WebValley, la bellissima sfida agrifood di 15 ragazzi innovatori

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Supermercato, angolo frutta e verdura: i volti della maggior parte delle persone davanti ai banchi è piena di punti interrogativi. Una delle domande più frequenti “Ma questo frutto è maturo? È dolce? È buono?”. Le “tecniche” più utilizzate sono quelle dell’osservazione (colore, profumo, consistenza …) e del confronto con la persona di turno di cui ci si può fidare in quel momento. Certo, la soluzione migliore è quella di assaggiare, ma questo è una opportunità che viene concessa solo in presenza del fruttivendolo. Il problema però non è solo del cliente, ma anche del produttore che, oltre a curare come le piante crescono, proteggerle da malattie e parassiti, intervenire in relazione alla situazione meteorologica, deve anche occuparsi della raccolta, del miglior momento in cui farla, e di classificarle in relazione ai diversi mercati per cui i frutti sono destinati.

Questo problema è ben chiaro ai 15 ragazzi al quarto anno delle superiori che sono stati selezionati per WebValley.

I ragazzi di WebValley hanno a disposizione un laboratorio scientifico all’avanguardia

WebValley è una esperienza extra-scolastica unica nel suo genere e che ho la fortuna di vivere da vicino ad ogni sua edizione in quanto è un progetto di FBK (Fondazione Bruno Kessler) creato da Cesare Furlanello – coordinatore dell’area Complex Data Analytics. La formula di WebValley prevede la selezione di un numero di studenti al quarto anno delle superiori provenienti da vari luoghi del mondo e con diverse esperienze scolastiche. Questo gruppo di ragazzi viene ospitato, per tre settimane, in un luogo fra le montagne del Trentino dove, oltre al magnifico scenario che la natura offre, hanno a disposizione un laboratorio scientifico all’avanguardia collegato ad internet ad alta velocità.

LA SFIDA DELL’AGRIFOOD

Assieme ai ragazzi lavorano anche diversi colleghi. Ad ogni edizione viene presentata una sfida, e quella di quest’anno è collegata al mondo dell’agrifood, a trovare uno strumento poco invasivo in grado di capire lo stato di salute di una pianta e il livello di maturazione della frutta. E se mentre al supermercato sotto casa sto vedendo la signora Laura che osserva e annusa un melone, qui, a San Lorenzo in Banale, in un palazzo del 1.700 fra stampanti 3D, portatili, monitor, cavi ecc… vedo Stefania e l’irlandese Louis che, usando un oggetto “artigianale” simile ad macchina fotografica, scattano delle “foto” a mazzi di basilico e lamponi. “Stiamo facendo delle misurazioni e questo è uno spettrometro” – mi risponde Stefania con un ottimo inglese – e Louis incalza spiegandomi che quello spettrometro è stato fatto da loro indicandomi una stampante 3D.

Mi racconta che la prima settimana, a WebValley era presente Jeff Warren del Public Lab di Boston dove stanno lavorando ad un progetto aperto per creare uno spettrometro. Quel progetto è quello che è stato utilizzato a WebValley, usando la stampante 3D che Louis mi indicava e collegandolo ad un RaspberryPI.

Siamo certi che quello che stiamo facendo qui ha una validazione scientifica

Laura mi spiega che i dati raccolti dallo spettrometro vengono raccolti su un server che lei e Francesco hanno progettato ed elaborati poi attraverso l’uso delle GPU (l’unità di elaborazione delle schede video accelerate dei computer) in modo da avere performance in grado di scalare su più macchine e di dare risultati veloci. Su quelle macchine girano algoritmi di deeplearning che, sulla base dei dati inizialmente catalogati con lo spettrometro, sono in grado di predire lo stato di salute della pianta “fotografata”. ‘Tutto questo è il risultato dello stato dell’arte della ricerca scientifica” – incalza l’americana Francisca – “in questo periodo diversi di noi hanno letto gli articoli scientifici che ci sono stati suggeriti e sono andati a scovarne di altri. Siamo certi che quello che stiamo facendo qui ha una validazione scientifica”. Francesco torna poi a spiegarmi l’architettura software fatta sia nella parte di raccolta di dati che nella presentazione (con tanto di app su smartphone creata da lui) e l’indiano Vikul mi da alcune informazioni sulle tecniche di machine learning.

LAMPONI, VINO E BASILICO

Stefania torna a spiegarmi che hanno studiato lamponi, vino e basilico. In particolare, il basilico è stato il caso interessante perché ha aperto loro anche lo scenario di capire quanta acqua c’è nella pianta: informazione utilissima per il produttore per gestire al meglio la pianta. So bene che molte delle parole che ho trascritto fanno quasi paura (Spettrometro? Deeplearning? GPU? …) ma, davvero, questo è il linguaggio che questi ragazzi di soli 17 anni stanno utilizzando e parlando per la maggiore tempo in inglese. Loro hanno chiaro il significato di ciascuno di quei termini. Sanno di cosa stanno parlando e, nonostante la giovane età, non c’è da stupirsi, questa è la magia di WebValley che grazie ad entusiasmo e motivazione porta ad espandere i propri confini, applicare e amplificare quanto viene imparato a scuola.

Quello che stiamo facendo è grande, non vogliamo che finisca con queste tre settimane, vogliamo che diventi qualcosa di più

Gli studi, i prodotti hardware e software che stanno creando questi ragazzi piace molto anche alle aziende di settore. Non è un caso infatti che una azienda vinicola come Cavit ed una specializzata in piccoli frutti come Sant’Orsola siano state coinvolte da subito nelle tre settimane intervenendo spesso nei momenti informativi. Eleonora mi racconta così di come quello che stanno facendo possa diventare molto presto una startup: mi disegna un futuro per cui i raccoglitori di frutta potrebbero indossare degli occhiali con realtà aumentata che, in realtà, montano degli spettrometri che raccolgono i dati ai server e ricevono in tempo reale l’informazione se raccogliere o meno il frutto o, più semplicemente, un “giocattolino” per la signora Laura che al supermercato oltre ad annusare il profumo del melone lo valuta con questo spettrometro portatile ignara però di tutta quella scienza e tecnologia che ci sta dietro. Eleonora immagina questi scenari e, allo stesso tempo, fa valutazioni economiche. Si prepara come per una presentazione a degli investitori: “Quello che stiamo facendo è grande, non vogliamo che finisca con queste tre settimane, vogliamo che diventi qualcosa di più. Crediamo di essere in grado di dare un contributo importante al settore agrifood. Voglio contribuire al progetto anche ragionando in ottica di sostenibilità economica”.

… ed io, anche per questa edizione di WebValley, torno a casa carico di energia, contento di aver dato anche il mio piccolo contributo ai sogni di questi ragazzi, e congratulandomi per l’ennesima volta con Cesare e tutti i tutor coinvolti.

MAURIZIO NAPOLITANO

San Lorenzo in Dorsino (TN)

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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