In un contesto di crisi profonda, dove le truppe russe avanzano senza sosta nel Donetsk, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto un annuncio che ha catturato l’attenzione di molti: l’intento di facilitare l’uscita dal paese per i cittadini sotto i 22 anni. Questa decisione, che sembra scardinare uno dei cardini della legge marziale, solleva interrogativi e speranze tra i giovani ucraini, già provati dalla guerra.
Un annuncio inaspettato
Non crederai mai a quello che è successo! Zelensky ha dichiarato che l’apertura sarà “senza eccezioni”, ma la verità è più complessa. Il deputato Serhiy Yevtushok ha specificato che il permesso riguarderà solo “gli studenti con invito e visto per istituti esteri”. Una mossa che potrebbe avvantaggiare solo una ristretta élite.
Così, ciò che potrebbe apparire come una liberazione, si rivela in realtà un corridoio selettivo, riservato a chi ha risorse e connessioni. Ma chi sono questi giovani? Secondo le stime, circa 100.000 ragazzi sotto i 22 anni vivono in Ucraina, e questa nuova misura si accompagna a facilitazioni per l’accesso alle università e a una campagna di iscrizioni invernale. Questo è un tentativo di attrarre giovani talenti all’estero, compensando le difficoltà create dalla guerra.
Il contesto militare e le sfide della mobilitazione
La decisione di Zelensky arriva in un momento delicato per l’Ucraina, dove la mobilitazione giovanile ha suscitato molte discussioni. Il presidente ha affermato che “mobilitare dai 18 anni non ha senso”, evidenziando la mancanza di armi per equipaggiare le brigate.
Negli ultimi mesi, sono stati proposti contratti vantaggiosi per i giovani, ma la vera mobilitazione di massa sembra lontana. Al contrario, la Russia continua a mobilitare forze in numero superiore, creando un disequilibrio preoccupante sul campo di battaglia. Questa strategia di apertura potrebbe anche essere vista come un gesto di debolezza, poiché Mosca riesce a schierare fino a 50.000 uomini al mese, mentre Kyiv si trova a fronteggiare una forza numericamente inferiore. La pressione degli alleati per ampliare il bacino di reclutamento si scontra con la realtà di un paese stremato dalla guerra.
Giovani e politica: una questione di identità
Nonostante le sfide, questa apertura potrebbe rivelarsi popolare tra i giovani ucraini, una parte fondamentale della base elettorale di Zelensky.
Questi ragazzi, che ricordano le proteste di EuroMaidan, sono spesso scettici nei confronti della classe politica tradizionale e cercano alternative. La comunicazione di Zelensky, spesso rivolta a un pubblico giovane e internazionale, ha saputo conquistare il loro favore. In un contesto così instabile, l’idea di permettere ai giovani di lasciare il paese potrebbe essere vista come una valvola di sfogo sociale. Ma la vera domanda è: può l’Ucraina permettersi di posticipare la questione della mobilitazione giovanile senza conseguenze sul campo di battaglia? La situazione è delicata e il futuro dei giovani ucraini rimane appeso a un filo.