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Un anno di lavori socialmente utili per l’omicidio di Green: la condanna ridotta

Un episodio tragico di maltrattamento animale ha comportato una condanna con lavori di utilità sociale.

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La storia di Green, un gatto che ha subito un destino tragico, segna un importante capitolo nella lotta contro il maltrattamento degli animali. Nel 2025, a Chioggia, un uomo ha brutalmente aggredito il felino, causando la sua morte. Questa vicenda ha portato a una pena che, sebbene non possa restituire la vita al gatto, rappresenta un passo significativo verso la giustizia.

Dettagli del caso di maltrattamento

Green era stato affidato per pochi giorni all’ex fidanzato della sua proprietaria, mentre questa si allontanava per un breve periodo. Durante l’assenza della donna, il gatto è stato oggetto di violenze inaudite. Secondo le ricostruzioni, l’uomo avrebbe picchiato il felino per ore, infliggendogli ferite gravissime.

Il ritorno della proprietaria e le conseguenze fatali

Al rientro, la proprietaria ha trovato Green in uno stato disperato, in condizioni critiche e con evidenti segni di maltrattamento. Nonostante il tempestivo intervento veterinario, il gatto è deceduto dopo pochi giorni di agonia, lasciando una scia di dolore e impotenza.

Il verdetto e il patteggiamento

La vicenda ha avuto una conclusione legale con un patteggiamento a un anno di carcere, pena convertita in 730 ore di lavori socialmente utili. Il giudice per le indagini preliminari ha approvato l’accordo tra l’imputato e la Procura di Venezia, permettendo così che l’uomo possa scontare la sua pena attraverso attività di assistenza sociale presso una fondazione a Padova.

Le misure di sicurezza imposte

Oltre ai lavori socialmente utili, il giudice ha stabilito una serie di restrizioni per l’imputato.

È stato disposto il divieto di possedere armi, munizioni ed esplosivi, e di frequentare persone con precedenti penali, a meno che non si tratti di familiari stretti. Inoltre, l’uomo è obbligato a rimanere nel territorio della Regione Veneto e ha subito il ritiro del passaporto.

Le reazioni delle associazioni animaliste

La Lega Anti-Vivisezione (Lav) ha preso parte attiva al caso, affidando la propria tutela legale all’avvocata Marina Novello, che rappresenta anche la proprietaria del gatto. Sara Leone, un’attivista dell’associazione, ha commentato la sentenza, sottolineando l’importanza di un’azione legale che riconosce la gravità del maltrattamento animale.

“La pena inflitta è un segnale significativo di assunzione di responsabilità,” ha affermato Leone, esprimendo al contempo amarezza per la continua violenza nei confronti degli animali.

La Lav ha ribadito che, sebbene nessuna condanna possa restituire la vita a Green, il caso rappresenta un passo avanti nella lotta contro il maltrattamento degli animali.

Questo episodio, purtroppo, non è un caso isolato e mette in luce la necessità di una maggiore sensibilizzazione e protezione degli animali, spesso vittime innocenti delle frustrazioni umane. La giustizia deve continuare a fare il suo corso per garantire che simili atrocità non siano tollerate.

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Scritto da Staff

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