7 consigli per mettere in piedi un’impresa da 7 giovani imprenditori

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Quello che mi ha sempre colpito della gente emiliana è quella sana voglia di lavorare facendo rete, facendo squadra.

Sarà forse per via del contesto geografico: Bologna in particolare come crocevia di culture e mercati, al centro degli snodi autostradali e ferroviari. O ancora sarà per quel simbolo che racconta molto della vita sotto le Due Torri: il portico, rappresentazione estrema del legame tra pubblico e privato, luogo di passaggio e in fondo prosecuzione della propria bottega in strada. O piuttosto sarà per una naturale propensione al fare comunità, e il tutto senza mai arrendersi nelle difficoltà. D’altronde una delle prove più difficili vissute in terra d’Emilia tra Modena, Ferrara e Reggio è stato il drammatico terremoto di due anni e mezzo fa, esperienza che in questo blog è stata più volte raccontata.

Uno degli incontri di Made in Bo

La risposta ad una situazione di crisi ad una complessità generale non può che arrivare dalla forza del gruppo, sia dentro ad una realtà imprenditoriale, sia fuori, quando si decide di fare squadra. Ecco allora la forza di uscire dalla propria bottega, dal proprio ufficio dal proprio laboratorio e confrontarsi con il mercato.

Perché occorre fare anche rete con coloro che sono competitor, e che diventano di fatto degli ottimi alleati quando si tratta di scalare interesse e fatturato nei mercati esteri

Andare perciò oltre la solitudine di chi fa impresa: questo è stato il senso di Made in Bo, un viaggio in sei tappe dentro le realtà artigiane che crescono sotto le Due Torri.

Oltre sessanta imprese d’eccellenza che si sono raccontate in sei sessioni e in contesti molto particolari: perché per fare rete ci si può dare anche appuntamento in un laboratorio di ceramica, con i suoi artisti che hanno testa e cuore nel territorio e le ambizioni ovunque nel mondo. Oppure ci si può vedere in una falegnameria, con panche improvvisate che hanno ospitato centinaia di persone.

Per un anno a Bologna abbiamo provato a declinare il fare impresa andando oltre il lassismo, il vittimismo e il senso di rassegnazione. Perché rimboccarsi le maniche significa confrontarsi e mettere in circolo idee, business, opportunità

Made in Bo – pensato e voluto dai Giovani Imprenditori Cna Bologna – è stato tutto questo e molto di più. E per raccontare questo viaggio vi racconto i sette vincitori del premio Giovani Imprese 2014, legato a Made in Bo.

Per fare impresa orientarsi all’artigianato su misura

Come miglior impresa digitale sotto le Due Torri è stata scelta Crete pièce unique, la ceramica su misura. Chi entra può vedere il lavoro degli artisti, dall’idea fino alla produzione finale. La ceramica come oggetto d’uso, in un nuovo spazio che propone originalità e qualità. I quattro soci sono specializzati nella ceramica, ma anche nel gioiello e in altri materiali, e collaborano con molti designer: se un creativo ha un’idea originale entra a Crete e gli viene realizzata l’opera su misura. Crete lavora molto con i social network, da Facebook soprattutto per pubblicizzare gli eventi fino a Instagram e al loro sito, vero e proprio blog con le ultime novità proposte.

Far battere all’impresa un cuore verde

Si tratta di un laboratorio di falegnameria dove si fondono artigianalità, tecnologia, sostenibilità e design. I tre fratelli Giuseppe, Isabella e Clemente hanno deciso di seguire la passione della famiglia per la lavorazione del legno: oggi FCG Loft è un laboratorio di creatività dove si fondono metodi artigianali e nuove tecnologie, con un occhio sempre attento al risparmio energetico. L’impresa nasce nel 2006 dalla passione di un’intera famiglia per la lavorazione del legno. Il team offre consulenza, progettazione, realizzazione e montaggio di ogni tipo di arredo, affiancando e guidando il cliente passo dopo passo fino al risultato finale. E supportando l’inventiva e la creatività di architetti e studi di progettazione.

I fratelli Cortese di FGC Loft

Ripensare i luoghi (e modi) di lavorare

Come far diventare una riunione è attraente. Questo team di giovanissimi ha creato Housatonic, un luogo a metà strada tra fablab e coworking, un ufficio per facilitare incontri e riunioni traducendo le parole in concetti visivi, illustrazioni originali, grafiche attraenti. Insomma, un modo per stravolgere le logiche di lavoro. Non una struttura gerarchica ma un team orizzontale, non un ufficio ma un open space che ogni mese cambia forma per cambiare prospettiva, stimolare la creatività, la contaminazione e la nascita di nuove idee.

Innovare? Sì, ma nella tradizione

Per la categoria startup e restart è stata premiata un’impresa familliare. Si tratta del Maglificio Santi, gestito da due fratelli definiti gli artisti del cashmere. Sono loro ad aver portato avanti il sapere artigianale della madre, che negli anni ’60 in un piccolo paese dell’appennino tosco-emiliano tesseva maglie con macchine a mano. Oggi Leonardo e Sabrina realizzano capi di alta qualità in puro cashmere. Il tutto ancora con telai in legno e macchine manuali. Maglificio Santi Cashmere crea, per la moda femminile e maschile, maglieria artigianale di qualità, accompagnata da una serie di accessori quali sciarpe, guanti, copri capo, plaid. Così stanno riportando in auge vecchie lavorazioni, innestando innovazione sui modelli.

I fratelli artisti del cashmere

Mangiare e bere è un’arte (da studiare)

Per la categoria food & beverage ha vinto LaB-Libera arte della birra. Roberto e Gianfranco hanno trasformato la loro passione per la birra in un lavoro. Così LaB-Libera arte della Birra è un punto di riferimento specializzato per la birra artigianale e di qualità. Dai marchi noti ai prodotti meno conosciuti provenienti dalle realtà brassicole italiane e del territorio. Qui non si vende solo birra, ma si offre una panoramica sulle birre di qualità, italiane e internazionali. L’obiettivo è creare una rete di diffusione libera della cultura della birra artigianale, della birra di qualità, e del bere bene.

Disegnare made in Italy e venderlo nel mondo

Per la categoria internazionalizzazione d’impresa si è aggiudicato il riconoscimento Carolina Wyser, giovane manager che esporta moda in tutto il mondo: venticinque anni all’anagrafe e soltanto da due fondatrice e general manager di un’azienda che esporta in Asia, Turchia, Taiwan, Libano e Portogallo. Carolina è cresciuta respirando moda e design grazie ai genitori esperti del settore. Oggi Carolina Wyser riunisce i migliori talenti italiani nel creare denim interamente made in Italy, pezzi unici realizzati con particolari processi di lavorazione, capi emozionali, tele sulle quali dare vita all’estro e alla creatività italiane.

Il team di Map2app

Costruirsi un business tra Bologna e San Francisco

La promozione del made in Italy passa anche attraverso dispositivi mobili e app. Il premio speciale all’impresa innovativa assegnato dal Resto del Carlino è andato a Map2app, applicazioni per il turismo: questa start up, che ha una sede anche nella Silicon Valley, consente di creare facilmente app turistiche. E in due anni ne ha fatte realizzare 500, scaricate per oltre un milione di volte. Pietro, Simone e Michele hanno fondato Map2app e grazie a loro oggi chiunque può creare app turistiche senza la necessità di alcuna competenza tecnica.

GIAMPAOLO COLLETTI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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