Auguri Wikipedia, nata libera (come il web di Tim Berners-Lee)

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Sono passati esattamente 15 anni da quando Jimmy Wales e Larry Sanger, nel pieno del boom “dot com”, pensavano di fare soldi costruendo un’enciclopedia online, Nupedia.

Credits: www.makersnews.it

Era un’enciclopedia digitale, ma tradizionale: una redazione si coordinava con gruppi di esperti di varie discipline, ogni articolo passava sotto le forche caudine di una rigorosa peer review.Dato però che proprio la revisione degli articoli richiedeva mesi di tempo, Nupedia cresceva troppo lentamente, neanche due articoli al mese.Quasi per caso, si decise allora di aprire un’altra versione dell’enciclopedia con un nuovo tipo di software appena inventato: un wiki, un sito che poteva essere scritto contemporaneamente da più persone, aperto ai contributi dei visitatori dell’enciclopedia. Dopo un solo anno, Wikipedia aveva 20.000 articoli, mentre Nupedia solo 21.La scelta, a quel punto, fu facile.

Una cosa a cui andrà sempre dato merito a Jimmy Wales è che, pur rendendosi conto che il suo sogno di diventare miliardario stava franando miseramente, ha capito in tempo che Wikipedia era qualcosa di speciale. La lasciò libera, perchè Wikipedia era di tutti: da tutti scritta, da tutti letta, da tutti revisionata.Un bene comune digitale: e come gli altri beni comuni (l’aria, l’acqua) qualcosa che è facile dare per scontato. Quando le cose diventano ubique, non le vediamo più. Quando sono talmente indispensabili da diventare scontate, diventano invisibili.

Come la storiella raccontata da David Foster Wallace: Ciao ragazzi, com’è l’acqua oggi? dice il pesce anziano ai due giovani pesci che gli vengono incontro. Che cos’è l’acqua? domanda uno dei due all’altro.

Il punto che le cose non sono mai scontate, soprattutto quelle importanti.Wikipedia è il sesto sito al mondo per visitatori: circa 500 milioni di utenti unici e oltre 20 miliardi di pagine viste mensilmente. Conta oltre 35 milioni di articoli in centinaia di lingue e migliaia di utenti volontari che la modificano ogni giorno per arricchirla e perfezionarne le voci. Se volete vedere con i vostri occhi a che ritmo cresce un’enciclopedia del genere, cliccate qui.

Con questi numeri, Wikipedia se la gioca, alla pari, con i titani del web: Facebook, Google, Amazon.

Aziende multimiliardarie che, se solo lo volessero, potrebbero comprarsi mezzo continente africano.Wikipedia, a pensarci bene, è l’esatto contrario di questi giganti: un’enciclopedia gratuita, sotto licenza libera (e una fra le più aperte e libertarie, la CC-BY-SA), scritta da volontari, auto-organizzata.

Funziona solamente attraverso donazioni, senza pubblicità. La Wikimedia Foundation, la non profit che ne gestisce il software e che paga la bolletta della luce, ha poco più di 200 dipendenti. E nessuno di questi scrive una riga degli articoli dell’enciclopedia, che rimane opera della diversa, eterogenea e globale comunità di volontari.

Wikipedia è radicale in ogni senso possibile: copia il modello “a bazaar” di Linux, ripropone, applicandole alla costruzione di un’enciclopedia, tutte le libertà fondamentali date dalla licenza del software libero.

È totalmente gratuita, e chiunque può contribuire, cliccando la linguetta “Modifica”, in alto a destra. Cerca di mantenere un “punto di vista neutrale“.

È fatta da persone per altre persone, gratuitamente.A giugno, vedremo una piccola parte di questa comunità internazionale proprio in Italia:

Wikimania, il raduno globale dei wikipediani, si terrà dal 21 al 28 giugno a Esino lario, sul lago di Como.

Wikipedia non è scesa dal cielo: è stato il frutto di scelte ben precise. Certo, non tutte: Jimbo e Larry, inizialmente, volevano fare un’altra cosa. Ma ad un certo punto, hanno lasciato andare: perchè la comunità che si era creata attorno a Wikipedia aveva capito che l’enciclopedia doveva essere libera. Era una scelta di coerenza, una scelta di libertà radicale.

La stessa scelta che fece Tim Berners-Lee, oltre vent’anni fa, quando ha inventato il World Wide Web: la rete che tutti conosciamo, sulla quale state leggendo questo articolo. Invece dei soldi, entrambi hanno scelto l’impatto: fare di qualcosa di importante, di duraturo, che migliori la vita delle persone.

La libertà, la collaborazione, l’apertura si scelgono e si costruiscono, non accadono da sole.

Internet non è buono in sè, anzi. Può essere luogo di coercizione, controllo, sorveglianza, o dove la nostra quotidianità si trasforma in dati che aiutano le aziende a venderci meglio i loro prodotti.

E se oggi festeggiamo il compleanno di Wikipedia, non possiamo dimenticare che proprio lunedì, 11 gennnaio, ricorreva il terzo anniversario della morte di Aaron Swartz. Che, ovviamente, è stato anche un wikipediano. E che ha lavorato tutta la sua breve ma folgorante vita per costruire un’internet libero, aperto e collaborativo. Perchè le cose belle vanno costruite insieme.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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