fino al 2039.
Le previsioni indicano che, senza interventi significativi, il numero di nuovi casi e decessi rimarrà elevato, rendendo necessaria una riflessione profonda sulle strategie di prevenzione e trattamento.
Strategie per il futuro
Per affrontare questa emergenza, è fondamentale investire in campagne di sensibilizzazione e migliorare l’accesso ai test e alle terapie antiretrovirali. La terapia precoce è cruciale per ridurre la trasmissibilità del virus e migliorare la qualità della vita delle persone affette. Gli esperti sottolineano l’importanza di sviluppare modelli di erogazione delle terapie che siano equi ed efficaci, mirando a ridurre lo stigma associato all’Hiv e a garantire assistenza alle comunità più vulnerabili. Solo così sarà possibile invertire la rotta e raggiungere gli obiettivi di riduzione delle nuove infezioni e dei decessi entro il 2025.