STREAM, la passione che vince nel segno dell’emancipazione delle donne

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Che la passione sia il motore imprescindibile di ogni idea che ambisca a ottenere qualche risultato è indubbio da sempre.

Se uno non ci crede, non si impegna, non si tira su le maniche, è difficile che si ottengano risultati.

Nel lavoro, nello studio, nella vita. Nei progetti per cui si è pagati, ma anche e soprattutto in quelli dove si lavora pro bono, nella speranza di fare qualcosa di utile e che lasci il segno.

STREAM magazine è uno di questi progetti: una piccola start up editoriale che parla di cultura contemporanea e di gender empowerment, attraverso un filtro e una chiave assolutamente e squisitamente pop.

Con articoli e approfondimenti che vengono pubblicati su un magazine online e dei monografici in formato ebook che hanno vinto tanti bei premi, come l’Innovators Under 35 Award del MIT nel 2014 e il Webby Honoree Award dei Webby Awards proprio qualche giorno fa.

Unico portale italiano scelto dai giudici per la sezione CULTURAL BLOG / MAGAZINE, a fianco di grandi nomi della rete come VICE, HYPEBEAST, NOWNESS, CALVERT JOURNAL.

Srteam: un’idea che diventa una squadra di successo

STREAM è un progetto semplice ma potente, nato da due persone e una manciata di idee qualche anno fa e ora portato avanti da un team internazionale di 25 persone che – tra Berlino, Londra, Milano, Torino, Bologna, Montreal – scrivono, fotografano, disegnano e, con le loro storie, raccontano e interpretano tendenze, innovazioni, buone prassi. Nel segno dell’emancipazione delle donne e del mondo LGBTAQ+

Il tutto su base volontaria, ma incredibilmente puntuale e organizzata: perchè quando uno ci crede, nella sua idea, la vuole portare avanti a tutti i costi e “no matter what”.

Per il gusto, il piacere e la bellezza di sentirsi parte di qualcosa di utile e di importante che, nel suo piccolo, sta provando a cambiare le cose. Per la volontà di condividere e diffondere conoscenza, cultura, innovazione. Anche senza guadagnarci su. Per passione pura, appunto.

Ma come si alimenta la passione? Come si tiene viva? Come si porta avanti, anche e soprattutto considerando il fatto che, per ora, STREAM è totalmente self funded, e solo da qualche settimana a caccia di fondi, acceleratori e mentor che lo aiutino a fare il salto e diventare un lavoro vero?

La passione si alimenta innanzitutto in un modo: dall’interno, lavorando sul e con il team.Il bello di avere un progetto autogestito è proprio quello di poter scegliere le persone con cui si collabora, e di condividere con loro non solo una visione delle cose ma anche un modus operandi.

Coordinare tante persone che però vivono in luoghi diversi e che molto spesso non si sono mai viste dal vivo, può risultare complicato. Specialmente se il lavoro, per quanto volontario, comporta comunque scadenze ed esigenze di produttività, kpi, target.

Occorre evidentemente una buona dose di organizzazione e di coordinamento editoriale: qualcuno che tenga i tempi, che controlli i flussi, che gestisca il calendario delle uscite e i pitch.Non basta però organizzare il lavoro e basta.

Serve, anche e soprattutto, generare coesione. E aiutare ognuno degli editor a sentirsi parte attiva e fondamentale di un’idea e di un gruppo di persone likeminded, pronte a rinunciare al weekend pur di fare uscire un nuovo numero della serie Le Maggiorate ma anche prontissime a trovarsi e a divertirsi tutte assieme, salendo su uno dei punti più alti di Torino.

L’unione e il senso di appartenenza fanno davvero la differenza e vanno nutriti con azioni semplici e concrete: incontri dal vivo, workshop, momenti ludici e di festa, ma anche scambi social su Facebook e Whatsapp. Tutto serve per aumentare la voglia di fare e di crescere insieme. Tutto rende il team più forte, il progetto più solido e credibile, i risultati più impattanti.

In fondo, le risorse umane stanno alla base di ogni successo, ed è solo grazie alla passione dei singoli che si costruisce, tassello dopo tassello e specificità dopo specificità, la passione che muove tutto e porta ad andare avanti, a scrivere, a fare ricerca, a pubblicare articoli, disegni e fotografie. E anche a vincere premi. E a sentirsi parte di qualcosa in cui si crede. E in cui, evidentemente, credono anche gli altri.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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