Widad Younes ha solo 24 anni, ma la sua vita è un viaggio attraverso esperienze che pochi possono effettivamente comprendere. Studentessa di marketing, ha avuto la fortuna di trascorrere un semestre di studio a Roma grazie al programma Erasmus+, un’opportunità che le ha aperto gli occhi sulla libertà e sul mondo al di fuori della sua città natale, Gaza City. Ma come spesso accade, il ritorno a casa non è stato quello che si aspettava: un’escalation di violenza ha messo a rischio non solo i suoi sogni, ma anche la sua stessa vita. Non crederai mai a quello che ha dovuto affrontare…
Una vita in pericolo: la realtà di Widad a Gaza
Immagina di svegliarti nel cuore della notte, il rumore assordante di un bombardamento che scuote le pareti della tua casa.
Questo è ciò che è successo a Widad la notte prima dell’intervista con Wired. Le forze di difesa israeliane hanno colpito un edificio proprio di fronte a casa sua, portando via i vicini e costringendo Widad e sua sorella a fuggire impaurite dal letto. “La mia vita è appesa a un filo”, confida, mentre sogna di tornare a Roma per completare i suoi studi. Ma la realtà di Gaza è ben diversa: dopo il 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas, molte università hanno chiuso i battenti e migliaia di studenti si sono ritrovati senza un futuro. Che cosa può significare tutto questo per una giovane donna che ha assaporato la libertà?
Widad vive in uno stato di allerta costante, mentre cerca disperatamente di ottenere una borsa di studio per lasciare la Striscia di Gaza e proseguire la sua formazione.
Ma le barriere burocratiche sembrano insormontabili: procedure complesse, bandi mal strutturati e la necessità di ottenere permessi da parte delle autorità israeliane rendono il suo cammino ancora più tortuoso. Come può una giovane donna con sogni così grandi affrontare tutto ciò?
Un sogno spezzato: il ritorno a Gaza
Quando Widad arriva a Roma nel settembre 2022, vive alcuni dei mesi più belli della sua vita. “Ho scoperto cosa significa libertà”, racconta con nostalgia, descrivendo la sua esperienza come studentessa Erasmus. Ma il suo ritorno a Gaza, dopo soli sei mesi, segna l’inizio di un incubo. La sua università non esiste più e il sogno di proseguire gli studi si trasforma in un miraggio. Ti sei mai chiesto quanto possa essere devastante un cambiamento così radicale?
“Dovevo completare la mia laurea e poi avrei voluto fare un master all’estero.
Ma ora tutto è fermo”, racconta. La sua università è stata bombardata, portando via con sé la speranza di un futuro migliore. Widad è costretta a lottare per ottenere un’istruzione, mentre la guerra continua a imperversare intorno a lei. Come si fa a mantenere viva la speranza in un contesto così difficile?
La ricerca di una via d’uscita: ostacoli e speranze
Widad ha fatto richiesta per università in Spagna, Francia, Regno Unito e persino Australia, ma ogni tentativo sembra scontrarsi con ostacoli insormontabili. Le richieste di certificazioni che non può ottenere, le difficoltà nel contattare i professori e le lunghe attese per le risposte rendono la sua situazione sempre più frustrante. “Ho contattato decine di università e ho ricevuto solo rifiuti e silenzio”, racconta con un tono sconsolato. Ma come può una giovane donna così determinata affrontare una situazione simile?
Nonostante tutto, Widad non si arrende. Recentemente ha ricevuto notizie positive da un’università che sta considerando la sua candidatura per una borsa di studio. Tuttavia, il futuro rimane incerto: “Non sono più padrona del mio destino”, afferma, sottolineando l’importanza di un supporto internazionale per gli studenti gazawi in difficoltà. Ti immagini quanto possa pesare questa mancanza di controllo sulla propria vita?
Widad sogna di tornare a Gaza un giorno, ma sa che prima deve trovare un modo per riprendere in mano la sua vita. “Gaza è casa, ma ho bisogno di sicurezza e stabilità per costruire il mio futuro”. E mentre la guerra continua a imperversare, la sua storia diventa un simbolo di resilienza e speranza per molti altri giovani gazawi. Non possiamo fare nulla per aiutarli? È il momento di riflettere su come ognuno di noi possa contribuire a una causa così importante.