Venezia è una delle città più affascinanti del mondo, ma dietro il suo splendido fascino si nascondono controversie che stanno facendo discutere. Nei periodi di alta affluenza, i turisti si sono trovati a fronteggiare richieste di dati personali che hanno sollevato perplessità. Recentemente, il Garante della privacy ha multato il comune per violazione della privacy, un tema che merita di essere approfondito.
1. Il controverso ticket d’ingresso
Da un anno, Venezia ha introdotto un ticket d’ingresso per i turisti giornalieri, nel tentativo di gestire l’overtourism che affligge la città, specialmente nei periodi di ponti e weekend. Sebbene un costo di 5 euro per visitare la città possa sembrare ragionevole, vi sono molteplici aspetti dietro questa misura. I turisti privi di biglietto rischiano sanzioni che variano dai 50 ai 300 euro, creando un clima di tensione e confusione.
Chi è esente da questa tassa? In teoria, sono esentati coloro che pernottano in città, gli studenti, i pendolari e chi si reca a Venezia per motivi di salute. Tuttavia, il comune ha richiesto loro di registrarsi e fornire dati personali, tra cui il motivo della visita e il domicilio. Questa pratica ha sollevato un polverone, portando il Garante a intervenire.
2. La multa e le implicazioni legali
Il Garante della privacy ha inflitto al comune di Venezia una multa di 10.000 euro, cifra che appare esigua rispetto ai 20 milioni inizialmente previsti. La ragione principale è che la richiesta di dati non era giustificata, in assenza di un tetto massimo di ingressi. Se fosse esistita una soglia precisa, la raccolta di dati sarebbe stata più comprensibile, ma così non è stato.
Solo alcune categorie, come i residenti a Venezia e i bambini sotto i 14 anni, sono state esentate da queste richieste invasive.
Il comune ha cercato di giustificare il ticket come un modo per ridurre i flussi turistici nei periodi di maggiore affluenza, tuttavia molti esperti lo interpretano come un tentativo di fare cassa. I visitatori si sono sentiti costretti a fornire informazioni personali, un aspetto che ha suscitato indignazione e preoccupazione.
3. Cosa cambia per il futuro di Venezia?
Nel 2024, il comune ha registrato circa 484.000 pagamenti per il ticket, generando incassi di 2,4 milioni di euro. Questo dato, confrontato con le stime iniziali, appare deludente. È evidente che la misura non ha avuto l’effetto sperato, e nel 2025 il numero di giorni in cui il ticket sarà richiesto aumenterà a 54, da metà aprile fino alla fine di luglio.
Il sindaco Luigi Brugnaro sostiene che questa tassa non sia a scopo di lucro, ma è chiaro che serve a compensare i costi di un turismo che grava pesantemente sui servizi cittadini. Con il crescente afflusso di turisti, la questione che emerge è: Venezia riuscirà a trovare un equilibrio tra accoglienza e tutela della privacy? La questione rimane aperta e il futuro della città potrebbe dipendere dalle decisioni che verranno prese nei prossimi mesi.