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Tecnologia Avanzata per il Monitoraggio Efficiente degli Alberi in Italia

Un innovativo smartwatch per alberi sta rivoluzionando la silvicoltura in Italia, migliorando la gestione forestale e ottimizzando la salute degli alberi.

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Nel mondo della silvicoltura, l’innovazione è al centro di un affascinante progetto: il RigeneraBoschi di Sorgenia. Grazie a una tecnologia all’avanguardia, è stato sviluppato uno smartwatch capace di tenere sotto controllo i parametri vitali degli alberi. Questo approccio scientifico ha dimostrato come gli alberi che ricevono interventi selvicolturali mirati possano affrontare meglio le sfide imposte dal cambiamento climatico.

Questa iniziativa, coordinata dal professor Giorgio Vacchiano dell’Università Statale di Milano, si sta svolgendo in cinque boschi italiani e si prevede di continuare fino a settembre 2026. I risultati ottenuti finora sono promettenti e potrebbero dare origine a nuove strategie di gestione forestale.

Un progetto di monitoraggio su cinque boschi italiani

Il progetto RigeneraBoschi si svolge in cinque località strategiche: il Parco Nord Milano, il bosco di Forlì-Bertinoro, il Parco naturale regionale Bosco Incoronata in Puglia, il Parco nazionale del Pollino e l’Unione dei Comuni Montana colline metallifere in Toscana.

Quest’ultimo, però, attenderà fino a novembre per l’inizio della raccolta dati, poiché le operazioni di gestione forestale sono programmate per quel periodo.

In ciascuna di queste aree, sono stati installati dei Tree Talker, sensori avanzati che confrontano la crescita degli alberi in zone lasciate in libertà con quelle sottoposte a interventi gestiti. Quattro indicatori principali sono monitorati: l’accrescimento del diametro, la stabilità meccanica, il flusso linfatico e l’attività fotosintetica delle chiome.

I risultati del monitoraggio

Le prime analisi mostrano che, in quattro dei cinque boschi monitorati, gli alberi gestiti crescono in modo più efficiente rispetto a quelli lasciati evolvere liberamente. Nelle oltre settemila ore di monitoraggio, è emerso che la gestione forestale può agire come una sorta di medicina preventiva per gli ecosistemi boschivi, come dimostrato nel Parco nazionale del Pollino, dove è stata registrata una crescita annuale del 43%.

Tuttavia, la situazione unica del bosco Incoronata, caratterizzato dalla presenza di eucalipti, ha mostrato una tendenza opposta.

Fattori di stress e competizione tra specie

Il professor Vacchiano ha sottolineato che la storia di ogni bosco gioca un ruolo fondamentale nei risultati. La presenza di eucalipti, specie non nativa e altamente infiammabile, richiede una gestione specifica per mitigare il rischio di incendi. Questo approccio prevede il diradamento degli alberi per facilitare la gestione del fuoco. Nella parte non gestita, invece, gli eucalipti non sono presenti, il che potrebbe influenzare la crescita delle querce a causa della competizione per le risorse idriche.

Analisi del flusso linfatico e della fotosintesi

Il monitoraggio del flusso linfatico, descritto come il sangue circolante degli alberi, ha rivelato fluttuazioni significative in base alle condizioni ambientali.

In particolare, le aree più vulnerabili agli stress idrici, dovuti al cambiamento climatico, mostrano una maggiore suscettibilità alla siccità. Inoltre, l’analisi della fotosintesi ha evidenziato differenze nella luce disponibile. Ad esempio, nel bosco di Forlì, l’eccessiva apertura della zona gestita ha portato a risultati meno favorevoli rispetto a quella non gestita, dove l’ombreggiamento è più intenso.

Utilità dei dati raccolti per la gestione futura

Tutti i dati raccolti, anche quelli che inizialmente possono sembrare negativi, si rivelano preziosi per la pianificazione degli interventi futuri. Un monitoraggio regolare consente azioni più precise e contestuali. Secondo Antonio Brunori, segretario generale di Pefc Italia, il progetto ha permesso di identificare aree con una pianificazione più strutturata. Grazie a questa tecnologia, è possibile non solo osservare, ma anche raccogliere dati sulle tendenze evolutive, favorendo un approccio multifunzionale che integra la tutela della biodiversità, il turismo e la produzione di legname.

Il progetto ha ricevuto il patrocinio dei ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, inserendosi in un contesto di iniziative più ampio, che prevede anche attività educative nelle scuole. Federica Petra Colombo di Sorgenia illustra l’iniziativa: “Invitiamo le scuole a prendersi cura di un seme, creando un legame tra i giovani e il verde del loro territorio. Questo progetto è il risultato di una sinergia tra competenze diverse, e il coinvolgimento delle nuove generazioni è fondamentale per il futuro della tutela ambientale.”

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Scritto da Staff

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